I nostri Social

Approfondimenti

Il Napoli sceglie di affidarsi a Francesco Calzona per ritrovare il gioco perduto

Pubblicato

il

Napoli Maradona
Tempo di lettura: 5 minuti

Il Napoli si affida a Francesco Calzona, per le poche partite che rimangono al termine della stagione, per ritrovare un’identità di gioco, visti i trascorsi come vice di Sarri e nello staff di Spalletti

Il Napoli si affida a Francesco Calzona, per le poche partite che rimangono al termine della stagione, per ritrovare un’identità di gioco, visti i trascorsi come vice di Sarri e nello staff di Spalletti. La squadra partenopea sembra non trovare pace: il film post-Scudetto regala un nuovo colpo di scena, col terzo cambio allenatore in una stagione dai contorni tanto inattesi quanto caotici. Prima Garcia, poi Mazzarri, infine Calzona. La dirigenza si auspica che il finale di stagione non sia così caotico e sia condito da risultati e buone prestazioni. Provando a chiudere dignitosamente un’annata che, dopo uno Scudetto vinto dominando il campionato in lungo e in largo, non si immaginava potesse andare così.

Chi è Francesco Calzona

Nato a Vibo Valentia nel 1968, Francesco Calzona da calciatore riesce a mettere insieme anche qualche presenza in Serie B con l’Arezzo. Poi inizia la gavetta da allenatore in Umbria con la Castiglionese nel 2004 e in seguito con il Torrita in Toscana lavorando nel frattempo come venditore ambulante di caffè. Nel 2007 arriva la svolta, Maurizio Sarri (allora all’Avellino) lo vuole come suo vice-allenatore, ruolo che ricoprirà anche nelle successive avventure dell’attuale tecnico della Lazio: Perugia, Alessandria, Sorrento, Empoli e infine Napoli dove conosce per la prima volta l’ambiente di Castel Volturno. Poi le strade si dividono: nel 2018 Sarri inizia l’avventura in Premier League alla guida del Chelsea, Calzona prima entra nello staff di Ancelotti, poi rimane fermo fino al 2020 quando diventa assistente di Eusebio Di Francesco al Cagliari prima di tornare, l’anno dopo, al Napoli in qualità di vice di Luciano Spalletti nella stagione pre-scudetto.

Il ritorno a Napoli con Spalletti

A differenza del periodo con Sarri, nel 2021 Calzona è tornato a Napoli in veste di collaboratore, ma non di vice. Per questo motivo quando Spalletti è stato squalificato a sedersi in panchina è stato il secondo scelto a inizio annata, Domenichini.

Pubblicità

Il Legame con Sarri

La persona alla quale Calzona è più legato è Maurizio Sarri. I due sono diventati amici nel 2000 quando al ct gli viene proposta la panchina del Tegoleto, Eccellenza: “Non posso, ho troppo da fare”. All’epoca giocava nella squadra e faceva il venditore ambulante di caffè. Ma la soluzione era dietro l’angolo: “Prendete lui” suggerisce. Il dito indica proprio Maurizio Sarri, che quando Calzona si ritira lo fa diventare suo. Gli insegna il mestiere, lo trasforma in un maniaco della tattica e per anni è il suo drone umano. Osserva, registra e riporta. L’assistente perfetto che con gli anni ha fatto carriera. Dopo una vita da vice è diventato ct della Slovacchia e ora sarà il nuovo allenatore del Napoli. I riflettori si sono accesi, Calzona esce dalle quinte: ora c’è lui in primo piano.

La chiamata della Nazionale slovacca

Nell’agosto del 2022 arriva la classica telefonata che gli cambia la vita. “Ero a fare carburante in una stazione di servizioaveva raccontato Calzona quando ricevo una chiamata di Marek Hamsik. Con lui eravamo rimasti in contatto dai tempi di Napoli ma non avrei mai pensato che mi chiedesse: ti interessa allenare la Slovacchia? Gli ho detto: finisco di far gasolio e ci penso. Ma non potevo dire no, infatti l’ho richiamato subito dopo“. La Slovacchia gli affida, così, la panchina della Nazionale come successore di Stefan Tarkovic, esonerato dopo una pesante sconfitta casalinga in Nations League contro il Kazakistan.

Nonostante lo scetticismo iniziale, Calzona riesce nell’impresa di qualificare per la prima volta la Slovacchia a un campionato europeo chiudendo secondo il girone J dietro al Portogallo, col quale comunque nei due scontri diretti perde di un solo gol di scarto (0-1 e 2-3). Ventidue i punti assieme dalla nazionale slovacca, frutto di 7 vittorie, un pari e due sconfitte con 17 gol fatti e 8 subiti, rivelandosi come miglior difesa del girone e con un tasso di vittorie del 50%. Calzona ha raggiunto, così, i colleghi italiani Montella, Rossi, Spalletti e Tedesco al prossimo Europeo 2024. La federazione slovacca crede molto in lui, per questo motivo, attraverso un comunicato, ha posto delle rigidissime regole per poter dare il via libera al doppio impegno.

