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Italia, il difficile comincia adesso

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Spalletti Italia
Tempo di lettura: 3 minuti

Bene, si può tirare un sospiro di sollievo adesso. E anche stappare una bottiglia di birra. Niente spumante, non è ancora il momento di festeggiare. E’ andato tutto come previsto. Una comoda affermazione casalinga con la Macedonia e un robusto pareggio in campo neutro contro l’Ucraina hanno garantito il pass per l’Europeo tedesco della prossima estate. Qualificazione diretta, senza passare dalle forche caudine degli spareggi, già fatali agli azzurri nel 2017 e nel 2022. La grande paura di non farcela, di finire nel disonorevole elenco dei ripescati è passata. Non ci saranno altri periodi di incertezza e discussioni su uomini da scegliere, formazioni da assemblare e moduli tattici da rifinire. La Nazionale ha guadagnato sul campo il diritto di difendere il titolo conquistato a Londra nel 2021. Il difficile comincia adesso.

Allenatore e selezionatore

Buona parte del merito è di Luciano Spalletti. L’ex tecnico del Napoli ha avuto coraggio ad accettare la proposta di una Federazione ridotta in braghe di tela dall’improvviso addio del precedente c. t., Roberto Mancini. Gli si è chiesto di dare anima e corpo a un gruppo confuso e spaurito nel giro di pochi giorni. Lui, com’è sua abitudine, non ha promesso miracoli  e si è messo a lavorare di buzzo buono. I giocatori che ha scelto hanno seguito le sue direttive, ognuno di loro si è preso la sua fetta di responsabilità, i risultati sono arrivati più o meno nella misura che ci si aspettava. Non ci sono state brucianti accelerazioni nel cammino verso l’Europeo ma neanche brusche sbandate.
Ognuno degli atleti che ha contribuito alla qualificazione può aspirare a un posto sull’aereo diretto verso la Germania.
Allo stesso tempo è chiaro che la truppa azzurra avrà la necessità di infoltire i ranghi, anche in considerazione delle defezioni forzate causa squalifica per lo scandalo delle scommesse. Il buon Spalletti dovrà sdoppiarsi in un doppio ruolo: prima di mettere sotto torchio i ragazzi con i suoi meticolosi allenamenti dovrà sceglierseli con attenzione. Il lavoro dell’implacabile mister non potrà prescindere dalle scelte dell’accorto selezionatore. Il difficile comincia adesso.

Una squadra per vincere

Non si può dire che abbia l’imbarazzo della scelta. L’incontrollato afflusso di stranieri nel campionato italiano ha ridotto di molto il bacino di aspiranti a cui attingere.
Oltre a creare una numerosa concorrenza  per i nostri giovani, fortemente penalizzati nel loro percorso di crescita verso la convocazione. Nemmeno l’inserimento degli oriundi è riuscito ad infondere nuova linfa a un gruppo che, allo stato attuale, non sembra attrezzato per riuscire a centrare grandi traguardi.

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Un aspetto, questo, ulteriormente aggravato dal nostro status di detentori del trofeo.

Siamo i campioni in carica, ci tocca lo scomodo ruolo di favoriti per la vittoria finale. Inoltre la sede della manifestazione è un territorio in cui è presente una folta rappresentanza di nostri connazionali. Questo comporta la certezza di avere una tifoseria talmente numerosa da poter pensare di giocare praticamente in casa. Ma un cosi ragguardevole numero di bandiere tricolori sugli spalti significa anche dover far fronte a delle aspettative di trionfo direttamente proporzionali alla passione che i fan riversano sulla squadra. Ora la domanda è: abbiamo i mezzi per rivivere l’entusiasmante corsa di Berlino 2006 o, quantomeno, esorcizzare lo spettro della delusione di Stoccarda 1974? Il difficile comincia adesso.

All’altezza degli avversari

Il girone di qualificazione non è stato superato senza difficoltà. L’Inghilterra, unica avversaria di rango per esperienza e talento, ci ha surclassati per due partite senza appello. Per reggere il confronto con nazionali di livello similare come Francia, Spagna o i padroni di casa tedeschi c’è molto da lavorare. Innanzitutto ci si augura che, a giugno, l’interminabile stagione agonistica non consegni a Spalletti degli atleti troppo usurati.
Poi si spera che il giovane capitano Donnarumma dia sicurezza ad una difesa orfana di centrali di spessore.
Che i due esterni titolari Di Lorenzo e Dimarco abbiano fiato e polmoni a sufficienza per arginare gli avversari e che gliene resti per spingersi in avanti.
Si spera che Cristante riesca, con l’aiuto di Barrella e Frattesi, a far dimenticare la probabile assenza di un Verratti imborghesito dalle facili ricchezze saudite.
Che il talento di Chiesa e Berardi trasformi in macchine da gol il poderoso Scamacca e lo sgusciante Raspadori.
Che venga fuori qualche nome nuovo per avere forze fresche da buttare nella mischia.
Che tutti insieme, staff tecnico e giocatori, ricreino la mirabolante alchimia dello scorso torneo.

Il difficile comincia adesso.

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(Foto: Depositphotos)

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