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ANGOLO JUVENTUS – I conti non tornano

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Thuram Juventus
Tempo di lettura: 3 minuti

La Juventus racimola l’ennesimo punticino in seguito al pareggio casalingo con la Fiorentina per  2 a 2.

E i rimpianti sono tanti, considerata la mole di gioco prodotta e le occasioni avute per arrotondare il punteggio.

La Viola si è dimostrata un avversario grintoso e ben messo in campo, il suo centravanti ha fatto valere la legge dell’ex di turno con un gol di pregevole fattura. Ma quello che lascia perplesso è l’atteggiamento in generale dei ragazzi di Thiago Motta: distratti e arruffoni in difesa, poco compatti a centrocampo ed imprecisi in attacco.

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Tutto questo non è quello che aveva messo in preventivo la società quando ha varato la sontuosa campagna acquisti della scorsa estate. I conti non tornano.

Molta spesa poca resa

Nomi e cifre li conosciamo tutti: sono stati staccati assegni con diversi zeri per portare determinate persone a sgambettare alla Continassa. E con risultati sconfortanti: il fantasma(gorico) regista brasiliano Douglas Luiz ha fatto la sua breve comparsata in campo, impalpabile come sempre.

L’ex uomo ovunque, l’olandese Teun Koopmeiners, più che ad un inarrestabile Robocop fa pensare ad un androide con un serio difetto di programmazione. Il grintoso gaucho Nico Gonzalez deve lottare, più che con i difensori avversari, con il rischio di ricadute negli infortuni.

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In definitiva, un mercato finora fallimentare, molta spesa e poca resa, con un’unica luminosa eccezione. Khéphren Thuram, il figlio dell’indimenticato Lilian, una volta messa a punto la poderosa carrozzeria, ha fatto valere il suo peso specifico nella mediana bianconera. Sostanza nei raddoppi, concretezza palla al piedi e inserimenti letali. Uno di questi è valso, ieri, il vantaggio dei suoi. Peccato che il suo esempio non sia di sprone agli altri. I conti non tornano.

Difetto di concentrazione

E i problemi si estendono anche al reparto dimostratosi fino ad adesso il più affidabile. La difesa di ferro è l’architrave su cui il mister italo brasiliano ha poggiato le basi del suo progetto. Ma quando c’è un difetto di concentrazione (leggasi: dormita collettiva) come quello che ha portato al gol del pareggio di Moise Kean  c’è da farsi qualche domanda.

Federico Gatti ha sufficiente carisma ed esperienza per guidare la retroguardia? Pierre Kalulu e’ il baluardo invalicabile di inizio stagione oppure è il sonnolento bradipo visto all’opera ieri?  Wes McKennie offre sufficienti garanzie in copertura se impiegato da terzino?  Nicolò Savona è un titolare in rampa di lancio o una eterna promessa? I conti non tornano.

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Un lampo e poi basta

Nonostante tutto, sembra che la fortuna sorrida benevola dalle parti di Torino. Koopmeiners decide di dare un senso alla sua presenza sul prato verde e lavora con cura un pallone sulla trequarti. L’ex tuttofare dell’Atalanta alza la testa e intercetta il movimento di Khéphren Thuram in area di rigore.

E’ un attimo servigli un perfetto assist che il figlio d’arte capitalizza in rete per la sua prima, indimenticabile doppietta in bianconero. La giocata è di ottimo livello, il problema è che si tratta dell’unico lampo in partita dell’ipervalutato tulipano. I conti non tornano.

Aggiunta di talento

A questo punto, per chiudere in bellezza il match, l’allenatore juventino concede una passerella anche alla stellina proveniente dall’Anatolia. Kenan Yildiz ha nei piedi le giocate del predestinato e nella testa le pause di un ventenne.

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Costruirgli la squadra attorno, in questo momento, è un lusso che non ci si può permettere. Non resta che dosarlo con sapienza e buttarlo dentro solo nei momenti più favorevoli, quando il suo talento può aggiungere qualità alla manovra d’attacco.

L’effetto collaterale è che, con il genietto turco sulla trequarti, ci si trova più esposti al contropiede avversario. I conti non tornano.

Scivolata fatale

Certo, ci si mette anche una buona dose di sfortuna. Il neo entrato Andrea Cambiaso  scivola e, fatalmente, regala ai viola un appetitoso pallone in zona d’attacco. Un omaggio cosi non si può rifiutare e, infatti, è da quella maldestra giocata che nasce la rete del definitivo pareggio. E, a questo punto, per i ragazzi di Thiago Motta, più che una consuetudine sembra una condanna. I conti non tornano.

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(Foto: Depositphotos)

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