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A(F)FONDO – Plusvalenze e giovani, si puó

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Tempo di lettura: 3 minuti

Plusvalenze e giovani

La settimana scorsa ci siamo soffermati sullo stato di salute (pessimo) dei settori giovanili italiani.
Ne abbiamo parlato anche nella nostra diretta del weekend, SENZA FILTRI.

Nel nostro campionato non si investe sui giovani perché il rischio è ritenuto troppo alto e troppo alti sono ritenuti i costi.
Meglio scovare prodotti già formati a costo zero in giro per l’Europa e per il mondo e poi sperare nella botta di… fortuna.

Eppur si può

Eppure ci sono realtà europee che da anni lavorano bene e guadagnano altrettanto.
Se pure l’obiettivo fosse esclusivamente la plusvalenza, queste realtà virtuose dimostrano che tutto si può fare, perfino la sola speculazione.

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Prendiamo l’Athletic Club di Bilbao.

In questa realtà la politica di investimento totale sul settore giovanile è resa ancor più “rischiosa” dalle peculiari regole del club: si tesserano esclusivamente giocatori baschi o di origine basca, con un bacino di utenza dunque estremamente esiguo.

L’Athletic Club

La compagine basca è l’unica, insieme a Real e Barcellona, a non essere mai stata retrocessa in serie cadette.
E nonostante la sua politica, apparentemente “folle” per i nostri club, colleziona plusvalenze una via l’altra.

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Le più recenti e rilevanti: – Kepa, il portiere più costoso della storia del calcio, ceduto al Chelsea per 80 milioni di euro; – Aymeric Laporte, difensore centrale, ceduto per 65 milioni di euro al Manchester City.

Il Monaco

Quando arrivò la proprietà araba a rilevare il club del Principato, tutti pensavano a qualcosa in stile PSG.
Acquisti faraonici, spese matte e cose del genere.
Ma così non è stato.

Il club si è subito distinto per una politica di meticolosa programmazione del settore giovanile, con la costruzione di uno dei vivai top in Europa.

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Mbappè, ceduto al PSG per 180 milioni di euro, è in realtà la punta dell’iceberg.
Tielemans, Fabinho, Bernardo Silva sono solo alcuni dei nomi di giovani cresciuti al Monaco che ora giocano in top club europei.

Si può fare

Si può fare, dunque.
Plusvalenze e giovani sono compatibili; anzi i vivai, se ben organizzati, sono imprescindibili per generare plusvalenze consistenti.

È molto più rischioso fare la “pesca fortunata” in giro per il mondo e sperare di conquistare il biglietto vincente.

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E allora perché i nostri club sono così indietro?

Un Paese per vecchi

E torniamo sempre lì: è una questione di mentalità, non esiste altra risposta plausibile.

Nessuno ha voglia di investire nei giovani perché nessuno ci crede.
A partire dalle scuole.

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Tutto qui.
Semplice, e desolante.

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