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ANGOLO NAPOLI – Eppur si muove!

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Rudi Garcia Napoli
Tempo di lettura: 2 minuti

Sabato pomeriggio autunnale a Salerno, con pioggia intermittente e temperature più basse della media stagionale. 

Salernitana – Napoli è trasferta a due passi da casa, posta in calendario in un momento già decisivo, considerati gli altalenanti risultati succedutisi sinora.

Campioni d’Italia subito in avanti e con dominante possesso palla.

Manovra spesso portata avanti a due tocchi, con tanti movimenti offensivi e buone combinazioni tra centrocampisti ed attaccanti. Al netto di un Anguissa ancora lontano parente della colonna ammirata la scorsa stagione, più che sufficiente la prestazione complessiva di squadra, col vantaggio di Raspadori utile a suggellare un’evidente differenza tra i ventidue in campo. Scambi stretti e tanta densità offensiva da parte degli azzurri nella parte finale del primo tempo, non sufficiente – però – ad ufficializzare anche nel punteggio il dominio dei campioni d’Italia.

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Merito soprattutto del portiere granata, insuperabile tra i pali sia palla a terra che a mezz’altezza.

Tanta energia, poche idee e molti falli in un inizio ripresa molto più fisico che tecnico.

Azzurri in ogni caso ad intervalli regolari dalle parti di Ochoa con Kvaratskhelia, Zielinski e, soprattutto, Politano ad andare vicini al raddoppio.

Secondo gol arrivato, però, per merito di Elmas, al momento giusto, abile nel costruire e finalizzare una buona occasione da sinistra.

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Tanti limiti per la Salernitana in fase di non possesso e con distanza eccessiva tra i reparti, molta foga nei contrasti, ma pochissime occasioni pericolose dalla parte di Meret.

La vittoria per due a zero in trasferta, con un gol per tempo, può sembrare – ai più – la partita perfetta.

Quella dell’Arechi, in realtà, non lo è stata affatto, pur rappresentando un buon modo per ripartire dopo il pareggio in casa col Milan, con punteggio attenuato soprattutto grazie alle parate del portiere granata. 

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Eppur si muove”, avrebbe esclamato Galileo dinanzi all’Inquisizione, dopo esser stato costretto ad abiurare le sue dottrine cosmografiche.

Identica affermazione, probabilmente, ha trovato posto nella testa di ogni tifoso azzurro, che – in questo periodo dell’anno – affronta ogni partita scommettendo sulla capacità di Kvaratskhelia e compagni di mostrarsi eredi degni di loro stessi, dominatori incontrastati in lungo ed in largo appena un anno fa.

Prima di Galileo, la convinzione era che la Terra fosse ferma, ruotandole intorno tutto il resto.

Così è accaduto per larghi tratti recenti ai ragazzi in maglia azzurra, con Lobotka a far da baricentro, termometro e bilancia rispetto a tutto quel che orbitava intorno.

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Eppur si muove” sta provando invece a dire Rudi Garcia, cambiando una squadra che fino ad ora ha sofferto (e per tanta parte di partita subito) le compagini bene organizzate che ha avuto di fronte. 

La nuova convinzione tecnico-tattica parte da un centrocampista slovacco che copre più campo soprattutto in verticale e che – intorno – stimola rincorse e costruzione anche da parte di coloro che gli giocano ai fianchi.

L’abiura, non evidente ma vistosa, del credo di Spalletti è tutta qui, per il momento.

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Col tempo, supremo giudice che valuta segmenti mai troppo brevi, ad avere il compito più gravoso: quello di evidenziare un’occasione sprecata o di recuperare momenti perduti rafforzando una speranza l’anno scorso divenuta improvvisamente sogno.
Intanto si muove la classifica con tre punti fuori casa. Il che – di per sé – è una buona notizia e regala un week end di serenità.

(Foto: Depositphotos)

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