Angolo del tifoso
ANGOLO NAPOLI – Napule è… una danza felice sotto la pioggia
“La vita”, amava dire il Mahatma Gandhi, “non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia”.
Ne ha fatto tesoro la squadra di Luciano Spalletti, che nell’ultimo periodo ha patito – una dietro l’altra – vicissitudini da film horror tra le positività Covid di Demme e Politano (oltre che di Zanoli), i risultati negativi con Verona, Inter e Spartak Mosca e i brutti infortuni di Anguissa e, soprattutto, Victor Osimhen.
In quello che sembrava, alla vigilia, un match insidioso e complicato, però, sotto il diluvio, gli azzurri hanno danzato felici per tutti i novanta minuti.
Davanti agli occhi di Maurizio Sarri, nel giorno più importante, nell’occasione più propizia, il Napoli ha giocato il primo tempo migliore dell’anno.
Con Lozano che è sembrato Callejon, Mario Rui che ha fatto Ghoulam, Lobotka che ha ricordato Jorginho e Mertens che è tornato… Mertens!
E’ finita con un 4-0 roboante, spettacolare e da stropicciarsi gli occhi.
Si sono sentiti, finalmente, i cori costanti dei tifosi innamorati e si è goduto, per larghissimi tratti, d’una squadra perfetta: veloce nella testa, tonica nelle gambe e forte – soprattutto – nel carattere.
Costruzione dal basso perfetta grazie ad una prestazione da copertina dei superbi centrali difensivi, ma anche di un centrocampista slovacco finalmente sugli scudi e capace di decidere con straordinaria lucidità tra la verticalizzazione ad un tocco e la giocata ragionata laterale o all’indietro.
Occupazione degli spazi fatta con grande qualità grazie alla ritrovata verve di Lozano ed alla copertura del campo di Zielinski e Fabian Ruiz, abili pure – con due differenti modi di tirar di sinistro – nel marcare il tabellino all’inizio ed alla fine di una partita che sarà destinata ad esser ricordata come una di quelle perfette.
La statua del giocatore più grande di sempre a dare il benvenuto ai ventidue in campo ed ai cinquantamila sugli spalti, il momento toccante iniziale del ricordo a pochi giorni dall’anniversario della sua morte, gli occhi fissi sul campo a benedire una prestazione superba ed a fotografare una stagione sin qui entusiasmante.
Il Napoli ritorna da solo alla testa della classifica dopo la partita più bella da quando il San Paolo è diventato Maradona, col Pibe de Oro presente in modo diverso e stampato negli occhi e nel cuore di ognuno, oltre che sulle maglie degli undici bravi calciatori colorati azzurro-cielo.
E’ sembrata, la compagine di casa, una magistrale orchestra chiamata a suonare uno spartito conosciuto a memoria, più che una squadra di calcio impegnata a portare a casa il risultato agognato.
Si sono divertiti in campo per tutto il tempo i ragazzi di Luciano Spalletti, scesi su un rettangolo verde parso, per l’occasione, più bello che mai.
Solo nel 2017/2018 il Napoli era partito meglio in campionato. In panchina, in quell’occasione, sedeva colui che oggi – allenando gli avversari – ha potuto solo constatare come il gruppo si sia arricchito di ottimi interpreti e stia continuando un percorso di crescita.
A fine partita Maurizio Sarri ha esaltato il Napoli come la più forte tra le avversarie. La circostanza, al di là dell’evidente opportunismo, è parsa oggettivamente vera.
La notte in cui il mondo ha ricordato il mito indimenticabile d’un Maestro inimitabile, ha regalato una partita contro la Lazio la cui visione va consigliata a chiunque abbia voglia o necessità di bellezza, speranza ed entusiasmo.
Perché – nell’attesa che passi la tempesta – riempie il cuore avere la certezza d’esser capaci anche di danzare sotto la pioggia.
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