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ANGOLO SALERNITANA – Che ci vuoi fare…

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Raccontano che oggi fossero più i Salernitani a SanSiro che a Lungomare. Una migrazione, con tanto di imponente colonna sonora.

Reduce dalla fortunata Campagna di Catalunya, Inzaghi non fa praticamente turn over: magari sono stanchi, vuoi sperare. L’auspicio si rivela presto vano.

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Nicola sfida le beffe degli Dei e schiera assieme, dall’inizio per giunta, Vilenha e Kastanos. Quando Sepe si lascia deflorare da Lautaro, senza nemmeno troppo schernirsi, comprendi che per gli ospitanti sarà tutto troppo facile.

Il fratello scarso di Daniliuc, la copia sfocata del Mazzocchi Nazionale, finanche Coulibaly sotto gli usuali livelli ai quali ci ha viziati: troppi indizi a provare l’ineluttabile. Oggi non c’è granché da fare.

E dire che il primo tempo, chiuso col passivo minimo, era parso un buon affare: la palla giusta la Salernitana l’avrebbe pure. Gli Dei Beffardi ripagano Nicola con egual moneta e la affidano ai piedi del Cipriota. Il quale, come di consueto, produce una ciofeca: per la quale, personalmente, nemmeno più impreco.

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Il raddoppio di Barella chiude la porta a qualsiasi altra velleità. Troppo forti loro, sgarbatamente rassegnati noi.

Nel grigiore diffuso, il raggio di sole filtra dai Ghiacci Sacri: rivedere Bohinen calciare per noi illumina e riscalda.

C’è un sole che brilla sempre pure quando, come oggi, non lo vedi.

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