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SPECIALE “CALCIO@ARTE” – Il fantacalcio, arte popolare

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In questi anni sono cambiate tante cose. Le generazioni, in primis e, con esse, le esigenze dei ragazzi, le tendenze, le mode e le passioni. Ma, certamente, non l’amore verso il… calcio. 

Quando parliamo di arte da accomunare al calcio, non possiamo assolutamente non parlare di un’arte stupenda, eccitante quale il fantacalcio.

Estate: tempo di vacanze, di mare, di uscite con gli amici, ma soprattutto di calciomercato e, ebbene sì, del bellissimo fantacalcio.

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Sotto gli ombrelloni, con 40 gradi all’ombra, i fantallenatori stanno preparando i listoni in vista della prossima asta.

Chi prendo quest’anno? Punto a una difesa low cost e utilizzo più fantamilioni per l’attacco?

Sì, proprio lei. Quella lista che fa sempre emozionare e sussultare i cuori di milioni di appassionati. Questione di testa, di logica e di sangue freddo: ci si fa la “guerra” per i calciatori più forti, ma allo stesso tempo si cercano di cogliere le “occasioni” provando a spendere il meno possibile al fine di completare la rosa.

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Perché è proprio con quella lista sotto mano che si iniziano veramente a studiare le strategie per la formazione della propria fantarosa.

Sono intense le giornate di studio: i nuovi acquisti, i possibili titolari, i rigoristi, i difensori più prolifici, i centrocampisti col vizio del gol e ovviamente i soliti noti.

Una cosa è certa: il fantacalcio crea legami e, soprattutto, fortifica amicizie decennali. 

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Ed è proprio questo, probabilmente, l’aspetto che lo rende speciale ai nostri occhi. 

Ma è pure vero che il fantacalcio distrugge amicizie decennali, per un primo posto perso all’ultima giornata. E il sottoscritto ne sa qualcosa.

Come e quando è nato? Ma soprattutto chi lo ha inventato? E se un giorno non sapete quale favola raccontare ai vostri nipotini, fate i nonni controcorrente e affidatevi alla fantasia…“C’era una volta il fantacalcio…”

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L’IDEATORE

‘Tanto tanto tempo fa’, così iniziano le storie no? In un bar del centro di Milano, dove Riccardo Albini (giornalista e papà del fantacalcio) trascorreva gran parte del suo tempo, verso la fine degli anni ’80.

Ed è proprio lì, su uno di quei tavolini, che è nato uno dei giochi più belli degli ultimi tempi. L’obiettivo? Permettere alla gente comune di essere l’allenatore di una squadra.

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Il Fantacalcio nasce nel giugno 1988, alla vigilia dei campionati Europei, basato su una struttura di regole studiate per diversi anni e in gran parte mutuate dai fantasy games statunitensi. 

Riccardo Albini dirigeva una rivista chiamata “Videogiochi” e si recava in America un paio di volte l’anno per lavoro.

Un giorno, la sua attenzione cadde su un manuale chiamato ‘Fantasy Football’. In parole spicciole un fantacalcio legato al football americano, con valutazioni dei singoli atleti in base alle statistiche elaborate al termine di ogni gara.

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“Eureka”: avrà pensato il giornalista. Portare questa innovazione, legata al calcio, in Italia poteva essere un qualcosa di interessante. E così è stato.

Con lui, su quei tavoli del bar “Goccia d’oro” c’erano sette amici, con cui iniziò il primo fantacalcio.

Dopo due anni, il “boom”: dal bar milanese ad un successo pazzesco. Ci fu la grandiosa idea di pubblicare un libro dove venivano spiegate le regole del gioco. 

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Lo stesso Albini, in un’intervista al ‘Fatto Quotidiano’, ha dichiarato: “Era il 1990. Vennero stampate 10mila copie e ne vendemmo un quarto. A livello editoriale fu un bagno di sangue ma i numeri parlano chiaro: quell’anno circa 15mila persone divennero fantallenatori”.

L’ASTA

Sono certo che tutti la pensiate come me. Tutti coloro i quali giocano al fantacalcio non fanno altro che aspettare una cosa: l’asta!

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È certamente il momento più bello, più atteso e più teso.

Sono lì che le prime amicizie cominciano a scricchiolare.

“Allora tu prendi Koulibaly però non mi fai asta su CR7!”

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“Sicuramente, fidati di me!”

E lì sbagli. Puntualmente verrà chiamato CR7 e tu, tranquillo, con i tuoi crediti, aspetti, fino a quando quel bastardo infame non spara: “CINQUECENTO!”… e addio sogni di gloria. Benvenuti coltelli e bestemmie!

Se pensiamo che questa non sia arte, ragazzi miei, vuol dire che abbiamo sprecato un buon ventennio di vita.

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