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Come la ‘sentenza Bosman’ cambiò il mondo del calciomercato

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Bosman
Tempo di lettura: 3 minuti

Florian Thauvin obiettivo del Milan da mesi, e possibile affare a costo zero. La Roma tenta Elseid Hysaj e, sempre in casa Napoli, le situazioni relative ad Arkadiusz Milik e Nikola Maksimovic tendono a non sbloccarsi. E ancora tante altre situazioni, anche in campo internazionale: come David Alaba, in scadenza con il Bayern Monaco e con pochissimi spiragli di accordo, accostato dunque con insistenza al Real Madrid. Ma soprattutto lui, che contende a Cristiano Ronaldo il titolo di giocatore più forte del globo. Parliamo ovviamente di Lionel Messi, libero già da oggi di potersi accordare con altri club, tenendo con il fiato sospeso tutta Barcellona.

Tanti sono i calciatori che dalle prossime settimane potranno cambiare casacca, senza passare dalle volontà del proprio club di appartenenza. E negli anni molteplici sono stati i trasferimenti eccellenti a ‘parametro zero’: da Andrea Pirlo – passato dal Milan alla Juventus – a Robert Lewandowski – trasferitosi dal Borussia Dortmund al Bayern Monaco – , giusto per ricordarne qualcuno. Ma chi è stato il primo, rivoluzionando il mondo del calciomercato in Europa?

LA BATTAGLIA LEGALE ‘BOSMAN’

Jean-Marc Bosman: un calciatore che sicuramente ricordiamo più per la sua battaglia nei tribunali che per la gesta in campo. E’ lui l’uomo che con la sua battaglia legale consegnò al calciomercato la sentenza che porta il suo nome. Ma facciamo un passo indietro.

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Era il 1990 ed il centrocampista belga militava nel Royal Football Club Liegi, dopo aver giocato per cinque stagioni – dal 1983 al 1988 – con l’altra squadra cittadina, lo Standard. In quell’anno il contratto con il RFC Liegi scadeva, ed il giocatore non intendeva prolungare il suo contratto. Anzi, aveva già raggiunto un accordo con il Dunkerque, club allora della serie B francese. Mancava però il consenso da parte del suo club di appartenenza, visto il mancato accordo con i colleghi transalpini.

L’accordo tra il calciatore ed il Dunkerque dunque non fu finalizzato, ma la questione piacque poco al Liegi che lo lasciò fuori rosa e gli decurtò addirittura l’ingaggio. Ne seguì una battaglia legale durata per anni, arrivando alla disputa finale del 15 dicembre 1995. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ultimo grado di giudizio, si pronunciò sul caso, rivoluzionando simultaneamente le leggi del mercato.

La sentenza, che fece storia e giurisprudenza, consentì ai calciatori europei di poter accordarsi con un’altra squadra a sei mesi dalla scadenza, anche con la firma di un pre-contratto. Il suddetto provvedimento inoltre stabilì che la limitazione sul tesseramento escludesse lo status di ‘straniero’ per i calciatori comunitari.

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Bosman vinse così uno scontro giudiziario durato per cinque anni, ma la sua carriera terminò appena un anno dopo. Scaduto il suo contratto con il Liegi nel 1990, non ebbe modo di affermarsi nel calcio di un certo livello. Nessuna società volle ingaggiarlo, per il timore che la vicenda legale potesse fungere da effetto boomerang, vedendosi costretto quindi a ripiegare nelle serie minori del calcio belga.

L’emanazione della sentenza fu la fine della sua carriera da calciatore. Da allora non trovò più spazio, in nessun ruolo, nel mondo del calcio. Negli ultimi anni Jean-Marc non se l’è passata sicuramente bene a causa della sua dipendenza da alcool. Nel 2012 è stato addirittura condannato ad un anno di carcere per violenza domestica.

La vicenda regalò all’epoca maggior potere decisionale ai calciatori, ma non sono mancati i pareri discordanti a quella che fu una vera e propria riforma. Nel bene e nel male, la ‘sentenza Bosman‘ rappresentò l’anno zero per il calciomercato moderno in Europa.

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(foto: Twitter Bosman)

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