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#LBDV – Allarme Coronavirus: è paralisi Serie A

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L’Italia è praticamente paralizzata dall’emergenza Coronavirus: più di 150 i contagi tra Lombardia, Veneto, Piemonte e 4 le vittime. Numeri che preoccupano e che impongono delle serie misure restrittive su tutti i piani. Si bloccano la vita quotidiana ed i grandi eventi sociali e sportivi; tra essi spuntano anche le partite di calcio. Numerose sono le partite rinviate dalla A alle serie minori, scenario replicabile anche in vista del prossimo turno (in attesa di comunicazioni ufficiali della Lega Calcio).

Intanto si scatena il caos calendari che potrebbe sfociare in un precedente mai visto prima. C’è da tutelare lo spettacolo ma ancor prima c’è da salvaguardare la salute dei cittadini. Non proprio un gioco da ragazzi per le istituzioni sportive e non.

L’ultimo weekend tra rinvii e dichiarazioni

L’emergenza è scattata verso il tramonto della settimana scorsa ed il mondo del calcio non si è fatto trovare impreparato.

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Annullate subito le partite delle categorie minori tra Lombardia e Veneto, provvedimento che sarà imitato poi poche ore più tardi dalla Serie B con il rinvio di Ascoli – Cremonese (decisione che tra l’altro ha alzato il polverone delle polemiche soprattutto sulle tempistiche). I provvedimenti però non si fermano qui.

Il ministro dello Sport Spadafora ha annunciato la determinazione a sospendere tutte le attività sportive programmate per domani in Veneto e in Lombardia. Abbiamo adottato un decreto legge con misure per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica”

Queste le parole in conferenza stampa del Presidente del Consiglio Conte, annunciando di fatto nella serata di sabato il rinvio di Inter Sampdoria, Verona – Cagliari e Atalanta – Sassuolo. Una domenica di Serie A all’insegna della paralisi, con Torino – Parma che si aggiunge alle partite appena citate. Iniziano dunque a farsi avanti le prime ipotesi.

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Si potrebbe anche valutare l’ipotesi della sospensione del campionato” dice il dirigente del Genoa Marroccu che non esclude a priori questo scenario clamoroso. Poco dopo arriva anche l’intervento del Presidente del CONI Giovanni Malagò che invece dichiara: “In questo momento il mondo dello sport non deve andare per conto proprio, ma deve essere allineato con le disposizioni dell’autorità vigilante, in primis il Governo che ha oneri e onori di tutto questo”.

I possibili scenari

L’obiettivo è di ripartire al più presto. Ci sono diverse problematiche, come quella dei calendari, ma oggi sono in secondo piano. […] L’Inter, ad esempio, ora ha l’Europa League, poi avrà la Coppa Italia col Napoli. Ne ho parlato con Marotta, con cui l’ultima telefonata è stata alle 2:30 di notte. Si naviga a vista. L’Inter non avrebbe più un mercoledì o giovedì libero fino all’eventuale finale di Coppa Italia, che è stata anticipata per Euro2020″.

Le parole del presidente Malagò mettono in evidenza quello che è la problematica maggiore (prescindendo ovviamente dall’aspetto primario della salute di tutti, che viaggia su binari più fondamentali). Si rischia infatti di stravolgere i calendari dei prossimi mesi, ricchi di impegni tra campionati e le varie coppe.

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Inter – Sampdoria è il nodo più difficile da sciogliere. I nerazzurri infatti, impegnati anche in Europa League e in Coppa Italia, non sarebbero disponibili – qualora dovessero arrivare nelle semifinali della competizione europea – prima della metà di maggio per il recupero del match. Sul tavolo c’è la proposta da parte dell’Inter, che starebbe chiedendo a questo punto il posticipo della semifinale di ritorno di Coppa Italia contro il Napoli proprio a maggio.

Discorso più agevole, ma non per questo scontato, per Atalanta – Sassuolo, Torino – Parma e Verona – Cagliari: per questi match si va verso il rinvio a marzo.

Con tutto ciò si dà per scontato ovviamente che l’emergenza rientri quanto prima. E se questa situazione dovesse malauguratamente persistere per un periodo più lungo?

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Inimmaginabile un blocco totale del campionato che ad oggi appare un’utopia non percorribile. La soluzione a questo punto sarebbe la disputa delle partite a porte chiuse almeno per le zone rosse: ciò accadrà, in attesa di ufficialità, già giovedì in vista di Inter – Ludogorets.

Le decisioni spetteranno alle istituzioni sportive e governative che dovranno viaggiare di pari passo per trovare una soluzione che possa tutelare in primis la salute di tutti, cercando di rimanere intatte, per quanto possibile, le dinamiche calcistiche. Tutto con la speranza che l’emergenza rientri nel minor tempo possibile.

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