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ANGOLO JUVENTUS – C’è tanto da lavorare

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McKennie Juventus
Tempo di lettura: 3 minuti

La Juventus acciuffa un prezioso successo esterno di misura contro il Monza.

I ragazzi di Thiago Motta non hanno impressionato per incisività sul campo dei brianzoli ma hanno dimostrato, almeno, di saper soffrire per portare a casa il risultato.

Lo stesso tecnico della Juventus non ha dato prova di avere la mano felice nelle intuizioni tattiche né si sono visti miglioramenti significativi sul piano del gioco. Alla fine, come avviene troppo spesso per una squadra che punta in alto, la cosa migliore della serata sono i tre punti in tasca. C’è tanto da lavorare.

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Dove lo metti sta

Per fortuna del mister bianconero in rosa c’è qualcuno che non si fa problemi di posizione in campo e, anzi, ne risolve qualcuno. Wes McKennie, ragazzo americano del Texas, è uno di questi.
Nasce centrocampista centrale ma spesso è utilizzato con profitto sulle fasce. E, quando c’è carenza di specialisti del ruolo, si disimpegna bene anche da terzino. Da entrambi i lati, of course. Ieri sera gli è toccata in dote la corsia mancina. E lui ci si è trovato talmente bene che, oltre a chiudere tutti i varchi agli attaccanti avversari nella sua zona, ha trovato anche tempo e modo di spingersi in avanti.
E di firmare la rete del vantaggio della Juventus sugli sviluppi di un corner. Un jolly buono da giocarsi in ogni circostanza e per risolvere qualsiasi situazione.

Se tutti i suoi compagni di reparto fossero polivalenti e reattivi come lui staremmo parlando di un campionato diverso e di un’altra posizione della squadra in classifica. C’è tanto da lavorare

Amnesia fatale

I suoi compagni di reparto, appunto. In questo caso la difesa. Nessuno vuole buttare la croce addosso a Pierre Kalulu, finora un baluardo della retroguardia sia da terzino destro che da centrale. Solo la sua presenza ha consentito di non abbandonarsi alla disperazione per il forfait del pilastro Bremer causa infortunio.
Tante volte, con i suoi recuperi e le sue chiusure, ha evitato tracolli. Ma ieri, purtroppo, è stato colto da una fatale amnesia sul gol del pareggio brianzolo, lasciando il diretto avversario libero di battere a rete. L’impressione è che, dopo mesi alla grandissima, anche lui senta il bisogno di tirare il fiato per essere sempre lucido e rapido nelle letture difensive. C’è tanto da lavorare.

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Uomo d’ordine

Nei due davanti alla difesa, come nel match precedente di Coppa Italia, troviamo Teun Koopmeiners. E’ nota la tendenza dell’olandese a giostrare sulla trequarti altrettanto quanto il contributo in termini di gol ed assist che ci si aspetta da lui. Ma, dato che, finora, dalle parti della Continassa si è vista di lui una versione fortemente depotenziata dal punto offensivo si è pensato di arretrarlo.
E trasformarlo in uomo d’ordine anche per ovviare alla latitanza del regista brasiliano Douglas Luiz, per adesso un fantasma in futuro possibile buco di bilancio. Lui si impegna, cerca di tenere le fila del gioco, si fa trovare libero per ricevere il passaggio e firma anche l’assist per il gol di McKennie su calcio d’angolo.

Ma tanta diligenza ed applicazione non possono offuscare il ricordo dell’inarrestabile carro armato del campionato scorso. Per tornare su quei livelli c’è tanto da lavorare.

Il ritorno del bandolero

Il suo cambio di posizione, comunque, ha liberato un posto in avanti tra i tre rifinitori. A destra l’ormai indispensabile portoghese Francisco Conceição, l’unico, fino a questo momento, in grado di aggiungere pepe alla manovra offensiva della Juventus a suon di accelerazioni e guizzi.

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Al centro c’è il turco Kenan Yildiz, genietto a singhiozzo: la durata delle sue pause è imprevedibile come la sua fantasia. A sinistra, infine, si è rivisto, dopo mesi, il bandolero argentino Nico Gonzalez, voglioso di recuperare il tempo perduto. Il gaucho è apparso brillante e volitivo come ai tempi di Firenze, al punto da inseguire caparbiamente la rete del sorpasso e del successo.
Se il fisico regge è un uomo su cui puntare per il cambio di marcia e di prospettiva. Al pari dei suoi compari sulla trequarti, del resto. Il figlio d’arte lusitano deve solo perdere qualche pallone vagante in meno, oltre che esibirsi nelle sue serpentine. Il talentino ottomano lavori per ottimizzare i suoi tempi e i suoi spunti. C’è tanto da lavorare.

(Foto: Depositphotos)

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