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Il profondo rosso della Serie A

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La fotografia che la Gazzetta dello Sport ha scattato ai bilanci dei club della massima serie italiana è preoccupante per non dire direttamente allarmante. Un miliardo di rosso, a confermare la grande crisi del nostro calcio che oltre che tecnica e sportiva è anche economica.

Come si può leggere in questo approfondimento del sito specializzato Calcio e Finanza, infatti, nel 2020/21 la Serie A ha registrato un deficit aggregato di 1.025 milioni, dopo aver perso 754 milioni nel 2019/20: 1,4 miliardi in più rispetto ai 292 milioni del 2018/19.

Un problema di liquidità e di bilancio che molti club hanno provato ad arginare con una rivalutazione dei beni aziendali. Cagliari, Napoli, Inter, Torino e Udinese, per citarne alcuni, hanno infatti affidato ai periti la stima del loro asset (complessivo quindi di immobili, di archivio, di marchio, di rosa). Una mossa che però non ha risolto il problema: i debiti al netto dei crediti della Serie A sono infatti 3 miliardi e 4 milioni di euro nell’ultima stagione. Guardando la classifica del club più indebitati, al 30 giugno 2021, al primo posto abbiamo l’Inter, con 698 milioni di euro di rosso, seguito dalla Juventus, con 611 milioni di euro, e dalla Roma, con 523 milioni di euro. A finire la top ten abbiamo anche la Lazio (204 milioni), il Milan (157 milioni), il Genoa (152 milioni), il Parma (139 milioni), il Napoli (135 milioni) e infine l’Udinese (106 milioni)

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Un modello di riferimento per la ripresa di tutto il comparto, allora, potrebbe essere quello rappresentato dagli eSports. Stiamo parlando dei giochi elettronici che tanto successo stanno raccogliendo tra giovani e giovanissimi. Sono cresciuti tantissimo infatti i gamers professionisti ma anche i semplici appassionati, che seguono le dirette, che sperimentano giochi, che acquistano hardware. In poche parole: che generano un flusso di denaro senza precedenti. Eppure anche il mondo degli eSports si scontra con un problema: la mancanza di una effettiva regolamentazione per la loro offerta al pubblico. Al momento infatti a dettare legge è il Testo unico di pubblica sicurezza, all’Art. 100 che parla dei locali pubblici e la somministrazione dei giochi.

Un provvedimento che però ha ormai 20 anni di vita e che forse è il momento di aggiornare. Come deve fare il mondo del calcio, perché senza cambiamento il rischio di estinzione è veramente altissimo.

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