Pubblicità

Come predilige giocare Calzona

Le esperienze di Francesco Calzona sono fondamentali per provare a vedere la tipologia di gioco che proverà a portare a Napoli: sarà di impronta Sarrista. Un calcio dinamico basato sulla ricerca della vittoria attraverso l’estetica – come avvenuto nel triennio in cui l’attuale tecnico della Lazio è rimasto ai piedi del Vesuvio – condito da reminiscenze Spallettiane: alimentato dalle esperienze da vice di Sarri e un’esperienza vincente nello staff di Big Luciano. Era uno dei tattici dello staff tecnico, allenava la fase difensiva, cura maniacale dei dettagli e grande sintonia coi calciatori: a Napoli sotto la sua gestione Koulibaly ha avuto l’esplosione e la consacrazione. Un uomo prezioso all’ombra dei protagonisti. 

Francesco Calzona predilige il 4-3-3 con un’impostazione più verticale e con la costruzione dal basso, alla Spalletti, rispetto alla fitta trama di gioco di Sarri. In ogni caso sarà abbandonata la difesa a tre recentemente ripristinata da Mazzarri, per tornare a una struttura tattica più vicina a quella dello scudetto dello scorso anno. Con lui, dunque, rivedremo un Napoli giocare palla a terra e sfruttare la costruzione dal basso per risalire il campo, con la spinta dei due terzini essenziale per dare ampiezza alla squadra. In fase di non possesso, invece, sarà fondamentale il pressing alto utile per riconquistare il pallone già nella trequarti offensiva. I reparti saranno corti, palla a terra, fraseggio, copertura degli spazi e niente lanci lunghi, con una profondità da trovare attraverso le geometrie.

In alcune recenti dichiarazioni, così si era espresso, riguardo il modo di giocare:

“Provo sempre a fare la partita ma non sono un integralista, se l’avversario si dimostra decisamente più forte allora bisogna riuscire a limitarlo. Quello che voglio dire è che non mi sento a mio agio se devo comunicare un calcio difensivo. L’equilibrio è importante, ma giocare a calcio ancora di più. Io cerco di proporre un calcio di qualità, ma con grande applicazione. Se superi la prima linea di pressione avversaria poi devi verticalizzare per arrivare il prima possibile in zone di campo dove creare pericoli all’avversario. Quando un mio difensore tira una pallonata senza motivo in avanti, per me è una sconfitta. Non riesco a sopportare una cosa del genere: può succedere solo se sei costretto dall’avversario”.

Pubblicità

“Un’azione costruita con criterio, cercando di mettere in difficoltà l’avversario, sfruttandone i punti deboli, arrivando alla conclusione in porta nel minor tempo possibile. Per me il bel calcio è questo qui ha spiegato Calzona a dicembre in un’intervista a ‘Il Foglio‘ – Cercare di tenere la palla, verticalizzare appena è possibile, fare un calcio di movimento, possibilmente a pochi tocchi, con la palla che si muove velocemente, lasciando magari negli ultimi trenta metri spazio alla qualità e alla fantasia dei singoli”.

Poi ha continuato:

L’estetica conta. In primis perché le partite che non sono belle io le guardo malvolentieri in tv e allo stadio, mi distraggo subito. C’è gente che paga il biglietto per vedere 90 minuti, non due goal arrivati da episodi. Per me il calcio è spettacolo, bisogna far di tutto per far divertire il pubblico. Io provo ad allenare le mie squadre per fare un buon calcio, a volte non ci riesco anche per merito degli avversari che ti portano a fare un calcio che non è tuo”. 

Pubblicità

La possibile formazione del Napoli con Calzona

NAPOLI (4-3-3): Meret/Gollini; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Mario Rui; Anguissa, Lobotka, Zielinski/Traorè; Politano, Osimhen, Kvaratskhelia. All. Calzona.

Occhio al possibile ballottaggio tra Dendoncker e Lobotka, con il primo sicuramente più efficace nel recupero del pallone, anche se con Lobotka, il neo tecnico azzurro, potrà avere maggiore feeling, avendolo già vissuto in passato e, soprattutto, avendolo allenato in Nazionale.

In queste prime giornate con Francesco Calzona alla guida del Napoli, per provare a mettere in pratica il suo gioco, potremmo anche rivedere anche alcuni volti meno utilizzati in campo, come  Lindstrom o il recuperato Olivera, pronto a riprendersi una maglia da titolare.

Pubblicità

in evidenza