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Napoli: Adl-Insigne, che la danza abbia inizio

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Napoli
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Si è scatenato un mezzo ciclone targato Adl su Lorenzo Insigne. Nulla di strano, d’altronde chi conosce certe uscite del presidente sa bene che fa parte del gioco delle parti e del suo modo di relazionarsi, alla stampa, su questioni delicate, come lo è senz’altro il possibile rinnovo del capitano azzurro.

Insigne e la sua voglia di Napoli, sono sempre andate di pari passo. Un calciatore campano, nato a Frattamaggiore, da dove non ha mai del tutto sradicato le sue radici, di certo non avrebbe questo spassionato desiderio di allontanarsi dalla sua terra, andando a cercare gloria altrove, in un momento storico che lo vede capitano, maturo e beniamino degli azzurri, tralasciando qualche critica a volte di troppo che nel calcio sono un abitue.

Ma Adl come spesso accade, accende la miccia, infervora gli animi e questa volta è il turno di Lorenzo. Facile interpretare le parole del patron verso quale direzione vogliono propendere: un contratto che scade tra un anno e la necessità di abbassare il tetto ingaggi per gli azzurri, sono uno snodo cruciale per un accordo definitivo.

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Insigne dal canto suo, ambisce al massimo possibile per uno dei suoi ultimi contratti da calciatore professionista. A 30 anni, il calciatore anche in virtù del fantastico europeo che sta disputando, vorrà sedersi al tavolo con Adl, forte di quella che è la sua figura professionale, e cercare di giungere ad un accordo che accontenti sia lui che la società.

Vi abbiamo raccontato in questi mesi di come le parti in realtà non siano affatto lontane dal poter raggiungere un accordo. Va da sé, che gli europei abbiano fatto traslare l’appuntamento cruciale per il rinnovo, ma in realtà se ne è parlato già in qualche occasione precedentemente ed a breve sarà il momento dei fatti.

“E’ un prodotto del vivaio, Santoro che ora è tornato con noi, un napoletano che conosce il territorio, lo scovò tanti anni fa. Dipende da lui, se poi Insigne mi dice che si è stancato e non vuole relegarsi e girare l’Europa, sarà una sua decisione, non certo nostra”: queste le parole di Adl proprio qualche ora fa, e cosa vorranno mai significare? C’è la necessità di trovare la soluzione che accontenti tutti, ma la corda però non va tirata troppo.

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Tradotto in soldoni, caro Lorenzo, se mi chiedi 6 milioni all’anno, io non ti posso accontentare, ed ecco che subentrerebbe la volontà del ragazzo, che a parer del numero uno azzurro, dovrebbe rivedere le sue pretese. Chi avrà ragione e chi no? Nessuno avrà torto questo è sicuro, la società detta le regole economiche da perseguire per dovere di bilancio, chi fa il calciatore dal canto suo, è un professionista che negli ultimi anni, bada più a questo aspetto che al legame con la maglia, e non c’è nulla da recriminare. Essere professionisti impone spesso scelte anche dolorose dal punto di vista affettivo, ma sicuramente remunerative per il proprio portafogli.

Insomma, occorre adesso attendere che terminino gli europei, occorre attendere che il ragazzo si liberi dalle scorie di un periodo lungo di stress fisico e mentale, e poi ci sarà il momento di parlarne con serenità e definire la strada da intraprendere.

Una cosa ancora oggi però occorre ribadirla fino a prova contraria: permane la fiducia a prescindere le parole ultime di De Laurentiis.

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Produttore Esecutivo in Mediaset per contenuti di informazione (hardnews e softnews), telegiornali e talk tv prime-time. Ho ideato il progetto LBDV e fondato la testata giornalistica. Sono amante del dubbio, socratico per formazione e mi piace guardare al di là delle apparenze tutto, le persone e la vita.

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