I nostri Social

Napoli

Napoli, Spalletti: “Ad essere noi si sta bene”

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 5 minuti

L’allenatore del NapoliLuciano Spalletti, ha presentato in conferenza stampa del posticipo di Serie A da disputare contro il Cagliari. Domani alle 20:45 gli azzurri affronteranno i sardi del Cagliari tra le mura di casa del Maradona. Di seguito le parole rilasciate dal tecnico toscano riportate da tuttomercatoweb.com:

Grandi numeri e consensi, è un Napoli che piace e diverte, ma lei quanto si sta divertendo?
“Questo l’avevamo già detto, ad essere noi si sta bene, ve lo assicuro, anche da parte dei giocatori, e ci sentiamo avvolti da questo affetto dei tifosi. Poi sappiamo che ci sono dei momenti in cui si possono fare più punti ed altri meno, la viviamo con equilibrio. Non ci nascondiamo da tempo, il discorso andrà a finire lì anche oggi, però quello dei candidati alla prima posizione è un condominio di 7 squadre e noi vogliamo assumerci il peso dei nostri millesimali, ma non vogliamo le quote degli altri, sono le stesse per tutti. Poi ci sono momenti migliori e peggiori, dobbiamo essere pronti a tutto”.

Si associa sempre il Napoli all’allenatore. Questo è già il suo, come lo era di Benitez o Sarri, ma per idee e conoscenze, quanto è già il suo Napoli e quanti margini ci sono?
“E’ un onore accostare il mio nome a quelli citati, ve ne siete dimenticato pure qualcuno. Non è solo il Napoli di Gattuso, di Sarri, ma anche di Ancelotti e Benitez che ci hanno messo mano nel formare la rosa. E’ chiaro che poi bisogna saper organizzare le cose, ma in questa organizzazione come qualità sono comprese le qualità ed il talento dei giocatori. E’ facile chiedergliele, altrimenti non farebbero parte di questo gruppo. Hanno raggiunto un livello alto per essere qui”.

Pubblicità

Su Mazzarri ed il Cagliari.
“Io lo conosco bene, c’è un km di differenza tra me e lui, c’è un ponte che ci divide. Ci conosciamo bene, quella stretta di mano lì è solo un gioco confidenziale tra amici. Mi aspetto un Cagliari organizzato, lui sa organizzare le squadre, voi lo conoscete, domenica non ha fatto una grandissima partita, ma la precedente con la Lazio hanno dimostrato già quello che il tecnico chiede e cosa vuole. Ci vorrà il nostro massimo, in un contesto di squadra, non bastano a volte le qualità individuale contro squadre organizzate e che giocano con blocchi compatti”.

Con i 5 cambi si diverte, è una nuova frontiera?
“Sì, è una novità importante, dobbiamo essere pronti e devono essere pronti i giocatori perché interpretano sei mio amico se mi dai la maglia, altrimenti non sei l’allenatore che preferisco. Lavorando anche sui numeri, si rendono conto che quelli che subentrano fanno la differenza. Ci sono i titolari del primo tempo e quelli del secondo tempo. Bisogna giocare al fianco di tutti. Io turnover lo chiamerei tra un po’, ora bisogna entrare in forma per me, è proprio il contrario. Qualcuno ha giocato di più proprio per tornare la condizione, poi tra poco le gare diventeranno tante e bisognerà stare attenti, ma con la preparazione in ritardo per gli europei è diverso. Oltre al tempo effettivo è questo il futuro, molte sostituzioni, il 50% della squadra dà impulso anche allo spettacolo per coinvolgere la gente. Le gare sono più belle, quando entrano gli attaccanti esterni e gli attaccanti e rimettono dentro talento, scatti, tecnica e gol, viene tutto più bello. Ci metterei anche il tempo effettivo, alla lunga qualcosa si perde nei recuperi, si vedono dei momenti delle gare dove si perde più tempo del recupero finale”.

Nei millesimi delle altre 6 sorelle, chi ne ha più Milan o Inter?
“Nei condomini se ne danno sempre di più agli altri, anche lei (ride, ndr). Serve l’amministratore. Li abbiamo tutti allo stesso modo, a meno che non si voglia dare di più pressione ad uno o un altro. Tutti abbiamo le stesse caratteristiche, noi abbiamo avuto la fortuna del club che s’è organizzato lo stesso senza cedere, qualcuno è partito come Hysaj, Bakayoko e Maksimovic, ma grossomodo è rimasta la stessa, altre società hanno ricomprato, altri hanno speso tanto per mettere dentro elementi, questi specchi stridono quando ti arrampichi”.

Pubblicità

Cosa l’ha stupita finora?
“Chi ha talento di solito si accontenta di quello, i nostri calciatori oltre al talento non si accontentano e ci mettono sopra lavoro, fatica, sudore, per essere resistenti anche al mostrare il talento ed è importantissimo. E’ un complimento che voglio fare, si allenano sempre al massimo, si stimolano, sono 22 che si auto-alimentano, ed essendo di questa pasta qui il nemico spesso può essere la presunzione e viene cancellato automaticamente”.

Sul rientro di Mertens.
“E’ voglioso di stare dentro questo gruppo, ha spinto per esserci. Tramite il dottor Canonico abbiamo avuto dei contatti col prof che l’ha operato e rientra prima del previsto proprio perché lui vuole esserci”.

10 marcatori diversi, come ci è riuscito?
“Io vi ringrazio, ho 62 anni e ne ho vissute 2-3 situazioni… sono giocatori di qualità, talento, poi se con questo talento vuoi creare anche una squadra diventa una roba tosta. E questi vogliono creare una squadra, coinvolgendo chi c’è fuori, abbracciandosi, per me è coinvolgente, è bellissimo. Così è facile fare l’allenatore, abbiamo un capitano che tutte le volte fa vedere qual è il modo di fare il capitano e stare nella squadra. Abbiamo il comandante Koulibaly che ti guarda con quegli occhi lì e mette tutto a posto con la sua presenza e sa anche parlare benissimo. Abbiamo una società che ha fatto vedere in quel momento lì, con gli stranieri in giro, è riuscita a far tornare Ospina nei tempi per giocare, a Leicester c’era il pericolo di rinunciare ad alcuni e ci hanno messo mano”.

Pubblicità

Ha notato dei miglioramenti sulla maturità della squadra?
“Sì, poi sulla personalità qualcosa si tenta di dire, la figura dello psicologo esterno è una roba che non mi piace tanto, è dentro al lavoro del tecnico e dipende sempre dalla società che c’è dietro, la forza di alcuni elementi della squadra che prendono la direzione giusta su ogni allenamento proposto, poi se hai tecnica la palla devi comunque strapparla per giocarla, devi mettere a fuoco le cose importanti e loro le riconoscono da soli”.

(Foto: Twitter Napoli)

 Follow us!

Pubblicità

FacebookFacebookYoutubeTwitter

in evidenza