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ZONA CESARINI – La Stanza del Bellissimo Atleta Dormiente

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Veniva da altri paesi la “Garde Noire” della nazionale francese di metà anni 70, definita da Beckenbauer “una delle coppie di centrali più forti e meglio assortite del continente“.

Le Tresor (Il Tesoro)

Guadalupe vedeva nascere Marius Tresor, che insegue il sogno in Francia, prima all’Ajaccio, in Corsica magari per nostalgia della sua isola lontana, poi Marsiglia e infine Bordeaux, dove vince anche uno scudetto.

Nel mezzo più di sessanta partite in Nazionale, primo giocatore di colore dei galletti che lo vede anche indossare una storica fascia di capitano.

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Gli ultimi 39 anni narrano di un personaggio eccentrico, un tombeur de femme. Gli ultimi 39 anni favoleggiano di matrimoni e figli in arrivo a 71 anni e un tresòr multimilionario frutto di corretti investimenti.

Adamo punito

Insieme a lui un altro “oriundo” dal destino diverso.

J.P.Adams nasce a Dakar e come il suo partner vola in Francia. Nel suo caso un pellegrinaggio religioso lo porta a Montargis e lì, a 8 anni, rimane a studiare presso una famiglia. Al collegio Saint-Louis il ragazzo eccelle e viene ribattezzato, vai a sapere perchè, le loup blanc (il lupo bianco).

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Comincia a giocare nel Fountainbleu, dilettanti. E’ il 1967 e il destino bussa una prima volta: prima un grave incidente stradale, dove Jean Pierre riporterà molte ferite e perderà il suo migliore amico, poi la chiamata al militare dirotteranno il ragazzo fuori dal suo sogno.

Ma poi arriva il 1968. In quell’anno la nazionale militare francese convoca il ragazzo e arrivano le prime attenzioni dal calcio che conta.

Bernadette

Ma soprattutto arriva Bernadette. L’amore con una bella ragazza bionda con gli occhi azzurri non dovrebbe suscitare altro che gioia, ma siamo nel 1968 e la Francia è ancora lontana da un’integrazione vera e propria. Gli stessi genitori di Bernadette, mal vedono l’unione con un “africano”, peraltro ancora alla ricerca della sua strada. Se ne faranno una ragione.

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Firoud

La spunta il Nimes di Kader Firoud, in quel momento uno dei più longevi allenatori per numero di panchine professionistiche, uno dei preparatori atletici più intransigenti del mondo che dirà di J.P. “più gli allenamenti diventavano duri più lui si divertiva. Non ho mai visto tanta energia e volontà in un calciatore in tutta la mia carriera”.

Dopo aver sfiorato l’incredibile titolo coi “Crocodiles” approda a Nizza dove vedrà sfumare un altro titolo sul finale.

Sono queste due esperienze ad aprirgli le porte della Nazionale e della gloria accanto al suo compagno più “affine” e al tempo stesso così opposto, il fortunato Tresor.

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Nel 1982, dopo aver lasciato il calcio, inizia il corso da allenatore a Dijon, ma prima deve operarsi al legamento. Un grave errore nell’anestesia lo trascinerà in stato vegetativo.E’ il 17 marzo del 1982.

Gli ultimi 39 anni

Li passerà in coma, Jean Pierre. Gli ultimi 39 anni Jean Pierre Adams non vivrà di calcio, se non attraverso gli aiuti economici della Federazione e di alcuni grandi giocatori; non vivrà la nazionale che vince due mondiali e un europeo; non vivrà il natio Senegal che sgambetta proprio i Bleus al mondiale.

Gli ultimi 39 anni vedranno solo le lotte con l’ospedale, gli errori successivi, le infezioni che porteranno Bernadette a riportare J.P. a casa, nella sua Nimes. Lo vedranno lottare per conquistare l’autonomia respiratoria, la postura seduto, il movimento di chiudere e aprire gli occhi, conquiste ben più grandi di uno scudetto.

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Bernadette non lo ha mai lasciato solo, ha continuato a parlargli. C’èra un piccolo televisore davanti al letto, che mandava continuamente partite di calcio, ciò che amava di più.

Il 6 Settembre scorso Jean Pierre si è spento, dopo aver passato gli ultimi 39 anni in quella che Bernadette ha battezzato…

la chambre du très beau athlète endormie

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