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L’onda araba invade l’Europa, C.Romano: “È un bene per tutto il calcio, vi spiego…”‘

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Abbiamo rivolto quattro domande al nostro Ciro Romano sul tema del momento: l’uragano saudita che ha invaso il continente e i campionati europei.

Avvocato, l’onda anomala (araba) ha investito il calcio europeo, un bene o un male?

È una opportunità.

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Come tale, conviene guardarla dal lato giusto. Innanzitutto: soldi freschi che piovono in Europa. Nell’immediato possono drogare qualche sessione di mercato: se il calcio europeo ragionerà da sistema, tuttavia, le ricchezze in qualche modo si distribuiranno. Meglio per tutti frequentare campionati in buona salute finanziaria che esser circondati dai debiti.

La vera fortuna, tuttavia, può addirittura concedersi un riverbero romantico. Lo so, in mezzo a tanti danari pare un ossimoro: solo in apparenza.

Dove può arrivare il calcio arabo? C’è chi giura che nell’arco di un triennio possa diventare una lega tra le prime tre del mondo

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Adesso non si può dire, solo auspicare che campino cent’anni. Ché di ricchi scemi c’è sempre bisogno.Z

Ci siamo spaventati all’idea di una SuperLega che stuprasse il concetto di pallone col quale siamo cresciuti, che ci ha fatti uomini. È evidente che il progetto avesse un fondamento finanziario, ma nessun europeo che ami il gioco poteva tollerare che la storia dei nostri campionati finisse nella monnezza.

Ecco, se la SuperLega se la fanno lì, mi sembra il miglior compromesso possibile

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Se i campioni andranno tutti lì il tifoso guarderà quel campionato in TV?

Voglio risponderti prima da tifoso, poi da appassionato.
Seguo il calcio da sempre, gli ultimi quindici anni sono quelli in cui il Gioco mi è piaciuto di meno. Ridimensionarsi, per quanto mi riguarda, é addirittura salutare. Meno campioni può e deve significare campionati più equilibrati. Di quelli che finanche l’Hellas può vincere.
Poi rifletti. L’anno passato la partita più entusiasmante d’Europa é stata, a mio avviso, City-Arsenal: quella del sorpasso. Ora facciamo un gioco: togli i 22 in distinta e sostituiscili con chi ti pare, mettili pure in due squadre arabe. Quale partita guardi? Sempre quella di Manchester, senti a me. Potranno comprare i calciatori, più o meno forti: mai l’epica connessa alla storia dei nostri club. È quella che ci rende appetibili, direi irripetibili altrove. Ecco perché tutto ‘sto circo d’Arabia ci fa un baffo.

Cosa dovrebbe fare la FIFA per regolamentare un mercato drogato come questo?

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La FIFA può derogare alle leggi del mercato fino ad un certo punto. Il FFP, come abbiamo visto, se vuoi lo aggiri. Chi può fare la differenza sono i club, le proprietà. Insisto: si ragionasse da sistema, tutti trarrebbero giovamento. È interesse delle grandi che le piccole siano competitive: se migliorano le partite, sono loro a guadagnarci di più. Ma è interesse proprio delle piccole che le grandi guadagnino, che abbiano non debiti ma soldi da immettere in circuito. Ognuno rinunci ad una porzione delle proprie libertà, ci si connetta su esigenze prospettiche comuni e tutto il calcio diverrà un mondo libero.
Sotto questo aspetto, però, sono meno fiducioso.

Non ritieni che questa prepotenza economica possa agevolare le società bisognose di soldi ma penalizzare il tifoso che vede i campioni della sua squadra poter andare via in qualsiasi momento in nome del Dio denaro?

Sono costretto a risponderti da innamorato, pertanto miope e limitato.
Il mio cuore è appartenuto ad una soltanto: la Salernitana me l’ha rubato in Serie C e solo ora sono all’apogeo. Ti confesso un segreto: per me non è cambiato niente da allora. Se ripartiamo dai valori sinceri, per i quali cambiano i colori ma la nostra maglia è la più bella di tutte, i calciatori torneranno a rappresentare il ruolo che gli compete: un orpello, un dettaglio della nostra passione. Forti, meno forti: cosa vuoi che ci interessi, quando scende in campo la tua squadra?

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Produttore Esecutivo in Mediaset per contenuti di informazione (hardnews e softnews), telegiornali e talk tv prime-time. Ho ideato il progetto LBDV e fondato la testata giornalistica. Sono amante del dubbio, socratico per formazione e mi piace guardare al di là delle apparenze tutto, le persone e la vita.

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