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Italia, la pesante eredità di Spalletti

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Spalletti Italia
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Sta facendo scalpore l’esonero di Luciano Spalletti dalla panchina dell’Italia dopo la clamorosa sconfitta di venerdì sera contro la Norvegia.

L’ex allenatore di Roma, Inter e Napoli non è riuscito a trasmettere le sue idee di gioco al gruppo squadra, ed ha collezionato una serie di risultati deludenti partendo dalla cocente delusione di Euro 2024 passando per la debacle in Nations League e finendo con la nefasta trasferta norvegese di venerdì.

Pochi gli spunti positivi della sua gestione, l’unico forse è rappresentato dalla vittoria di Parigi contro la Francia lo scorso settembre, dove sembrava che Spalletti avesse trovato il perfetto assetto per la sua squadra.

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Oggi l’ormai ex Ct nella conferenza stampa di presentazione della partita contro la Moldova, ha annunciato di aver accettato l’esonero che sarà effettivo da dopo il match di domani sera.

Ma è veramente il Ct il colpevole?

Chi si aspettava di vedere lo stesso stile spumeggiante del Napoli campione di due anni fa quando ha preso Spalletti sulla panchina azzurra non aveva fatto i conti con una serie di problemi che, in Italia, sembrano insormontabili.

Il primo riguarda sicuramente le mancate opportunità date ai giovani. Le grandi squadre non riescono a mettere in campo i giovani prodotti dei loro vivai.

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Talenti che girano per l’Italia in prestito, molto spesso nelle serie minori, per poi tornare alla base e per poi essere inseriti in operazioni di mercato come merce di scambio per poi perdersi definitivamente.

Molte squadre, quasi tutte, non hanno Academy. Centri sportivi dove seguire i giovani in tutto e per tutto. Dalla formazione personale, alla formazione sportiva.

Si preferisce prendere un calciatore di quarant’anni a fine carriera strapagando milioni di ingaggio, piuttosto che investire tali somme per formare e lanciare giovani calciatori e competenti allenatori.

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Il secondo, ancora più grande è che a volte si ha la sensazione che la Nazionale sia più un fastidio che altro. I club sono restii a lasciare andare i propri tesserati. I selezionatori non hanno tempo per poter creare dei gruppi squadra in grado di poter affrontare una competizione europea o mondiale da squadra vera.

Prendere spunto dalla Nazionale Spagnola che dal 2010 in poi ha dominato in lungo e largo. Li i calciatori vivono praticamente insieme tutta la trafila nazionale dall’Under 16, giocano insieme sempre e molto spesso formano lo zoccolo duro della Nazionale maggiore per tanti anni aprendo cicli vincenti o quasi.

Il terzo è che probabilmente non c’è più da parte degli allenatori la voglia di poter insegnare ai calciatori il valore della fatica, e quelli che sono i gesti base del calcio.

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Un ottimo stop in fase offensiva può alzare in maniera esponenziale la possibilità di poter essere pericolosi, un ottimo tackle potrebbe evitarti di prendere gol. Tutte cose che purtroppo sembrano essere passate in secondo piano perchè ai bambini sin dai primi calci si cerca di parlare di “tattica” “verticalizzazione” “costruzione dal basso” senza concedere all’atleta di poter imparare le cose che veramente servono per cominciare questo sport.

Da dove ripartire?

Antonio Conte, Gianpiero Ventura, Roberto Mancini, Luciano Spalletti sono gli ultimi quattro Ct della Nazionale e solo due sono riusciti, grazie alla loro classe ed esperienza di livello mondiale ad affrontare questi problemi e di conviverci, attuando gli insegnamenti avuti da grandi del calcio quali Marcello Lippi, Arrigo Sacchi, Carlo Ancelotti.

Gli altri due sono rimasti vittime di loro stessi e di situazioni troppo più grandi di loro. Nessuno dei quattro ha però risolto alcuno dei problemi che devastano le speranze di rinascita del calcio italiano.

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I nomi che circolano in queste ore sono tanti, Pioli, Ranieri, De Rossi, Cannavaro ma siamo davvero sicuri che il problema sia il nome del Ct?.

Sarebbe sicuramente opportuno cercare delle soluzioni vere e rapide per evitare che l’assenza di una delle Nazionali più titolate al Mondo stia ancora seduta a guardare da casa il terzo Mondiale consecutivo.

Buona fortuna Italia.

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(Foto DepositPhotos)

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