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ZONA CESARINI – 17 anni Niccolò… 20 anni fa

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Quella mattina si alza Niccolò, si prepara, si veste, fa colazione, perchè dopo ci sono gli allenamenti e ha bisogno di energie, ma lo stomaco è stretto, oggi vuole mettere in difficoltà l’allenatore.

E’ stanco Niccolò, ha corso e si è impegnato, ha fatto il massimo. Domani arriva la Roma e magari è un segno del destino, perchè proprio a Roma, per pochi minuti, ha esordito in serie A all’andata.

Mentre lascia Casteldebole, inforcando il motorino, immagina lo stadio pieno, arriva la capolista. Immagina di togliere un pallone a Batistuta o magari frenare il dribbling di Totti.

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Riguarda in testa i trofei di papà, come portiere, mentre lui è difensore. Coppe Campioni, Supercoppe e Scudetti e il ricordo e il rispetto di tante città. “Magari fare la metà di quello che ha fatto papà Giovanni” avrà pensato.

Magari domani sarà un nome in più al fantacalcio, magari domani passerà la solitudine e i brutti ricordi a Londra, ci ha provato all’Arsenal, doveva far vedere a tutti che quello era il suo mondo per la passione e non per il cognome che portava. Ce l’ha messa tutta, ma un italiano in Inghilterra ancora oggi è quasi solo un migrante e integrarsi è dura. E comunque vince la Premier di categoria, per poi tornarsene in Italia… a Bologna.

Questo pensava Niccolò quella mattina sul suo motorino, immagino. E questo si spezza mentre perde il controllo del motorino. Questo finisce mentre sbatte su un guard rail in manutenzione, pare con tubo sporgente messo in posizione pericolosa.

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Oggi sono vent’anni, era il 9 febbraio del 2001. Oggi a Casteldebole il Bologna tiene una cerimonia sul campetto a lui dedicato. Oggi, come da vent’anni, vedrete il suo compagno di Nazionale, Quagliarella, portare sulla schiena il “suo” 27, quel numero che i rossoblu hanno ritirato.

Oggi sono vent’anni da quando stavo davanti alla tv, sognando uno scudetto che di lì a pochi mesi sarebbe stato realtà. Sono vent’anni che sarei dovuto essere emozionato per l’attesa del rientro di Emerson dal lungo infortunio, rientro bagnato dal gol. Vent’anni che avrei dovuto godere di quella vittoria e basta.

Eppure oggi sono vent’anni che ripensando a quella partita ho solo le immagini di Guidolin al fischio d’inizio, appoggiato al suo secondo, in lacrime, distrutto.

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Oggi sono vent’anni che Niccolò non c’e’ più e sono più degli anni che aveva, 17, e purtroppo molti meno dei sogni che un guard rail ha spezzato.

Ciao Niccolò, non so se saresti diventato il campione che sognavi, l’uomo che volevi, ma era giusto che la vita ti ci facesse provare, riuscire o sbagliare.

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