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Tre cose su…. Benevento-Monopoli e sull’esonero di Auteri

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Benevento
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Ora è ufficiale: Gaetano Auteri non è più l’allenatore del Benevento, al suo posto subentra Michele Pazienza.

Padre tempo

Si parla di un presidente del Benevento Vigorito visibilmente contrariato al termine del big-match. E così dagli scricchiolii dei punti persi a Potenza e Foggia, la terza pugliese scomoda (la più forte, tra l’altro), facendo il suo e mantenendo un’alta concentrazione ed un sovrastante equilibrio in campo, ha impedito che i giallorossi tornassero a trionfare in casa.

Anzi, c’è mancato davvero poco (vedi la splendida rovesciata di Bulevardi nel finale) che gli riuscissero a fare la festa. Solo il tempo ci dirà se quella di Vigorito sarà stata una scelta giusta e adeguata.

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Per ora, numeri allo specchio e analisi del sangue alla squadra, la cacciata di Auteri sembra francamente spropositata rispetto all’attuale specifica situazione e considerando soprattutto il fatto che, tatticamente, ciò che in campo ha messo, mosso, spinto e spronato con i suoi è stato ineccepibile. Di mosse non ne ha sbagliata nessuna contro il Monopoli, a partire da formazione iniziale e da approccio alla gara. In campo, poi, ci vanno i giocatori.

L’interpretazione, indicata dal tecnico, devono poi tradurla loro. Quella traduzione sta venendo maluccio negli ultimi tempi, a larghi tratti da torre di Babele, ma ciò non toglie i meriti che hanno avuto loro nel farsi sorprendentemente largo in classifica e l’applauso sentito che va ad Auteri per averlo amalgamato e fatto sognare.

Chiude, così, al terzo posto e a due punti dalla vetta la sua seconda avventura in terra sannita, il tecnico siracusano. Diciamola ancora meglio: in 44 partite col Benevento Gaetano Auteri in panchina ha totalizzato 82 punti, ma soprattutto è riuscito valorizzare seme buono, lanciando molti giovani e ottenendo da loro grandiosi risultati.

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Allontanare Auteri in questo momento delicato della stagione è quantomeno azzardato. Michele Pazienza, ex giocatore di Napoli, Fiorentina, Udinese e Bologna ed allenatore degli eterni rivali dell’Avellino ad inizio stagione, gli subentra. Non sarà facile per lui riallineare, fin da subito, i malumori e accontentare i critici.

Il pari casalingo contro la capolista Monopoli ha indubbiamente deluso dirigenti e piazza, doppiamente scontenta per il mancato arrivo di rinforzi dal calciomercato di gennaio. Ma questo non è dipeso certo dall’allenatore. Da qui ad un esonero ce ne passano di anni luce.

Colossi pugliesi e argille sannite

Cos’è successo all’attacco del Benevento? Il filo rosso (anzi giallorosso) che teneva insieme tutto non s’è visto in questo scontro diretto. E’ sbattuto, senza filtrare, tra i colossi di Monopoli.

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A parte qualche occasione d’oro nitida, la sensazione è che si andasse più per tentativi in mezzo alla confusione (anche degli stessi giallorossi) che non per una costruzione reale. In quattro contropiedi lampanti (terminali finali delle azioni, Lanini, Agazzi, Starita e Manconi) la decisione presa è sempre stata quella sbagliata.

Venuta giù e scivolata come argilla che si scioglie. Merito della pressione messa dai gabbiani, ma l’imprecisione (e anche l’indecisione) è anche figlia delle proprie scelte. Padroni del proprio destino, i calciatori hanno steccato in quelle palle-gol tutto ciò che potevano steccare.

Il demerito loro non ha solo non consentito di recuperare 2 punti di puro ossigeno, ma ha aperto la porta all’uscita di scena di Auteri.

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Trucchi del…Monopoli

Debolucci di costituzione i giocatori del Monopoli. Ad ogni scontro di gioco o quasi restavano a terra, il tempo necessario per perdere qualche secondo prezioso o per spezzare la continuità d’azione del Benevento.

Eppure, a vederli dalla tribuna stampa, in molti sembravano giocatori di rugby provenienti direttamente dal Sei Nazioni. Parliamoci chiaro, i pugliesi hanno tenuto botta a Benevento: difesa graniticamente strabiliante (solo 13 le reti subite), centrocampo compatto e via di ripartenza.

Ma qualche trucco l’hanno utilizzato sistematicamente. Furbizia lecita, ma ben poco onesta, se pensiamo sempre che il calcio è uno sport con i valori dello sport. Detto questo, per quanto visto, l’impressione è che il Benevento non avrebbe segnato neanche se ci fosse stato un altro terzo tempo di tre quarti d’ora.

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(Foto: DepositPhotos)

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