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Il Benevento perde probabilmente anche l’ultimo treno per la vetta: 0-0 goffo contro il Messina

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Benevento
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BENEVENTO-MESSINA 0-0

Resta a secco di vittorie anche questo pomeriggio, il Benevento, dopo il doppio terremoto che lo ha travolto (non vince dallo scorso 5 gennaio e ha esonerato un allenatore che aveva, ultima parentesi a parte poco dipendente da lui, svolto un ottimo lavoro) era alla prova del fuoco questo pomeriggio in casa contro un Messina, terzultimo ma in ripresa.

Per non perdere la scia luminosa che conduce alla testa, meritatamente occupata dai giallorossi fino a qualche partita fa. Se non è crisi nera dei giallorossi, poco ci manca.

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I siciliani, invece, dal canto loro e dal fronte opposto della barricata, reduci da tre risultati utili consecutivi specie negli scontri diretti contro Latina e Casertana, attualmente si trovano a 5 punti dalla zona salvezza. L’ambiente beneventano è anche scosso dalla conferenza stampa-spiegone, di qualche giorno fa, nella quale è stato sì presentato il nuovo allenatore Michele Pazienza, ma sono anche state spiegate le motivazioni alla base dell’esonero di Auteri.
Spiegazioni di Vigorito e company che non hanno convinto del tutto. Il momento difficile del Benevento continua con questo 0-0 casalingo, dopo il passo falso della “prima” in panchina di Pazienza a Biella.

Per il Benevento, con Pazienza che provava già a cambiare l’assetto della squadra rinforzando il centrocampo per dare più equilibrio, erano assenti Meccariello e Nardi (per infortunio) e Berra (per squalifica), mentre il Messina si presentava al completo al “Vigorito”, ad eccezione naturalmente dell’assenza di Pedicillo (squalificato) e della defaillance dell’ultimo momento di Buchel, che costringevano il tecnico a cambiare interpreti.

PRIMO TEMPO – Inno alla bruttezza

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Nel debutto in casa, come detto, Pazienza cambia modulo e uomini giallorossi, con Simonetti che agisce da rifinitore alle spalle di Manconi e Lanini. Un esperimento per iniziare a capire qual è stata la ragione dell’inversione di tendenza dei risultati, come dichiarato dal presidente del Benevento Vigorito.

Anche se, resta un po’ paradossale, mandare via una persona in piena lotta per la promozione, visto che fino ad un mese fa aveva condotto la squadra in vetta alla classifica, e non per una sola giornata per caso. Ma il primo ad essere pericoloso col suo 4-3-3, che poi fa staccare la punta Costantino a seconda delle circostanze, è però il Messina che, al 13’, con Garofalo ci prova dal limite, Nunziante respinge.
Dopo 38 minuti di vuoto cosmico, dove sono stati più i peloritani intraprendenti che la Strega propositiva, al 39’ l’unica occasione del Benevento di portarsi in vantaggio.
Con praterie molto vaste, azione rapida da playstation tra Acampora e Simonetti, da quest’ultimo in profondità per Manconi che preferisce, egoisticamente, la conclusione personale sconclusionata, che non passarla in mezzo, all’altezza del dischetto, ad un liberissimo Talia. Contropiede sfumato per i giallorossi.

SECONDO TEMPO – L’odissea continua….

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Ad un primo tempo onestamente brutto, vuole porre rimedio solo mister Banchieri che rinforza il reparto arretrato con Lia, terzino destro più spinoso e d’esperienza. Piccola possibilità al 2’ minuto con Acampora su passaggio di Viscardi, ma il tiro, deviato, esce a lato.
Messina che si affaccia con Gyamfi che serve Vicario al limite dell’area: conclusione che esce lentamente fuori. Non accade più nulla fino all’ 80’. Siciliani vicini al colpaccio. Crimi appoggia come sponda a Garofalo. Conclusione non decisissima, ma che mette in affanno Nunziante. Padroni di casa che alzano il ritmo nel finale. All’ 85’ Capellini crossa di prima intenzione sul secondo palo per il libero Manconi, ma il centravanti tenta una mezza girata al volo che finisce altissima. Ultima occasione per Manconi che esce, sostituito dal giovane Perlingieri.

Saranno lui e Lamesta a portare sulle spalle il peso dell’attacco nei minuti di recupero, nel tentativo di vincere in extremis la gara. Ma sono i siciliani ad andare, ancora una volta, vicini a segnare. Corner di Luciani per l’accorrente Garofalo che non indovina la porta.

Arriva al quinto minuto di recupero l’occasionissima finale per la Strega. Simonetti, il migliore in campo, alza la sfera per Lamesta che, da distanza ravvicinata, non vede lo specchio della porta. Feroce la contestazione dei tifosi in curva e in tribuna al triplice fischio finale.

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Il Messina, dalla trasferta in terra sannita, ne esce sornione e con un punto in più da mettere in cassaforte, utile nella corsa alla salvezza. Il Benevento è ufficialmente in crisi di risultati e di gioco, questo ormai è chiaro, di voglia, di rabbia e di tattica, completamente saltata per tre quarti di gara. Il cambio modulo non ha prodotto il cambiamento sperato, ma siamo solo alla prima partita con queste modifiche.
Bisognerà vedere nelle prossime gare. Probabilmente, però, la parola “semplicità” evocata da Pazienza s’è confusa con “superficialità”. Avrà tempo, Pazienza, per capire dove finisce la grinta e inizia la svogliatezza, dov’è guasto il meccanismo e dove bisogna ripararlo. Intanto l’obiettivo dei playoff è sempre pienamente alla portata della Strega.

Bisogna solo capire se l’odissea che sta attraversando non duri, metaforicamente parlando, 20 anni come quella di Ulisse.

IL TABELLINO

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Benevento (4-3-1-2)

Nunziante; Veltri, Capellini, Tosca, Viscardi; Talia, Viviani (81’ Borello), Acampora (68’ Lamesta); Simonetti; Manconi (87’ Perlingieri), Lanini (68’ Starita).

All. Pazienza

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Messina (4-3-2-1)

Krapikas; Gyamfi, Gelli, Dumbravanu, Haveri (1’ s.t. Lia); Crimi, Petrucci, Garofalo; Vicario (69’ Chiarella, sostituito al 79’ da Ingrosso), Tordini (69’ Luciani); Costantino (69’ De Sena)

All. Banchieri

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Arbitro: Di Reda di Molfetta

Ammoniti: Costantino (M), Acampora (B), Viscardi (B), Talia (B), Simonetti (B), Ingrosso (M), Banchieri (M) per proteste

Recupero: 1’ primo tempo; 5’ secondo tempo

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(Foto: Depositphotos)

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