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PREPARTITA SALERNITANA – Incassare, resistere e reagire

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Fischio D'inizio Salernitana
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La tranvata tra capo e collo è stata forte. Di quelle che, sei non hai la tempra di chi le ha superate tutte, farebbe stramazzare al suolo senza opportunità di reazione. Da che Salernitana è Salernitana, di colpi simili e/o peggiori se ne sono visti e sentiti. In tanti, tantissimi hanno tentato di affossare tutto e tutti. Ma da queste parti non ci si spezza, casomai ci si piega. Piuttosto, ci si esalta nelle situazioni che rasentano l’impossibile. D’altronde, la storia, anche recente, insegna. Questa sera si vedrà se i tre schiaffoni di Radonjic e soci siano finalmente riusciti a dare una sveglia decisiva agli uomini di Sousa. Un allenatore sì capace ed enormemente carismatico, ma che negli ultimi tempi pare abbia perso un tantino la bussola. Eccessivamente distratto, forse, a discutere pubblicamente sull’operato del DS probabilmente non conforme alle proprie aspettative. Un dettaglio che, sempre usando il condizionale, potrebbe averlo distolto dall’obiettivo principale canalizzando attenzioni ed energie dove proprio non occorre.

Ciò detto, credere di poter competere a tutto tondo con una realtà come quella granata torinese è esercizio insano, insensato e, in alcuni casi, intellettualmente disonesto. Il Torino, blasone a parte, possiede uno status symbol collaudato e riconosciuto da trofei ed assidua militanza in massima serie. In parole povere, di pasta asciutta ce n’è ancora da divorare a tonnellate per raggiungere un tale livello. Sul come è arrivata la sconfitta, magari, se ne può anche discutere. Una sconfitta, al netto di evidenti dislivelli tecnici, che ha ulteriormente messo a nudo i limiti di squadra e allenatore. Tanta confusione tattica, annessa alla mancanza di mordente in alcuni frangenti della gara, hanno senz’altro contribuito al rotondo passivo. A Sousa ora il compito di trovare il bandolo della matassa e di mescolare al meglio ogni elemento per la creazione di una pozione finalmente vincente. Il Frosinone, prossimo avversario dei granata, è squadra organizzata e sbarazzina che ha poco o nulla da perdere. Guai, ordunque, sottovalutare chi viaggia spedito sulle ali dell’entusiasmo e con pressione pressoché pari a zero.

Sull’undici titolare, intanto, sembrano esserci diversi ballottaggi dalla cintola in su. Nessuna novità in difesa, con Lovato, Gyomber a Pirola ad agire dinanzi ad Ochoa. Sulle fasce, Mazzocchi a destra e Bradaric a sinistra. Primo dubbio a centrocampo, con uno tra Martegani e Bohinen a dar manforte a Legowski. Sulla trequarti, cerca di nuovo spazio Kastanos, che potrebbe affiancare Candreva. In avanti, probabile panchina per Botheim, con l’ipotesi Jovane Cabral in veste di falso nueve sempre più concreta. Ancora ai box Boulaye Dia, ufficialmente a causa di ritardi di condizione.

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Concentrazione e convinzione i nuovi mantra da seguire. Magari, con la consapevolezza che un risultato positivo possa spianare la strada verso un obiettivo raggiungibile, ma tutt’altro che scontato. Che restino fuori dall’Arechi processi, mugugni, malumori e disquisizioni di varia natura. C’è una partita da vincere. Ed è l’unica cosa che conta.

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