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Napoli, salvate il soldato Walter

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Mazzarri
Tempo di lettura: 4 minuti

L’interrogativo che attanaglia la mente e soprattutto il cuore dei tifosi del Napoli Campione d’Italia è soltanto uno: come è possibile che quella squadra da sogno che il 4 maggio 2023 vinceva il suo terzo Scudetto sia svanita nel nulla nella stagione che avrebbe dovuto lanciare la squadra nell’elitè del calcio Mondiale?

Si cercano i colpevoli, il primo ed unico indiziato è il presidente Aurelio De Laurentiis che ha voluto certificare i suoi meriti pensando di poter fare a meno di pedine fondamentali come Cristiano Giuntoli e Luciano Spalletti, veri artefici del miracolo partenopeo dello scorso anno, e di sostituire in maniera sommaria il gigante difensivo Kim con il brasiliano Natan che, pur essendo un ottimo profilo in prospettiva, non è riuscito a colmare il vuoto dal difensore coreano.

Il numero uno del club azzurro, nonostante i roboanti proclami dopo la conquista del titolo, non è riuscito a garantire la continuità di risultati dovuta anche all’azzardata scelta di affidare la rosa campione in carica ad un allenatore non pronto come Rudi Garcia.

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Culmine della disastrosa esperienza di Garcia in casa Napoli è stata la partita in casa persa contro l’Empoli in una tristissima domenica di novembre che ha definitivamente affossato la squadra partenopea mollatndo la presa e abbandonando definitivamente le speranze Scudetto. La furia del patron azzurro ha spazzato via le resistenze dell’ex allenatore della Roma, che mestamente ha alzato bandiera bianca, cercando un nuovo comandante in Walter Mazzarri.

La seconda stagione di Walter

Il ritorno di Mazzarri al Napoli porta dolci ricordi ai fedelissimi tifosi azzurri. Infatti è il tecnico di San Vincenzo uno dei principali artefici del ritorno del club azzurro tra le grandi d’Europa. Dopo dieci anni però non è semplice doversi inserire di nuovoo in un club che è cresciuto esponenzialmente sotto tutti i punti di vista e soprattutto che non ti lascia libero di esprimere il tuo calcio.

Eh già perché pur di tronare al Napoli l’ex tecnico dell’Inter ha deciso di accettare di buon grado il dogma tattico del 4-3-3 tanto caro al presidente azzurro, che a tutti costi ha voluto che il successore di Rudi Garcia continuasse ad attuare questo modulo con la speranza che tutto si potesse risolvere rimettendo i calciatori nei propri ruoli più congeniali.

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Mazzarri accetta con entusiasmo di tornare al Napoli, come l’ultima spiaggia di chi ha costruito la sua carriera sul sacrificio e sul lavoro ma che dopo il grande risultati azzurri, al momento di fare il grande salto di qualità, è inciampato in una serie di sfortunati eventi (Inter in primis) che quasi lo avevano spedito nel dimenticatoio.

4-3-3 o 3-5-2?

Lontano dalla panchina e dal campo Mazzarri ha studiato, ha visto l’evoluzione del calcio seguendo le orme dello strabiliante campionato fatto dai partenopei l’anno scorso, argomentazioni che hanno stregato De Laurentiis che lo ha preferito al croato Tudor, garantendo al patron azzurro che la giostra sarebbe tornata a girare come lo scorso anno.

Ha sfatato il mito di essere un allenatore monotematico, attaccato al 3-5-2 che ha messo in campo in tutte le sue squadre, e che in taluni casi è stata la sua vera e propria fortuna. Ha rimesso Stanislav Lobotka al centro del villaggio e ha cercato in tutti modi di convincere innanzitutto se stesso che il 4-3-3 fosse il modulo perfetto per questa squadra.

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Il primo ciclo è terribile: dopo la vittoria di Bergamo sotto la guida del tecnico toscano il Napoli rimedia le sconfitte con Inter, Juventus, Real Madrid riuscendo a battere soltanto il Braga in Champions League e il Cagliari con molta fatica.

Nonostante le sconfitte sono arrivati dei segnali incoraggianti, la squadra a sprazzi ritrova entusiasmo e voglia di giocare, ma per la troppa imprecisione e per le continue amnesie difensive i risultati non arrivano.

Alla luce del ciclo negativo gli azzurri crollano in classifica, passando dal quarto posto con Garcia al settimo posto con Mazzarri, facendosi scavalcare dal camaleontico Bologna di Thiago Motta e dalla spettacolare Fiorentina di Vincenzo Italiano.

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Urge una inversione di tendenza, ma come fare? Il Natale non porta buone notizie agli azzurri che cadono clamorosamente in casa contro il Frosinone in Coppa Italia (0-4) e perdono all’Olimpico contro una Roma tutt’altro che irresistibile un match dal sapore spareggio per le zone nobili della classifica.

I dubbi che assalgono il buon Walter Mazzarri, di ritorno in taxi dalla deludente trasferta nella Capitale, sono molti e sembra davvero che lui sia in balia della mancanza di motivazione dei suoi calciatori che partita dopo partita dimostrano sempre di più la propria insofferenza.

Il mercato di riparazione però può rappresentare una vera e propria scialuppa di salvataggio che in qualche modo potrà dare la possibilità al tecnico azzurro di poter finalmente mettere in atto la sua amatissima difesa a tre, che potrebbe in qualche modo svoltare la stagione azzurra. Un possibile cambio di modulo potrà consentire a Walter Mazzarri di trovare soluzione al rebus Napoli?. Il paradosso è che tutto è ancora una volta per (s)fortuna nella mani del presidente Aurelio De Laurentiis. Tornare all’amato 3-5-2 potrebbe ridare solidità difensiva agli azzurri, sistemare la baracca almeno momentaneamente e riportare certezze nell’allenatore. Certo servirebbero, come dicevamo, alcuni aggiustamenti in fase di mercato.

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Nuovi interpreti

Per applicare il modulo di mazzarriana memoria servirebbe almeno un altro difensore centrale di sicuro affidamento, mentre i due esterni difensivi, Di Lorenzo e Mario Rui, sembrerebbero già in grado di passare al nuovo ruolo senza troppi traumi. Il centrocampo, Anguissa Lobotka e Zielinski, andrebbe incrementato di un elemento che possa prendere il posto di Anguissa, impegnato in Coppa d’Africa, e numericamente di Elmas e di Demme anche lui in lista di sbarco. Il solo Cajuste infatti non potrebbe bastare.

Davanti l’esclusione più eccellente potrebbe essere quella di  Politano che sembrerebbe finito sulla ricchissima agenda del calcio arabo.

La coppia titolare KvaratskheliaOsimhen più Simeone e Raspadori subito dietro potrebbero essere un quartetto perfetto per il reparto avanzato mentre l’enigma Lindstrom potrebbe essere risolto con un arretramento dello scandinavo sulla linea mediana del campo con compiti di raccordo tra le linee avanzate.

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Sono solo ipotesi per carità, tentativi estremi per rimettere in piedi una situazione difficile. E per riprendere il cammino cosa c’è di meglio che tornare sulla strada vecchia, già conosciuta a memoria dalla guida del gruppo.

Tutto nelle mani di ADL dicevamo che dopo aver distrutto un giocattolo perfetto è chiamato a nuovi innesti cercare di riportare almeno in Champions League un gruppo  fino a ieri eccezionale.

(Foto: DepositPhotos)

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