Kvara, quell’errore con l’Empoli cos’era?

Se illis temporibus avessi voluto far parlare male del mio maestro (nel mio sport non esisteva l’esonero, naturalmente), avrei potuto farlo senza troppi problemi.

Per un atleta di alto livello (forse anche per uno scarso) sarebbe stato semplicissimo fingere di essere sempre anticipato di un secondo dall’avversario, magari gestire bene un incontro e poi perderlo per banalità.

Ancora più facile sarebbe stato perdere per squalifica, perché ci avrei messo un attimo ad aprire la faccia di un poveretto, mandarlo al pronto soccorso e farmi sbattere fuori.

Ora, chiedo, però lo chiedo solo a chi ha conosciuto il calcio per davvero, magari giocando a livelli anche bassi, allenando, non so: un calciatore di livello assoluto è in grado di decidere se piazzare il pallone nell’angolino o tirarlo un po’ più centrale, in zona portiere?

Il tutto, tenendo conto del fatto che magari il tiro lo si scocca con i difensori attorno, a fine partita, su un campo pesante, etc…

Cioè, senza ipocrisia: Kvaratskhelia, quel pallone finale contro l’Empoli, lo sbaglia perché non avrebbe potuto fare meglio e basta?

Lo domando, a chi ne sa per esserci passato, perché davvero non sono in grado di darmi una risposta.

Chiarisco per chi dovesse avesse frainteso arrivando fin qua (nel caso, ovviamente è colpa mia).

Non sto ipotizzando che Kvara volesse far perdere il Napoli perché è cattivo, ci odia, si è venduto, non è un professionista, etc…

Il pensiero retrostante è: può essere che la squadra non avesse – o sentisse di non avere – altro modo che perdere, o non vincere, contro l’Empoli, per provare a far cambiare la guida tecnica è, subito dopo, ricominciare a correre?

So che quest’analisi potrà sollevare qualche critica, ma forse, se si guardano gli highlights di Georgia-Scozia giocata ieri, ci si pone qualche domanda in più. Prima di lapidarmi, intendo.

(Foto: Depositphotos)