I nostri Social

Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – La giacca a terra fa scena

Pubblicato

il

Spalletti
Tempo di lettura: 4 minuti

La Juventus agguanta la seconda vittoria di fila espugnando lo stadio della Cremonese per 2 a 1. Considerato che il neoallenatore Luciano Spalletti aveva avuto giusto il tempo di lavorare un paio di sedute con la squadra per preparare la gara, c’è da essere abbastanza soddisfatti.
E se qualcuno, ricordando il carattere fumantino del tecnico toscano, temeva che non fosse la persona giusta per riportare serenità in un ambiente ormai logorato dalle tensioni, basta che si guardi lo spot televisivo di una nota marca di liquore che mister Luciano ha girato con Francesco Totti.

I due, ritrovandosi in un bar arredato come un saloon da film western, decidono di dimenticare tutti i contrasti del passato con un conciliante brindisi. E, quando l’ex calciatore chiede al suo vecchio allenatore i motivi di un gesto apparentemente provocatorio come il disfarsi platealmente un indumento, un ironico e soprattutto autoironico Spalletti ha la risposta pronta. La giacca a terra fa scena.

Esterni di fatica

In altre parole, va bene la disciplina e il rispetto delle regole ma se si vuole ripartire davvero ci si deve lasciare alle spalle anche certe sceneggiate isteriche del passato, buone solo per dare materiale da scrivere ai media. E qui il riferimento, per nulla casuale, è ad un altro allenatore bianconero, ugualmente toscano, che durante un match di cartello non trovò di meglio che prodursi in un irritante spogliarello, giusto per esasperare di più gli animi.

Pubblicità

Qui, invece, il tempo di fare sperimentazioni non ce n’è quindi Spalletti va sul sicuro. Imposta la retroguardia con un terzetto inedito:  Kalulu – RuganiKoopmeiners – nessuno si meravigli, l’olandese ha iniziato la carriera da difensore centrale- e mantiene inalterata la mediana con capitan Locatelli e K. Thuram. Sistema poi McKennie tra le linee di centrocampo e attacco dietro Vlahovic e Openda.
E, infine, come chiave di volta del suo modulo si affida a due esterni di fatica, perfettamente in grado di chiudere e ripartire sulla fascia di competenza: a destra il multiuso Cambiaso, sulla corsia opposta il rispolverato Kostic. Molta concretezza, nessun istrionismo. La giacca a terra fa scena.

Compleanno di rivincita

Sarà perché vuole festeggiare a dovere il suo compleanno, sarà perché è galvanizzato dalla fiducia accordatagli dal nuovo tecnico, sta di fatto che è proprio l’ala serba a sbloccare il risultato con una staffilata di sinistro al termine di una elaborata azione corale.
Una bella rivincita per uno che, dopo un anno di esilio in Turchia, era stato riaggregato al gruppo solo per fare numero in vista della tournée estiva in America e poi confermato per mancanza di offerte convincenti.
La marcatura lo esalta, i compiti che gli sono stati assegnati sono nelle sue corde. Tenere la posizione, riconquistare palla e, appena possibile, scattare e produrre cross dal fondo in quantità. Kostic ha la gamba lesta e il piede educato: facile per lui trovare una intesa con il duo di attaccanti che, dal canto loro, non aspettano altro che i suoi inviti per lanciarsi a rete.
E, quando il serbo incrocia lo sguardo del suo mister, non vede altro che il suo pollice alzato per esprimergli approvazione. Poche chiacchiere e ancor meno fronzoli, qui si bada al sodo. La giacca a terra fa scena.

Ritorno ai vertici

Lo sappiamo tutti: lo scorso Gennaio il Manchester City  di Pep Guardiola era disposto a spendere 60 milioni di euro per il suo cartellino. Nessun dubbio che Andrea Cambiaso, titolare del ruolo di esterno a tutta fascia nella Juventus e in Nazionale li valesse tutti.

Pubblicità

Il problema è che, dal momento del mancato trasferimento in terra inglese, il funambolico giocatore ammirato fino al quel momento era scivolato in una spirale involutiva davvero preoccupante. Il brusco calo di rendimento, unito ad una certa propensione all’anarchia tattica, gli era costato persino, in alcune circostanze, il posto in squadra. Il nuovo mister se ne frega delle critiche, punta con decisione su di lui e ne viene ampiamente ripagato con una prestazione stile vecchi tempi.

Cambiaso è decisamente sul pezzo dall’inizio alla fine dell’incontro. Deciso, concentrato, intraprendente. Blinda la sua zona con rigore e, quando decide di affondare, crea sempre grattacapi alla difesa avversaria con le sue discese e i suoi cross. E, ciliegina sulla torta, celebra la sua partita firmando di persona il gol del raddoppio. E, tornando in panchina, un bel cinque con l’allenatore che gli ha dato fiducia. Un gesto essenziale, tra uomini che badano solo alla sostanza. La giacca a terra fa scena.

Centravanti di manovra

E, comunque vada, si finisce sempre per parlare di lui. Dusan Vlahovic fa sempre e comunque notizia. Che vada in panchina o che giochi da titolare, che segni una doppietta o resti a secco. Anche se, in quest’ultimo caso, la sua astinenza da gol farebbe subito pensare ad una prestazione negativa. Nulla di più sbagliato: per quanto riguarda il Vlahovic visto in campo ieri sera,  neanche il giornalista più incarognito potrebbe avanzare dei rilievi. Se è vero che il centravanti serbo non ha gonfiato la rete questo non vuol dire che la sua presenza in campo sia stata superflua o improduttiva.
Anzi, mai visto in questa stagione un giocatore più voglioso e propositivo. Vigoroso nel fare a sportellate con i marcatori ma attento e determinato nel  dialogo con i compagni in attacco e persino sagace nelle intuizioni tattiche. L’unica cosa che gli è mancata è la precisione nell’ultimo tocco ma, considerato il resto, questo diventa solo un difetto da correggere nei prossimi allenamenti.
Sotto lo sguardo severo ed attento del suo nuovo mister, naturalmente, uno che guarda al lavoro fatto sul campo in settimana e nient’altro. La giacca a terra fa scena.

Pubblicità

(Foto: Depositphotos)

in evidenza