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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – Nervi a fior di pelle

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Juventus Thiago Motta
Tempo di lettura: 3 minuti

La Juventus colleziona l’ennesimo pareggio concludendo il derby con il Torino per 1 a 1.

Niente di nuovo sotto il sole: i bianconeri trovano il vantaggio in maniera abbastanza casuale e non riescono a mantenerlo a lungo. Una volta incassata la rete dagli avversari gli uomini di Thiago Motta si sfaldano e rischiano di subire la seconda marcatura.

E’ avvenuto nella gara di Supercoppa, è successo in altre occasioni e, probabilmente, si verificherà di nuovo. E’ una squadra senza nerbo, senza carattere e priva di leadership.

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Nei momenti di difficoltà non c’è chi prende in mano la situazione, magari con un paio di lanci in profondità ben assestati. E anche quello che dovrebbe reggere la barra del timone e tracciare la giusta rotta sembra aver perso la bussola.

Il mister italo brasiliano smarrisce ogni forma di autocontrollo e inscena un grottesco parapiglia con il suo collega granata. Entrambi inevitabilmente espulsi. Nervi a fior di pelle.

Sempre sotto esame

Non è l’unico, del resto, a sentirsi sempre sotto esame e a sbroccare per eccesso di tensione. In tribuna si agita anche Cristiano Giuntoli: sbarcato a Torino con la nomea di mago degli affari si è ritrovato negli scomodi panni del ragioniere.

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In teoria era stato ingaggiato per costruire un team da scudetto, in pratica il suo compito principale, finora, è stato quello di ridurre il monte ingaggi.

Con scelte non proprio felicissime, vedi il mettere alla porta una sicurezza come Szczeşny sostituendolo con l’incerto mestierante Di Gregorio oppure emarginare  Danilo senza avere una valida alternativa.

In entrambi i casi il risultato del campo è stato posposto alle esigenze di bilancio. E l’ineffabile dirigente, di fronte a simili disastri, non sa far altro che sibilare un seccato “Torneremo protagonisti”. Nervi a fior di pelle

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Totale improvvisazione

I difetti nell’assemblaggio della squadra (equamente ripartiti tra un mercato raffazzonato e una discutibile preparazione atletica) si riflettono sulla sua precaria organizzazione di gioco.

Neanche l’ombra di schemi, manovra affidata alla più totale improvvisazione. In altre parole: o un diamante grezzo come Kenan Yildiz si accende di luce propria e inventa dal nulla una giocata che vale un gol oppure è notte fonda.

Se poi i compagni non sanno neanche capitalizzare il vantaggio regalatogli dalla prodezza del talentino turco, mettendoci grinta e cuore, allora l’essere rimontati è  fisiologico.

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E, a questo punto, la vera  partita diventa quella con sé stessi: cercare di portare a casa un risultato positivo senza perdere le staffe. Nervi a fior di pelle.

Fascia variabile

Una volta riportato il risultato in parità, ci si aspetta che una squadra che punta ad un piazzamento Champion’s League si rifaccia in avanti per segnare e vincere la partita.

Neanche per idea: i ragazzi di Thiago Motta  si limitano a caracollare con indolenza per il campo. Se il pallone si dirige pigramente verso l’area granata è più un frutto del caso che della buona volontà dei bianconeri.

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Anche il capitano di giornata Koopmeiners (nel nuovo corso la fascia cambia padrone con notevole frequenza) si distingue per la cadenza morigerata del passo. Le vertiginose accelerazioni per cui andava famoso sono ormai un ricordo del passato.

Tutto quel che resta dell’iperbolico funambolo degli anni scorsi è una certa tendenza all’isterismo quando l’avversario lo stoppa o gli soffia la sfera. Nervi a fior di pelle.

Un bradipo in mediana

L’unico che doppia il compassato tulipano olandese in questa gara di lentezza (sembra un gioco di parole, è solo sarcasmo) è il brasiliano Douglas Luiz.

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Schierato titolare dopo circa tre mesi, il regista carioca era chiamato ad una prova di orgoglio. Molti, ormai, lo hanno bollato come flop, a credere in lui sono rimasti soltanto i più irriducibili ottimisti.

E nemmeno loro, a giudicare da quanto ha fatto vedere, hanno qualche motivo per continuare ad esserlo. L’ex punto fermo dell’Arsenal (come diavolo avrà fatto a diventarlo?) si conferma un bradipo in mediana. Il tocco di palla felpato c’è, la visione di gioco pure.

Ma entrambi i pregi sono vanificati da una esasperante flemma nell’impostare l’azione. Sarà anche (stato?) un giocatore di talento ma questi difetti lo rendono palesemente inadeguato a certi livelli.

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Non si abbandona al malumore quando le cose non vanno nel verso giusto ma fa davvero perdere la pazienza a chi è assiepato sugli spalti. Nervi a fior di pelle.

Quasi imbattibili

E la chiusura è ancora ad opera dell’ineffabile trainer Thiago Motta, sempre pronto a sottolineare di aver visto delle buone cose da parte dei suoi.

Oltre a fare considerazioni sulla (quasi) imbattibilità del team, capace di perdere solo due partite su quasi trenta disputate in stagione. Corretto, Mister.

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La sua squadra non ha quasi mai perso. Ma neanche vinto. E con la pareggite acuta da cui è affetta non si va lontano. Al massimo si accumulano tensioni varie ed espulsioni frequenti. Nervi a fior di pelle.

(Foto: Depositphotos)

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