I nostri Social

Lazio

Lazio, gli errori di Inzaghi e quelli della società

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 3 minuti

La partita di ieri tra Lazio e Atalanta, vista solo dal risultato, ingannerebbe chi non ne avesse seguito l’andamento. Il risultato di 4a1 in favore degli orobici potrebbe far pensare ad un dominio che in realtà sul piano del gioco non c’è stato. Una serie di episodi ha scritto il risultato in maniera diversa da quello che sarebbe potuto essere. Le statistiche finali parlano di un possesso palla e un numero di tiri nettamente a favore dei biancocelesti che si sono ritrovati sotto 0a2 senza neanche riuscire a capire come fosse stato possibile.

La parte interna della traversa colpita dalla Lazio sotto di due gol, che avrebbe riaperto il match, era un segnale di come sarebbe finita. Cosi come lo è stato il gol divorato da Immobile sul 1a3, un altro sliding doors dell’incontro.

È doveroso sottolineare come l’Atalanta è una solida realtà e non più una splendida sorpresa. Una squadra con la consapevolezza giusta e con un movimento orchestrale di squadra da far impallidire realtà più blasonate e pubblicizzate. Un giocatore si staglia ad un livello superiore a tutti i suoi compagni ed è quel Papu Gomez che orchestra, rifinisce, finalizza non smette mai di stupire.

Pubblicità

Le note dolenti del Mister

Una squadra che perde in casa con tre gol di scarto non può però addebitare tutto il passivo alla sfortuna o al caso.

Le responsabilità ci sono e vanno divise equamente tra tecnico, giocatori e società.

Andando con ordine Simone Inzaghi riesce nell’impresa di farsi “incartare” la partita dal suo omologo Gasperini. Ora la cosa non sarebbe cosi grave, viste le capacità del canuto mister, se non fosse già la seconda volta consecutiva tra le mura amiche con lo stesso allenatore. Lungi da noi volersi sostituire al mister ma lasciare campo e spazio in contropiede all’Atalanta non è stata proprio un’idea da panchina d’oro, soprattutto se il tuo perno centrale ed equilibratore della squadra, Lucas Leiva non è nella serata migliore.

Pubblicità

L’infortunio di Correa aveva servito l’assist al mister: mettere dentro un centrocampista e spostare Luis Alberto più avanti forse avrebbe reso più difficile il compito ai bergamaschi.

Altra cosa che resta difficile da comprendere è la mancata lettura di alcuni movimenti chiavi della formazione nerazzurra. Che le loro azioni si svolgano da quinto a quinto lo hanno ormai capito anche gli spettatori più disattenti: Hateboer che arriva sul fondo e Gosens che chiude a rete per lo 0a1 o viceversa come nel secondo gol è un marchio di fabbrica che si vede e si rivede ogni singola partita dell’Atalanta. Eppure la Lazio ci prende 2 schiaffoni che indirizzano la serata.

Qui la colpa va divisa anche con i giocatori che proprio perché professionisti debbono sapere queste cose al pari del loro mister. Come è loro la colpa di un nervosismo sul campo che la direzione di gara di Maresca, che pure ci mette del suo , non può giustificare.

Pubblicità

Le colpe della società

Una bella fetta di responsabilità ci sentiamo però di addossarla alla società che è riuscita nell’impresa di presentare la squadra, ai nastri di partenza del campionato, senza l’unico elemento che sembrava imprescindibile all’inzio del calciomercato: un difensore centrale di livello internazionale.

Cosi non è stato e non pensiamo che si correra ai ripari. Ma ci sono 5 giorni per recuperare e lasciamo un esile spazio alla speranza dei tifosi: certo Hoedt, in attesa di essere ufficializzato, non è il profilo poco sopra menzionato.

Niente è ovviamente compromesso per la Lazio in questa stagione ma più si andrà avanti e più le difficoltà aumenteranno cosi come gli impegni. Occorre abbassare la testa e pedalare se si vuole rivivere un campionato di entusiasmanti prospettive come quello scorso.

Pubblicità

 

(Foto twitter ufficiale sslazio)

Pubblicità

in evidenza