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CALCIO E STORIA – 10 giugno 1934

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Aveva ancora la fronte madida di sudore, quando gli fu detto di ritornare in campo per esordire con la prima squadra, il suo Bologna.

Angelo Schiavio, il 10 giugno del 1934, nella finale mondiale contro la Cecoslovacchia, dopo aver messo a segno la rete della vittoria, deve essere andato con la mente a quel suo esordio, così particolare, nel calcio dei grandi.

Siamo nel 1923.
Al termine della partita tra le formazioni giovanili del Bologna e del Wiener di Vienna, nella quale segna due reti, il poco più che diciassettenne Angelo, viene richiamato da Felsner, il mister della prima squadra, per sostituire all’ultimo momento, nel ruolo di centravanti, il febbricitante Della Valle, nel macth che si sarebbe svolto da lì a poco.

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Fu così che avvenne l’esordio dell’Angiolino bolognese.

In quella partita, Schiavio segnò la rete dell’1-0 che valse la vittoria del Bologna con l’Ujpest Dosza, dopo aver disputato 180 minuti, tutti di fila.

I tifosi rossoblù rimasero colpiti da quel ragazzino così veloce che non si stancava mai di correre. Divenne subito il loro idolo, ma lui mai avrebbe immaginato, un giorno, di poter giocare una finale mondiale con la maglia della nazionale italiana.

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Schiavio, infatti, prese parte ai mondiali del 1934 che si disputarono per la prima volta in Europa e l’Italia fu scelta come paese organizzatore.

Dopo aver superato, lungo il cammino, formazioni come la Spagna e l’Austria, la nazionale di Vittorio Pozzo si trovò in finale di fronte alla temibile Cecoslovacchia.

La partita si giocò a Roma e la Cecoslovacchia iniziò subito a condurre le danze. Dopo diversi tentativi, con due legni colpiti da parte dei boemi, la Cecoslovacchia passò in vantaggio al minuto settantuno con Puc che, a differenza del suo quasi omonimo folletto shakespeariano, rischiò di rovinare i sogni azzurri di mezza estate.

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L’italia accusò il colpo e la Cecoslovacchia andò vicino a segnare il 2-0, colpendo per la terza volta il palo.

Quando ormai la situazione appariva irrecuperabile, a pochi minuti dalla fine, gli azzurri trovarono un insperato pareggio grazie ad un gol segnato con un tiro dalla distanza di Orsi.

I tempi regolamentari si chiusero sul 1 -1 e fu necessario andare ai supplementari. Qui salì in cattedra il ” ragazzino di Bologna”.

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Al fatidico minuto 95, Schiavio entrò in area e, con un tiro incrociato, trafisse il portiere cecolovacco segnando la rete del 2-1 che mise in ginocchio la squadra boema.

Dalla commozione e dallo sforzo profuso, Schiavio svenne per un attimo ma fu risvegliato prontamente dai buffetti affettuosi di Giuseppe Meazza.

L’Angelo bolognese portò in paradiso la nazionale italiana, che si aggiudicò per la prima volta la coppa Rimet.
Lui, l’ex ragazzino che correva più veloce di tutti, quello che non si stancava mai, ora poteva correre nella leggenda.

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