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L’importanza dell’allenatore nel calcio moderno

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Roma De Rossi
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Molto spesso si sottovaluta il ruolo dell’allenatore, ritenendo che una squadra forte possa essere allenata da chiunque, ottenendo i medesimi risultati. Se una volta questo principio poteva considerarsi valido nel calcio moderno le cose sono cambiate, con il singolo allenatore che fa ormai il 30-40% del potenziale di una squadra e che ha un peso maggiore rispetto al passato.

Alcuni esempi recenti

Il caso più lampante di ciò si è visto nelle ultime settimane con l’arrivo di Francesco Calzona sulla panchina del Napoli. Se i giocatori dopo l’addio di Spalletti erano irriconoscibili, con un’intera squadra depauperata prima dal lavoro di Garcia, con il quale (anche se a tratti) ancora si giocava a calcio, e poi con quello di Mazzarri, che ha visto il livello di gioco dei partenopei rasentare lo zero, con Calzona in panchina si è arrivati ad una svolta. Il pareggio con il Barcellona ha subito mostrato come l’aria fosse cambiata, con la schiacciante vittoria di Sassuolo che ha rigenerato mentalmente i giocatori azzurri.

Fondamentale è stata però la gara con la Juventus che ha visto il Napoli dare continuità alle buone prestazioni precedenti, esprimendo un ritrovato gioco offensivo pur mantenendo una fragilità difensiva dovuta anche al mancato acquisto del difensore nel mercato di gennaio. Comunque in generale con il CT della Slovacchia in panchina il Napoli pare essersi ritrovato e pare poter credere, per la prima volta in questa stagione, nel piazzamento Champions.

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Altro caso emblematico è quello di De Rossi sulla panchina della Roma. L’ex centrocampista, nella sua unica esperienza da allenatore alla Spal, non era sembrato un tecnico in grado di svoltare la stagione di una squadra. Proprio da qui deriva il grande stupore nel vedere i numeri dei giallorossi dal suo arrivo: in 9 gare i capitolini hanno portato a casa 7 vittorie, un pareggio ed una sola sconfitta con la capolista Inter, riuscendo tra l’altro a mettere in difficoltà i nerazzurri per buona parte del match. Tutto ciò fino a qualche mese fa, con Mourinho in panchina, sarebbe sembrato impossibile, a dimostrazione anche di come lo Special One abbia fatto ormai il suo tempo.

Non giocatori forti ma funzionali

Chiaramente ogni tecnico vorrebbe aver a disposizione campioni con Mbappé, Haaland, De Bruyne, ma molto spesso a far la differenza sono quei giocatori funzionali allo schema di gioco di un tecnico. Esempio lampante è la trasformazione che Motta ha fatto di Zirkzee in questa stagione, riuscendo a valorizzare un calciatore che fino alla passata stagione non aveva mai particolarmente brillato. Lo stesso vale per calciatori come Calafiori, il quale da terzino è passato ad essere un centrale di assoluta affidabilità per il Bologna.

Eh ma la colpa è dei giocatori

Altro mito da sfatare è il “che colpa ne ha l’allenatore se il giocatore in campo si mangia quel gol?“. Spesso infatti ci si dimentica che a mandare in campo i giocatori e a dargli le indicazioni di gioco è l’allenatore e, salvo i casi in cui la squadra rema contro il tecnico, imprecisioni o cali qualitativi possono essere frutto di incomprensioni o di indicazioni non efficaci. Chiaramente poi una squadra avrà sempre dei limiti ma, come è merito dell’allenatore se i calciatori giocano bene al contempo la colpa è sua in caso di prestazioni sottotono sul lungo periodo.

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Esemplificativo di ciò è la stagione del Cittadella di quest’anno: dopo aver chiuso il girone d’andata con un sorprendente quarto posto, la formazione veneta ha intrapreso un girone di ritorno a dir poco disastro che ha visto la squadra infilare 8 sconfitte di fila, con le colpe che gravano sulle spalle del tecnico Gorini, fautore di una incredibile prima metà di stagione e di una disastrosa seconda parte.

In sintesi

Troppo spesso sottovalutato, il ruolo dell’allenatore nel calcio moderno risulta preponderante, con la scelta del tecnico che può essere più decisiva rispetto a quella di un giocatore, risultando paradossalmente più utile investire magari una cifra maggiore per il coach che per il calciatore. Al giorno d’oggi ciò risulta ormai fattuale, con uno sbaglio nella scelta del mister che può condannare la stagione di una squadra sin dal principio, salvo riuscendo magari a porre una pezza in corso d’opera (un po’ come fece il Leverkusen 22/23 con la scelta di Xabi Alonso).

(Foto: DepositPhotos)

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