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RUBRICA #LBDV – Accadde oggi, il mistero di Alberto Ascari

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22 Maggio 1955 – Durante il Gran Premio di Monaco il pilota, Alberto Ascari, a bordo della sua Lancia D50, si ritrova da solo al comando. Ascari vola verso una facile vittoria. All’ottantesimo giro inizio il giro che sarà ricordato in tutti gli annali dell’automobilismo sportivo. Dopo essere transitato dalla Sainte Devote, Ascari punta dritto alla curva del Casinò e arrivato al Portier, entra nel tunnel a tutta velocità, prima di affrontare, all’uscita, la variante del porto. Ascari sterza il volante a sinistra ma la macchina vola letteralmente in mare sotto lo sguardo sbigottito del pubblico che ammirava il Gran Premio. Il pilota venne ripescato da un sommozzatore che si trovava nei paraggi. Ascari fu condotto all’ospedale monegasco e la prognosi fu di colpo al setto nasale e al fianco destro.

I perché di questo incidente, ovviamente, non vennero mai rivelati con certezza. Secondo Cesare De Agostini, autore del libro ‘Ascari un mito italiano’, le cause vanno ricercate in tre differenti versioni. La prima va identificata in un guasto tecnico della vettura; la seconda che la vettura scivolò sull’olio lasciato in pista dalla Mercedes di Moss; la terza che Ascari arrivò alla variante ad una velocità troppo elevata. Alcuni tifosi invece sosteranno che l’incidente è stato causato da una distrazione dello stesso piota intento a guardare la folla che lo osannava. A distanza di 64 anni l’incidente più “bagnato” della storia resta avvolto nel mistero

Ma il destino, si sa, spesso è beffardo. Appena quattro giorni dopo l’incidente di Montecarlo, Ascari viene invitato dagli amici a raggiungerli a Monza per provare la nuova Ferrari 750. Prima di andare a pranzare Ascari chiese di fare non più di tre giri di allenamento. All’ultimo passaggio, nella stessa curva che lo aveva visto uscire di pista nei test con la Lancia D50 l’anno precedente, la macchina sbandò e si capovolse, schiacciando il pilota, che morì sul colpo. Inutile risultò, infatti, il tentativo di rianimazione ed Ascari giunse all’Ospedale San Gerardo di Monza ormai privo di vita.

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A cinquant’anni dalla morte le cause che portarono all’incidente rimangono non chiarite. In un’intervista rilasciata al settimanale Autosprint, il pilota Tino Brambilla dichiara di aver visto l’incidente: conferma la dinamica appena descritta ed esclude categoricamente l’ipotesi spesso circolata che l’incidente sia stato causato da uno spettatore che avrebbe attraversato la pista. Una vita avvolta dal mistero, una vita in cui il destino si è portato via troppo presto uno dei piloti italiani più eclettici e forti. 

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