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Roma, il Ceo Fienga: “Il virus è molto democratico. Colpisce tutti e proprio per questo bisogna difendere tutti”

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Guido Fienga, Ceo della Roma, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera per parlare della crisi sanitaria e non solo. Ecco le sue parole: “Serve un piano internazionale. L’Unione europea lo ha capito e ha allentato le regole di bilancio per sostenere le imprese. Lo dovrà fare anche il calcio. I danni prodotti da questo virus non sono soltanto sanitari, ma anche sociali. Mi riferisco ai comportamenti degli egoisti e dei furbi. All’inizio qualcuno ha provato a prendere dei vantaggi su chi, in quel momento, era più debole. E non sto parlando solo del calcio italiano, ma anche di decisioni prese dai governi di alcuni Stati o da comportamenti industriali di concorrenza sleale. Il calcio, che in Italia è il terzo settore per fatturato, compreso l’indotto, si salverà se gioca di squadra”.

“Abbiamo attivato una piattaforma interna che assiste calciatori di prima squadra, della squadra femminile, delle giovanili e dei dipendenti. Mettere in sicurezza solo il settore dei calciatori di serie A non ha senso. Il virus, in questo senso, è molto democratico. Colpisce tutti e proprio per questo bisogna difendere tutti”.

“Si sta parlando di Atalanta-Valencia, del 19 febbraio, come della partita zero. L’avvicinamento a Siviglia-Roma è stato pieno di tensioni. Il problema era già esploso in Italia e ne eravamo coscienti, ma lo stesso non avveniva a livello internazionale: sembrava che gli italiani fossero gli untori, eravamo solamente più avanti temporalmente. Abbiamo detto subito che non si poteva giocare. Se fossimo stati obbligati a farlo attraverso un cordone sanitario non avremmo accettato. Per fortuna non siamo arrivati a quel punto”.

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