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ZONA CESARINI – Eccome se verranno…

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Prendo a prestito un monologo di James Earl Jones (doppiato da Renato Mori), tratto da uno dei miei film preferiti, L’Uomo dei Sogni (The Field Of Dreams 1989).

Stasera va in scena una delle serate più importanti della storia giallorossa, una finale europea dopo 31 anni da quella in Uefa con l’Inter e  38 da quella col Liverpool, entrambi ricordi tristi, di quelle amare delusioni di cui abbiamo la bacheca stracolma.

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Questo articolo viene prima di sapere il risultato, importantissimo per la storia, ma qualcosa quest’anno è già stato scritto, qualcosa di altrettanto importante, direi addirittura vitale per questo movimento goliardico che è il calcio.

Ma andiamo indietro…

Ripensando al 4 Maggio 2021, quante aspettative, quanta speranza e quanta gioia, all’annuncio che lo Special One aveva scelto Roma. Impensabile, incredibile, ho ricaricato il sito della AS Roma 10 volte, aspettando che scrivessero fosse un errore o uno scherzo.

Per me il lavoro è appena iniziato, probabilmente in campionato era lecito aspettarsi qualcosa in più. Ma è iniziato dalla testa dell’ambiente Trigoria.

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Mourinho ci deve insegnare qualcosa, questo sì. Eppure anche l’”ambiente” romanista, sta insegnando qualcosa allo Special One. Lo vediamo nelle dichiarazioni e nelle esaltazioni sentimentali, di un uomo dalla scorza dura, ma da sempre legato ai progetti che sceglie.

“E’ un teatrante, fa lo show” dicono gli altri. Se lo è, è grande teatro, un attore che, col metodo Stanislavskij, si è completamente immedesimato nel cuore giallorosso. Un professionista che da quel 4 maggio, ha studiato la storia della Roma, soprattutto quella recente, andando a comprendere e a capire, tutto quello che i tifosi hanno passato sotto l’era pallotta. E questo già dimostra un rispetto incredibile per noi, non frasi fatte, ma ragionate, studiate e vere soprattutto.

Quello che non si aspettava è l’amore incondizionato della gente, al di là del risultato (e alla facciaccia del Sig. Baldini). Non si aspettava uno stadio sempre stracolmo per partite di tutti i gradi di importanza. Lo stupore di Mou è genuino.

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Non si aspettava 60.000 persone per un Roma- Venezia di fine stagione e, dopo il mediocre risultato, una folla oceanica a ringraziare lui e la squadra…di cosa? Cosa riempie a fare la folla lo stadio?

Di speranza, non nei risultati, ma nella dignità di essere tifosi. Della gioia incondizionata di andare allo stadio a cantare come a un concerto. Del sapere che c’è un futuro.

Oggi la gente è felice, vedere lo spettacolo col Leicester è stato emozionante. Gioia fine a sè stessa, non avevi vinto nulla, ma la gioia  a chi dovrei giustificarla? Se rido, come uno scemo, a te, che te frega? Mentre tu ci pensi, io rido.

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Stasera la follia di questo sport o meraviglioso gioco che dir si voglia. Al di là dei fortunati che la vedranno nel piccolo stadio di Tirana, ci saranno migliaia di matti in piazza nella capitale albanese a seguirla da un maxischermo.

Stasera ci sarà un Olimpico da 50mila persone, tutte a guardare un campo vuoto, il “campo dei sogni”, con gli attori oltre oceano “eterei dietro a un campo di grano”, solo per dire “io c’ero e non ero solo”. Pronti a piangere, come fontane sia che si vinca, sia che si perda.

IF… (Se…)

Se si perderà, si tranquillizzeranno in tanti, tutti i gufi sul trespolo (doverosi sia chiaro, ci saliremmo noi se foste voi in finale). Se si perderà sarà triste, una grande delusione, una mazzata. Dietro questo mio stucchevole romanticismo, c’è anche la paura dell’ennesimo fallimento, sia chiaro. Ma Se si perderà siamo abituati, è nel nostro dna. Quello che non perderemo è la follia di crederci sempre, di gioire per nulla, ma gioire. Quella la abbiamo ritrovata e lo spettacolo di questa gente non va disperso, perderà la Roma, mai i suoi tifosi.

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E se si vincerà? Tranquilli anche lì, tanto “è na coppetta”, è un mese che ce lo ripetete, così insistentemente che magari sperate che, ripetendolo, diventi vero. Sarà pure una coppetta, ma io non posso permettermi di snobbarla, non sono nobile come voi.

Se si vincerà però non la “alzerò in faccia” a nessuno, deve stare in faccia a me per guardarla bene, sarà mia, me lo sarei meritato. Poi la metteremo nella nostra “piccola” bacheca, dove nel frattempo abbiamo tolto, con un panno delicato, la polvere, in maniera poco scaramantica magari, proprio lì, vicino a quello che resta del bonsai che tanto vi diverte. Abbiamo troppo rispetto delle 4 cose che abbiamo vinto, così come delle 400 che abbiamo perso, ma soprattutto rispetto per noi stessi.

Il movimento tifo giallorosso verrà, comunque, questo lo sappiamo.

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Parafrasando il monologo: “verranno per motivi che neanche loro sapranno spiegare. Verranno innocenti come bambini, colmi di nostalgia, ti daranno i soldi senza pensarci un attimo. Perchè i soldi li hanno, è la pace che gli manca. Poi andranno verso le tribune, in maniche di camicia e scopriranno di avere i posti riservati lungo tutto il rettangolo di gioco e tiferanno per i loro eroi e si sentiranno come in un magico sogno. Verrà un sacco di gente. L’unica costante in questi anni è stata la Roma. La vita è stata spesso dura, travagliata per tutti, ma la Roma per i suoi tifosi, ha segnato il tempo. Questa partita ci ricorda il passato e ci mostra il futuro, (magari solo sognato) e ci ricorda tutto quello che un tempo era buono e potrebbe ritornare tale. Oh sì che verrà…la gente verrà eccome

e magari verranno anche i trofei, oppure no, ma l’essenza del calcio è divertimento o tristezza, appresso ai trofei saremo tutti a fare altro. Invece cerchiamo le “storie”, ci innamoriamo dei nostri eroi, come uomini abbiamo bisogno di credere a loro, abbiamo bisogno che in campo loro realizzino i nostri sogni.

La cosa di cui non ci rendiamo conto è che tutti quelli che noi consideriamo eroi, quando sono in campo, alzano gli occhi e ci guardano, guardano noi. Perchè anche un “gigante” come Mourinho aveva un sogno da bambino e stasera, vada come vada, quel sogno non è la coppa…

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Siamo noi e siamo lì

 

 

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