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Napoli, ecco chi è il nuovo ds Mauro Meluso

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Mario Meluso
Tempo di lettura: 4 minuti

La scorsa settimana è arrivata a sorpresa la scelta del nuovo direttore sportivo in casa Napoli. Mauro Meluso è stato scelto dal presidente De Laurentiis come nuovo numero uno del mercato dei partenopei dopo l’addio di Cristiano Giuntoli. Molti i dubbi da parte della piazza, con il profilo dell’ex Spezia che non è noto ai più. Il dirigente, infatti, ha svolto una lunga gavetta nelle categorie minori ed ora è finalmente pronto al salto tra le grandi del calcio italiano.

Chi è Mauro Meluso

Nato a Cosenza nel 1965, Mauro Meluso è cresciuto come attaccante nella squadra del suo quartiere, la Panebianco. Passa poi al Rende, ma il grande salto arriva quando giunge alla Lazio. In biancoceleste esordisce in Serie A contro la Juventus (il 2 ottobre 1983). Dopodiché passa una carriera tra Cremonese, Salernitana, Monopoli (per ben tre stagioni), Foggia (dove giocherà al servizio di Zdenek Zeman vedendo però spesso preferito Beppe Signori a lui), Casarano, Messina, Fermana, Sambenedettese e Monterotondo.

Gli albori da direttore sportivo

A Foggia, Meluso ci torna nel 1999 quando Franco Sensi, dopo aver acquistato la quota di maggioranza dei pugliesi all’asta fallimentare, lo nomina direttore sportivo. La stagione non va però come sperato, con i Satanelli che perderanno ai playout finendo in C2 dopo ben 40 anni.

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La seconda stagione inizia con la promozione a direttore generale, con Meluso che si ritrova a dover costruire la squadra con un ritardo folle: stavolta il Foggia arriva ai playoff ma perde contro l’Acireale. Gli anni successivi passa poi per Teramo, Ternana (Serie B), Padova (C1) e Frosinone, con il quale raggiunge la promozione in Serie B e dal quale si separa nel 2013.

Da Cosenza alla ribalta

Dopo un anno di stop Meluso torna nella sua Cosenza, in quella che è la prima stagione di C unica. Il direttore sportivo, con un budget esiguo, mette assieme una squadra fatta per lo più di giocatori in cerca di riscatto. L’annata parte male e dopo sole dieci giornata il Cosenza è penultimo, con il tecnico Cappellacci che viene esonerato. Con Giorgio Roselli in panchina non arriverà la promozione in Cadetteria, anche se i cosentini porteranno a casa il primo trofeo nazionale professionistico per una squadra calabrese, la Coppa Italia di Serie C.

Nella seconda stagione Meluso mostra tutte le sue doti, portando in rossoblù, tra gli altri, Luca Fiordilino (miglior giovane a fine annata) ed Andrea La Mantia. Nonostante il sogno Serie B i Bruzi non riescono neanche ad arrivare ai playoff, con il direttore sportivo che vede la sua posizione in bilico. A cambiare tutto è però la chiamata di Sticchi Damiani, il quale porta Meluso al Lecce.

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La doppia promozione in Salento

La prima stagione in giallorosso non è molto proficua, con la squadra che perde i playoff ai quarti contro l’Alessandria. L’anno successivo il tecnico Roberto Rizzo salta alla terza giornata dopo la sconfitta per 3-0 contro il Catania, considerato il principale rivale per la promozione diretta. Qui Meluso si inventa il colpo da maestro, portando sulla panchina del Lecce Fabio Liverani, il quale sarà l’artefice della doppia promozione. I Lupi non perdono per un girone intero ma il Catania tiene testa, con la promozione in Serie B che arriva alla penultima giornata, quando il Lecce batte la Paganese e i rossazzurri perdono a Matera.

Al primo anno in Serie B, Meluso ritrova  La Mantia, il quale metterà a segno 17 reti consacrandosi bomber del campionato. Ad unirsi ai salentini saranno anche Petriccione (svincolato) e Pippo Falco. Il risultato è una promozione al fotofinish contro il Palermo ed il ritorno in massima categoria. L’avventura del ds con il Lecce non termina nei migliore dei modi, con i giallorossi che retrocedono all’ultima giornata nell’anno del Covid.

L’avventura allo Spezia

Meluso giunge allo Spezia come direttore dell’area tecnica, trovando già sulla panchina dei liguri Vincenzo Italiano. Sbaglia il colpo Zoet dal PSV ma poi si assicura Nzola a parametro zero, Tommaso Pobega in prestito (dopo che il ragazzo si era messo in mostra al Pordenone) e Daniele Verde, il quale aveva sempre fatto bene in giro per l’Europa. Anche grazie al mercato fatto, i bianconeri giocano un campionato tranquillo, raggiungendo la salvezza con una giornata d’anticipo. A capo della società nel frattempo arrivano i Platek, i quali cambiano il modo di operare della società. Si conclude, di conseguenza, l’avventura di Meluso allo Spezia. Il ds va alla rescissione consensuale due anni prima della scadenza del suo contratto. Per lui inizia ora una nuova avventura, potendo mettere a frutto tutte le doti anche in una big come il Napoli.

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La chiamata del Napoli

De Laurentiis lo contatta quasi due mesi fa, alla fine del campionato, quando si era capito che l’avventura di Giuntoli con il club era ormai al capolinea. A segnalare Mauro Meluso, leggende narrano, pare sia stato lo stesso Giuntoli che conosce e stima Meluso. Al presidente del Napoli, risulta dai rumors, è piaciuta subito la capacità di Meluso di districarsi in un calcio ‘secondario’ con idee e pensiero innovativi. Meluso è molto capace nel giudizio delle abilità dei giovanissimi, sempre alla ricerca del colpo ad hoc per rapporto qualità-prezzo e con una spiccata attitudine alla lungimiranza. Doti che, conoscendo il modo di fare calcio del Napoli, gli torneranno utilissime nella nuova esperienza.

(Foto: Nicer Communication)

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