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Angolo del tifoso

ANGOLO MILAN – Vendetta compiuta

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Okafor Milan
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La partita giocata ieri a Udine è ben lontana dall’essere un semplice incontro di calcio fra due squadre che si affrontano su un campo di erba, disegnato da linee bianche a delimitare aree e dischetti. Chi pensa questo è un ingenuo. E molto probabilmente non ha ben seguito gli scontri fra Milan e Udinese degli ultimi 4 o 5 anni. Non sono match. Non sono partite. Sono lotte fratricide, vendette incrociate, sovrapposte, parallele, appartenenti al mondo parallelo del calcio. E non rispondono alle leggi di questo Universo entropico. Ma a quello meduseo di lotta, cambiamenti di forma e sostanza, sbagli e pietrificazioni.

L’andata, a San Siro, a Milano, la vinse l’Udinese, il ritorno a Udine, il Milan. La squadra ospite dà, la squadra ospite toglie. I milanisti millenials hanno tanti spauracchi. Quelli come me nati nel 1981, allevati a ostriche e champagne, onestamente molti meno. Sassuolo, anche se l’ultima partita dello Scudetto 2022 fu proprio vinta contro i neroverdi, Benevento con quel gol al 94 minuto del portiere che affossò i sogni Champions di Gattuso, Rio Ave coi rigori tirati indossando le coperte, per il vento dall’Oceano. E infine l’Udinese. La più ostica. Dal 2020, 9 scontri, 4 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte. E per essere una squadra che chiude almeno 24 punti sotto, 12 punti tolti sono tanta tanta roba.

Il Milan ieri ha meritato di vincere, per il 70% di possesso palla, per la tenacia, perchè ha vinto con gli innesti giusti, al momento giusto, da una panchina che si sta dimostrando sempre più decisiva. Il rodaggio di molti pare essere finito.

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I frutti al sole

I frutti acerbi cominciano a maturare e il verde dell’asprezza lentamente volge a tonalità di colori più caldi. E in questo senso, piace e conforta pure questo Jovic versione Massaro, uno di quegli attaccanti che, diventando decisivo a partita in corso, dalla panchina, ha costruito la sua carriera e tanti trofei del Milan. Così come danno coraggio le conferme di Okafor, autore del gol decisivo allo scadere, e di Gabbia, tornato dal Villareal per tamponare l’incredibile numero di infortuni che ha colpito il reparto difensivo. Hanno trovato il loro posto, sanno bene cosa devono fare e hanno capito che in una big come il Milan, nel 2023, non esiste un posto da titolare fisso, esclusi il portiere e Leao. Nei minuti che giocano, danno il massimo e la squadra ne sta giovando. E in questo senso, il serbo, con alle spalle tante prestazioni altalenanti alla Fiorentina, arrivato nelle ultime ore del mercato estivo, per compensare il mancato arrivo di Taremi, è quello che ha sorpreso di più. Infortuni muscolari permettendo, un altro calciatore di questo Milan che potrebbe presto diventare inamovibile è Loftus Cheek. L’inglese, dopo essere mancato per 5 partite nei tre mesi del 2023, sta salendo progressivamente di livello. Dimostrando di essere una pedina decisiva, nelle varie fasi della partita, perchè non è mai facile per nessuno affrontare e vincere contrasti, contro un centrocampista alto quasi due metri, largo come un armadio a due ante, veloce e dotato anche di discreta tecnica. Tre gol per l’inglese. Mai successo fino ad ora nella sua carriera. Bello poter godere di queste primizie.

Si vince ma…

Il Milan ha vinto ancora una volta, ma con il gioco, ancora una volta, non ci siamo. In un’altra galassia spaziotemporale, questa partita sarebbe stata persa. Troppe amnesie, troppi buchi difensivi per posizionamenti errati. Ancora una volta troppo poco Leao. Parole di elogio, che sanno di difesa di ufficio, da parte di Pioli sul portoghese. Ancora nessun gol o assist e ancora una partita sciatta e senza mordente. Non si capisce dove e chi può dare un gancio di appoggio, per una inversione di rendimento, nella peggiore stagione di Rafael da quando è titolare al Milan, dal 2020.

L’inter in Arabia si gioca la Supercoppa Italiana, la Juve è passata momentaneamente in testa, il MIlan ancora tiene. La prossima è col Bologna, di sabato sera. E già sale la febbre.

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