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#LBDV – La serie A riparte ma resta la quarantena di 14 giorni. È se fosse tutto calcolato…?

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Finalmente la notizia che tutta l’Italia calcistica aspettava è arrivata: Serie A e B ripartono.

Tutti contenti a partire da presidenti, allenatori e giocatori. Felici i tifosi e gli adetti ai lavori, soprattutto quei lavoratori dell’indotto calcio che tremavano per la paura di perdere il lavoro. Tutti esultanti quindi tranne una categoria: i medici sportivi.

Iniziando dal presidente dell’associazione medici del calcio, Enrico Castellacci, che ha dichiarato ai microfoni di Radio Punto Nuovo :

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“Il sospetto positivo del Bologna, ha messo paura. Nella malaugurata ipotesi che il collaboratore di Mihajlovic fosse risultato positivo, tutta la squadra sarebbe dovuta andare in quarantena fiduciaria, continuando però ad allenarsi. Questo è il rischio: che spunti un positivo nelle varie squadre. Quando ricomincerà il campionato, se dovesse accadere una cosa del genere, avrebbe un effetto devastante sul campionato.

I 14 giorni sono tanti, difficilmente ci sarà la possibilità di recupero. Credo che, controllando la diminuzione della curva epidemiologica, si possa ridurre la quarantena da 14 a 7 giorni, controllando tutti i componenti con tamponi e test sierologici. Di questo passo si potrebbe dare una chance al campionato di concludersi”.

I motivi

Allora, cercando di capire meglio i risvolti della questione, perché tutto questo giubilo? Iniziamo col dire che provare a ricominciare è senz’altro meglio che aver seguito l’esempio francese di chiudere tutto. Le componenti calcistiche transalpine sono al collasso e non si spiegano la fretta governativa nel dire basta.

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Ma perché allora non provare a seguire il modello tedesco che tanto bene sta funzionando?

Cercando di legare le dichiarazioni del Presidente della Figc Gravina dei giorni scorsi con le dichiarazioni di ieri del Ministro Spadafora qualche dubbio viene.

Spadafora  all’uscita della riunione che ha dato il via libera alla ripresa ha testualmente detto:

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Oggi era arrivato l’ok del Cts al protocollo Figc, che confermava l’obbligo della quarantena fiduciaria in caso di positività di un giocatore e assicurava che il percorso dei tamponi dei calciatori non potrà ledere il percorso dei tamponi degli italiani. Se la curva dei contagi muterà e il campionato sarà costretto a fermarsi di nuovo, la Figc mi ha assicurato l’esistenza un piano B, i playoff, e di un piano C, la cristallizzazione della classifica.

Piano B e Piano C

Quindi c’è un piano B e un piano C pronto. Che prevede  play off forse allargati e addirittura cristallizzazione della classifica. Nel calcolo delle probabilità un evento che blocchi tutto non è affatto da escludere. E allora perché voler far ripartire tutto mantendendo la quarantena di 14 giorni osteggiata dagli stessi medici delle squadre?

Di certo il contenzioso con le televisioni ha spinto ad accelerare il processo di ripartenza. Prima si riprende e meno i broadcasters avranno la possibilità di non pagare le rate dovute. E poi, con i playoff allargati, magari alle prime otto squadre, si darebbe la possibilità anche a chi è fuori dal discorso Champions o scudetto di rientrare in ballo. Addirittura con i play out ad otto o dieci, i club più blasonati in fondo alla classifica aumenterebbero le chance di salvarsi. La cristallizzazione manterebbe invece un filo di equità sportiva in più.

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Staremo a vedere dunque se mantenere i 14 giorni di quarantena sarà stata una previdente mossa socio-sanitaria o se invece uscirà fuori il classico pasticcio all’italiana.

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