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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – Più rimpianti che rimorsi

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Vlahovic Juventus
Tempo di lettura: 3 minuti

La Juventus si sbarazza dell’Udinese con un 2 a 0 casalingo che è un risultato molto meno netto di quanto potrebbe sembrare.

Certo, dopo essere usciti indenni dalle due  precedenti, difficili trasferte in Emilia e a Roma contro dei diretti concorrenti alla corsa alla prossima Champion’s League, ci sarebbe di che rallegrarsi dell’esito dell’incontro di ieri. Soprattutto perché si è riusciti a staccare, seppur di poco, i biancocelesti e i giallorossi e resta una sola partita da giocare.
Eppure, anche il match contro i friulani ha fornito motivi di rammarico a dirigenza e tifoseria per quello che poteva essere e non è stato. Un mucchio di opportunità non sfruttate a dovere e che avrebbero cambiato volto a questa stagione. Più rimpianti che rimorsi.

La concretezza del tecnico

La strategia di Igor Tudor per la volata finale del campionato era chiara. Innanzitutto fare risultato contro il Bologna e la Lazio nelle due complicate gare esterne e non perdere punti preziosi. Poi cambiare marcia e prendersi l’intera posta in palio nelle ultime due sfide del torneo e staccare definitivamente i rivali per l’Europa che conta.
Finora tutto è andato secondo i piani ma ci si chiede: se ci fosse stato sin dall’inizio in panchina il tecnico croato, fin dove poteva portare la sua concretezza? Di sicuro a qualcosa di meglio che ad inseguire con affanno un sofferto quarto posto con vista sulla Champion’s League.

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Anche in questo caso c’è da recriminare più su quanto non è stato messo in atto che sulle azioni effettivamente compiute. Più rimpianti che rimorsi.

Responsabilizzare i giocatori

Stesso discorso per molti giocatori presenti in rosa. Dopo un faraonico mercato estivo (circa 200 milioni di euro spesi, è utile ricordarlo) non si è fatta la necessaria chiarezza sull’attribuzione di ruoli e gerarchie.
Con l’unico effetto di demotivare elementi che avrebbero potuto offrire un rendimento ben più consistente nell’arco della stagione.

E’ il caso di Manuel Locatelli, attuale capitano e faro del centrocampo bianconero, mediano di lotta e di governo su cui si può sempre e comunque fare affidamento. Ma il vigoroso metronomo che vediamo adesso all’opera è la versione potenziata dell’atleta smarrito di qualche mese fa. La sfiducia dell’allenatore precedente e l’essere posposto all’indecifrabile regista brasiliano Douglas Luiz lo avevano immalinconito fin quasi a farlo sparire dai radar.
Solo con l’investitura a titolare fisso e la fascia al braccio l’ex regista del Sassuolo ha potuto ritrovare sé stesso e fornire un apprezzabile contributo alla causa. Non sarebbe stato meglio puntare su di lui fin dalla prima giornata? Più rimpianti che rimorsi.

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Ali guizzanti ma non troppo

E, viste le cose da questa prospettiva, identica riflessione si può fare su due nuovi arrivi, l’ala lusitana Francisco Conceição e il suo omologo argentino Nico Gonzalez.
Entrambi giunti alla Continassa la scorsa estate con molte aspettative, entrambi chiamati a dimostrare il loro valore per far riscattare i loro cartellini alla fine della stagione. Anche se il secondo è stato molto frenato dagli infortuni, comunque ha avuto le sue occasioni per mettersi in mostra.
Il problema è che, chiamato a ricoprire un ruolo molto diverso dal suo, ha finito per ingrigirsi e risultare ininfluente in molte occasioni. Allo stesso modo del folletto portoghese, decisamente effervescente nelle sue prime apparizioni e poi completamente svuotato nelle successive.
Una più oculata gestione, più rispettosa delle loro caratteristiche tecniche, ce li avrebbe mostrati in gran spolvero come ieri, con il figlio d’arte Conceição ad imperversare senza sosta sulla fascia e il bandolero sudamericano a pungere in attacco fino a firmare la rete del vantaggio bianconero. Due ali che potevano essere ben più guizzanti di quello che sono state. Più rimpianti che rimorsi.

Conferma e addio

Infine, due giovani talenti che avranno un destino molto diverso tra di loro. Il primo è Kenan Yildiz. Vent’anni appena compiuti e un futuro radioso simboleggiato dal numero 10 che porta già sulle spalle.
Il suo presente, però, è macchiato dalla sciocca espulsione che gli ha fatto saltare le partite di Roma e Bologna per squalifica. E le sue veroniche di ieri (due assist, tanto per gradire) hanno fatto intendere quanto sarebbe stata utile la sua presenza in campo in quelle occasioni.
Anche per lui c’è da auspicarsi una migliore amministrazione di un già notevole patrimonio tecnico. Per quanto riguarda, invece, Dusan Vlahovic è probabile che il suo gol di ieri, su assist del trequartista turco, sia stato il suo regalo d’addio al pubblico dello Stadium.
Troppo piena di ombre la sua stagione e troppo pesante il suo ingaggio per consentire alla società di poter continuare ad investire sulla sua (appannata) vena di bomber. Dispiace per quello che poteva dare e non ha dato. Più rimpianti che rimorsi.

(Foto: Depositphotos)

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