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PREPARTITA SALERNITANA – RicominciAmo

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Salernitana Fiorentina Arechi
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Dopo tanto parlare, disquisire e, in certi casi, vaneggiare, finalmente si ricomincia a fare sul serio. La nuova stagione dei granata, la terza storica consecutivi tra i grandi, partirà più o meno da dove ci eravamo lasciati: l’Olimpico Roma, sponda giallorossa. Stadio della capitale che rievoca ricordi dal sapore agrodolce. Tre, finora, i precedenti con la compagine capitolina in quel di Roma. Annate diverse, storie diverse, ma tutti legate, in qualche modo da un unico filo conduttore. Ogni gara disputata all’Olimpico ha fornito delle indicazioni, o presagi che dir si voglia, che sono valsi per l’intera stagione.

La zampata di Rigobert Song, dinanzi ad un popolo giallorosso incredulo e inizialmente travolto dall’onda granata nel ’98, prima di cadere sotto i colpi di capitan Totti e soci con la complicità dell’arbitro Bolognino, fece da presagio allo sfortunato e tristissimo epilogo. Due anni or sono, invece, la gara dell’Olimpico, nonostante la discussa e immeritata sconfitta per 2-1, portò con sé la consapevolezza di poter scalare l’Everest salvezza. Discorso diverso per la gara di pochi mesi fa che, al contrario, ha consacrato definitivamente la Salernitana come un’effettiva realtà di compagine di massima serie.

Quest’oggi, al cospetto degli uomini guidati eccezionalmente da Bruno Conti, si presenterà una Salernitana incerottata e dall’organico piuttosto risicato. Paulo Sousa, che non lesina stoccate di insoddisfazione nei confronti della società praticamente ad ogni conferenza stampa, dovrà reinventarsi il terzetto difensivo. Orfana del lungodegente Daniliuc, del desaparecido Bronn e dell’acciaccato Pirola, la difesa appare, gioco forza, il reparto con maggiori difficoltà. Davanti a Memo Ochoa, da destra a sinistra agiranno Gyomber, l’ex di turno Fazio e Lovato, recuperato in extremis dal trauma contusivo al ginocchio destro riportato nel match di Coppa Italia contro la Ternana all’Arechi. Qualora l’ex Atalanta non dovesse farcela a partire dal primo minuto, a scalare sul centro sinistra sarà Bradaric, con il conseguente spostamento di Mazzocchi sulla fascia sinistra e l’inserimento di Sambia a destra. Scelte più o meno obbligate anche a centrocampo. A far coppia con Lassana Coulibaly, uno tra Maggiore e Mamadou Coulibaly. Dalla panchina il nuovo acquisto Legowski. In avanti, invece, toccherà a Candreva e Kastanos supportare uno tra Botheim e Dia. Non convocati i nuovi acquisti Stewart e Ikwuemesi.

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Ci sarà da soffrire, dunque. Ma a queste latitudini ci si è fatti il callo. In attesa di buone nuove dal mercato, occorrerà fare di necessità virtù. Dote già ampiamente dimostrato, in periodi ben peggiori, da Paulo Sousa e il suo staff. Ad ogni modo, come ribadito dallo stesso tecnico, quello di Roma rappresenta il primo step per dimostrare di potersela, e doversela giocare con tutti. Chiaramente, al netto di difficoltà oggettive e valori differenti. Pleonastico, certo, ma è sempre meglio chiarire ogni aspetto. E poi, come “ogni maledetta domenica”, a sorreggere i granata ci sarà la carica dei 5mila. Ché sognare non costa nulla. Essere equilibrati nei giudizi, evidentemente, un tantino di più.

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