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DONNE E PALLONE – Le americane del Westchester in evidenza a Viareggio

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Americane a Viareggio. Tra le partecipanti alla Terza Viareggio Cup, l’equivalente femminile del prestigioso Torneo di Viareggio maschile, competizione recentemente conclusasi con la vittoria del Brondby sul Milan, c’è una squadra statunitense dello Stato di New York, la Westchester United, arrivata nelle semifinali, quindi nelle prime quattro. Delle otto partecipanti tre erano le formazioni straniere: oltre alle americane, le australiane dell’Apia Leichhardt e le danesi del Brondby. Per l’Italia hanno partecipato le formazioni Under 19 del Bologna, del Genoa, del Livorno e del Milan. Viareggio è una vetrina di tutto rispetto. Basti pensare che le ragazze della Juventus delle due altre edizioni vinte (l’anno scorso il torneo non venne fatto causa pandemia), 2019 e 2020, ora giocano praticamente tutte in squadre di serie A o di serie B. E che il mister di quelle formazioni, Alessandro Spugna, dopo aver allenato l’Empoli, in serie A, ora è la guida tecnica della vicecapolista Roma.

Ma torniamo alle statunitensi del Westchester, formazione che gioca nello stadio di Brewster. Le americane per l’occasione hanno schierato la loro Under 19 (che milita nei campionati universitari o di high school) rafforzata da almeno un paio di elementi ancora in età della prima squadra che quest’anno partecipa al campionato UPSL, equivalente alla nostra Serie C. Anzitutto il capitano, Hailey Flanagan, passaporto anche irlandese, difensore centrale alto ed elegante. Poi Gianna DeRose, italo-statunitense, attaccante alla Neymar che spazia su tutto il fronte dell’attacco e che al torneo è andata due volte a segno. Per non dire di Ariana Pejtri, attaccante, anch’essa del 2002, autrice di una doppietta contro il Genoa.

Battendo appunto il Genoa con un punteggio tennistico (6-1) e pareggiando contro il Bologna (1-1) il Westchester ha vinto il “gironcino” qualificandosi per le semifinali. Purtroppo per le americane il Milan si è rivelato un osso duro: le rossonere si è conquistate la finale con un rotondo 6-0. “Francamente il risultato è un po’ bugiardo, nel senso che ci penalizza troppo – commenta il general manager della squadra, l’italo-americano Daniele Panella -. Sull’1-0 per loro abbiamo preso una traversa, sbagliato due gol facili e ci hanno annullato una rete regolarissima sul 2-0, ad inizio secondo tempo, che avrebbe cambiato sicuramente l’inerzia dell’incontro. Tutte cose che poi, come si sa bene, nel calcio si pagano. Così – conclude – sul 3-0, a partita compromessa, abbiamo messo in campo tutte le più giovani e loro hanno dilagato. Un peccato”. Certo il Milan si è rivelata una formazione quadrata. “Sì, è una squadra molto forte in attacco – ammette Panella – e dalla ottima pulizia tecnica, cosa che noi forse ancora non abbiamo”. Le americane infatti sono una formazione grintosa, pugnace e fisica, ma per certi versi paga un po’ dazio sotto l’aspetto tecnico-tattico.

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A tale proposito il Westchester gioca con un consolidato schema che prevede due esterni a tutto campo, tre difensori puri, due attaccanti esterni a piede più o meno invertito e una punta centrale. La formazione, giovanissima, è composta da tre ragazze classe 2002, quindi ventenni, provenienti dalla prima squadra, da calciatrici del 2004 (tra cui un portiere della prima squadra), 2005 e 2006 e perfino da un 2008. La peculiarità di questa squadra è la versatilità delle ragazze, cosa che non trova riscontro in Italia dove è molto raro il cambio di ruolo sulla soglia dei vent’anni. Invece al Westchester gli elementi che compongono il 3-4-3 possono tranquillamente ruotare posizione in campo, una duttilità che in certi frangenti fa comodo.

“Siamo soddisfatti della nostra seconda partecipazione alla Viareggio Cup – afferma Panella -. Siamo la prima squadra americana ad essere riuscita a raggiungere le semifinali di questo torneo e ciò ci inorgoglisce. Un bel traguardo che potrebbe anche essere migliorato. Chissà che non si ritorni qui, in Toscana!”.

(Foto: viareggiocup.com)

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