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Angolo del tifoso

Napoli: Non facciamo succedere un Kvarantotto!

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Napoli Kvaratskhelia
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Da anni gli addii di calciatori ed allenatori simbolo del Napoli polarizzano la tifoseria attorno ai due blocchi di anti-Adl e pro-Adl.

Anche la partenza ormai imminente di Kvaratskhelia potrebbe risolversi in una crociata degli uni contro gli altri, ma stavolta sarebbe un macroscopico errore che il tifo azzurro non deve commettere.
Stavolta davvero non ci sono santi né unici colpevoli, ma solo, al più, una cronologia di colpe che potrebbe essere interessante, benché non credo sia utile, ricostruire.

Lo sbaglio di De Laurentiis

Ha sbagliato (per primo) Adl quando, nell’anno del delirio post scudetto, ha pensato di poter lasciare che il calciatore di gran lunga più forte in rosa continuasse a guadagnare meno di tutti i suoi compagni.
De Laurentiis, con una ingenuità che non gli appartiene e con un atteggiamento da schiavista dei tempi moderni, credeva che il contratto con scadenza 2027 gli avrebbe dato potere di vita o di morte sul georgiano. E sbagliava, Aurelio, e ha sbagliato.

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Poi però Adl ha fatto, per motivi che qui non rilevano, non uno, non due, non tre, ma dieci passi indietro, rispetto agli errori del 2023/24: ha ingaggiato il migliore allenatore possibile senza badare a spese, gli ha messo a disposizione un budget enorme per potenziare la rosa, ne ha assecondato praticamente tutte le richieste.
E anche sulla vicenda Kvara, Aurelio aveva fatto retromarcia, offrendo al calciatore (se bisogna dare credito a tutti gli organi di informazione) ben 6 milioni e più di stipendio, con l’impegno – questo significa apporre una clausola – di lasciarlo andare già a fine stagione.

Gli errori di Kvaratskhelia

E qui arrivano gli errori di Kvaratskhelia, ragion per cui stavolta saremmo stupidi noi tifosi se ci spaccassimo in fazioni.

Kvara non ha mai accettato la proposta di rinnovo perché, parole pronunciate ieri da Conte con la chiarezza di un cristallo, con la durezza di un diamante, vuole andare via.
Kvara non si è mai sentito al centro del nuovo progetto, il che spiega anche alcune prestazioni sottotono registrate in questa stagione. Kvaratskhelia non si sente parte del gruppo che sta riguadagnando dignità dopo il fallimento della scorsa stagione.

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Kvara non vuole avere nulla a che fare con i ragazzi che hanno messo insieme 44 punti in 19 partite.

Personalmente posso capire che il georgiano si sia sentito trascurato, sminuito, offeso dai comportamenti di Adl nel post scudetto: però quest’anno la pagina era stata voltata, la società gli aveva offerto un contratto da top player e, soprattutto, il campo raccontava di una squadra che, “contro a tutti quanti”, sta provando a scrivere una nuova pagina di storia e un nuovo capitolo di leggenda.

Un futuro senza Kvaratskhelia

Kvara ha deciso di andare via, Kvara fra pochi giorni sarà il passato del Napoli: quando ciò accadrà, il georgiano meriterà un saluto degno, memore di, e riconoscente per, tutto ciò che il fenomeno con il cognome impronunciabile e la 77 sulle spalle, ci ha regalato.
Fino ad allora, però, noi tifosi dobbiamo pensare a tre sole cose: Verona, Atalanta, Juventus.
E sì, perché quando Kvara sarà andato via, qui a lottare per un sogno ci resteremo noi, veri custodi della maglia azzurra, e ci resterà chi quella maglia avrà voluto continuare a riempirla di pelle, a bagnarla di sudore, a sporcarla di fango, a rigarla di onore ed a, speriamo, cingerla dell’alloro che spetta ai vincitori.
Qui con noi ci resteranno i ragazzi che andranno in campo ed il nostro condottiero: a loro, e solo a loro dobbiamo pensare, sostenendoli in ogni partita dal primo all’ultimo secondo.

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(Foto: Depositphotos)

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