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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – Fuori dalla palude

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Locatelli Juventus
Tempo di lettura: 3 minuti

La Juventus conclude il campionato con un successo esterno a Venezia: 3 a 2, quarto posto in cassaforte e qualificazione alla prossima Champion’s League assicurata.

C’è da festeggiare, dunque? Mica tanto: l’obiettivo minimo stagionale è stato sì raggiunto, ma con quanta sofferenza. Anche ieri il gruppo ha patito molto il ritmo dell’avversario. La vittoria è il frutto più delle iniziative estemporanee dei singoli che dello spirito di abnegazione del collettivo.

E il futuro della Juventus appare quanto mai incerto, a partire da chi avrà in mano la conduzione della squadra fino alla composizione dell’organico.

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Il tutto appare terribilmente fermo, permeato di una mediocrità quasi stagnante. Ci si chiede quando ci metteranno i bianconeri ad uscire fuori dalla palude.

Lagunari all’abbordaggio

Il gigante buono Igor Tudor può catechizzare i suoi nello spogliatoio fino a sgolarsi. In campo, poi, è sempre la solita solfa: squadra lenta ed impacciata. Agli avversari basta azzeccare una ripartenza e mettere un pallone all’interno dell’area.

Difesa presa alla sprovvista ed ecco il gol del vantaggio bello e confezionato. Dopodichè, come se non bastasse, arriva la notizia del vantaggio della Roma che taglierebbe fuori la Juventus dall’Europa che conta. Vero che la partita è appena iniziata e ci sarebbe tutto il tempo per recuperare.

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Ma, a questo punto, lo spettro del fallimento è talmente concreto da condizionare fatalmente la prestazione dei bianconeri. Si combatte contro tutto e tutti, persino contro la propria coscienza. E’ molto difficile, adesso, uscire fuori dalla palude.

 L’uomo della Provvidenza

Ma, nei momenti più difficili, è sempre l’uomo di maggior classe a tirare fuori le castagne dal fuoco. E il numero che ha sulle spalle indica nel giovane trequartista turco Yildiz l’uomo della Provvidenza. Il ragazzo lo sa bene che tutti fanno affidamento su di lui e non si sottrae al ruolo di salvatore della patria. Del resto i suoi mezzi tecnici glielo permettono: aggancio su una rimessa laterale, involata verso l’area lagunare, un paio di avversari lasciati sul posto in dribbling  e staffilata a bucare il portiere.

Un gol inventato praticamente dal nulla e situazione rimessa a posto. Anche se parzialmente: il pareggio non basterebbe ai bianconeri per assicurarsi la quarta postazione in classifica, è una vittoria quello che serve per accedere alla tanto sospirata Coppa. La squadra non è ancora fuori dalla palude.

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Regalo d’addio

Il gruppo lo sa bene, quindi spinge per arrivare al sorpasso. Tantopiù che il Venezia, dopo le sfuriate iniziali, sembra aver perso vigore ed aggressività. Ora la manovra della Juventus  appare più essenziale ed efficace.

E viene anche premiata: una poderosa avanzata del terzino Alberto Costa consente al centravanti Kolo Muani di battere a rete. E l’attaccante francese non si fa pregare e offre alla causa un ultimo cadeau, un gol che ha il sapore del regalo d’addio. Il contratto è in scadenza, il suo club lo rivuole indietro. Lui, quindi, si congeda alla sua maniera.  Se le cose restano cosi, obiettivo raggiunto: tre punti in tasca e classifica che sorride. I bianconeri sono fuori dalla palude.

Capitano coraggioso

Ma è destino che, quest’anno, si debba sempre e comunque sudare sette camicie prima di poter tirare un sospiro di sollievo. Il Venezia non ci sta a salutare il suo pubblico con una sconfitta e riprende a spingere in avanti. I lagunari vogliono il pareggio a tutti i costi e lo ottengono, nonostante l’opposizione della retroguardia bianconera, tanto volenterosa quanto fragile. Ormai i bianconeri, sull’orlo della disperazione, si affidano soprattutto alle invenzioni del folletto portoghese Francisco Conceição, uno che può sempre tirare fuori un coniglio dal suo cilindro da prestigiatore.

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E, per fortuna dei suoi, gli riesce anche questa volta: veronica in area, un piede di un avversario che lo aggancia, calcio di rigore. E’ un penalty che vale una intera stagione, batterlo è affare per gente dai nervi saldi. A prendersi questa responsabilità non può che essere l’uomo con la fascia sul braccio, capitan Locatelli. Il suo gol certifica il successo e tira fuori tutti, almeno per ora, fuori dalla palude.

(Foto: Depositphotos)

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