I nostri Social

Angolo del tifoso

ANGOLO NAPOLI – Napule é… tutto o niente

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 4 minuti

Le mezze misure, ha detto qualcuno, sono per le mezze persone.

Forse per questo l’indecifrabile Napoli di quest’anno passa con evidente nonchalance dal fare 6 gol alla Fiorentina e 4 allo Spezia (come era stato in precedenza con 4 reti ad Atalanta e Roma) al collezionare figuracce in casa con Sassuolo e Spezia o in trasferta a Verona, per tacer colpevolmente d’altro.

E’ una squadra, quella 2020/2021, simile ad un fiammifero che ondeggia tra il non accendersi mai ed il rapido consumarsi di una fiamma luminosissima.

Pubblicità

Non fa eccezione Napoli-Spezia di Coppa Italia, capace di regalare 5 minuti del secondo tempo di pura follia degli azzurri dopo che nella prima frazione di gioco si era andati in gol ogni dieci minuti e si era data la sensazione di poter segnare ad ogni azione.

Perché le partite di calcio, come tante altre cose nella vita, si giocano e si vincono nella testa, prima che sul prato verde e nei 90 minuti di gioco.

In tutte le occasioni in cui in questa stagione il Napoli ha perso, infatti, sono apparsi evidenti tre fattori concomitanti:

Pubblicità
  1. difficoltà realizzativa (spesso nonostante le tante occasioni prodotte);
  2. scarso filtro a centrocampo, divenuto sovente insufficiente copertura per la difesa;
  3. incapacità di reazione dopo il gol subito, segno evidente d’un equilibrio psicologico piuttosto fragile.

Comincia dalla soluzione di questi tre problemi, dunque, qualunque strategia, ricetta o percorso che ha come obiettivo quello di regalare agli azzurri un po’ di continuità, vera panacea utile a scacciare streghe e fantasmi.

Chiunque ama il gioco del calcio ama vedere il pallone che corre più veloce degli uomini e gli uomini che si muovono con un’idea d’insieme che unisce un progetto tattico a capacità tecniche che si mettono al servizio del collettivo.

Commentare il Napoli, in ogni caso, espone ad evidenti brutte figure.

Perché chi ha visto ad esempio solo il secondo tempo dei quarti di Coppa Italia (in cui gli azzurri si sono disuniti ed hanno perso smalto) farebbe fatica a credere a chi gli raccontasse dei primi 45 minuti in cui la squadra giocava in verticale e si esaltava nel palleggio a due tocchi fatto in velocità.

Pubblicità

E’ la condanna delle partite giocate ogni tre giorni da una squadra che deve crescere in convinzione, determinazione e carattere.

Chi meno di altri si diverte a disegnare scenari di rivoluzione è costretto a concentrarsi su quel che più serve al collettivo, analizzandone punti di forza e – soprattutto – di debolezza.

Perché ancorarsi alla verve realizzativa ed alla velocità di Lozano, aggrappandosi anche ai suoi ripiegamenti difensivi è certamente una strategia, ma non può essere l’unica.

Pubblicità

Il messicano disastroso l’anno scorso era – negli auspici di tanti – un’arma in più quest’anno, ma di qui a non prevedere alternative passa la distanza tra il riuscire o meno a rendere questa stagione migliore di quella passata.

Mentre Osimhen e Mertens provano (troppo) lentamente a rientrare in condizione, le sorti azzurre paiono però oltremodo legate alle scorribande del 25enne numero undici, vero mattatore del girone d’andata anche in campionato.

I teorici del “mezzo vuoto” (Dio ce ne liberi) si soffermeranno sui 5 minuti in cui due sortite offensive hanno significato due gol subiti, i tecnici del “mezzo pieno” andranno a rivedere i fraseggi ed i movimenti organici che hanno regalato un’ora circa di grande calcio.

Pubblicità

Il Napoli, però, odia le mezze misure. E’ “tutto” o “niente”, come spesso amano essere i suoi tifosi.

La certezza di potersela giocare con tutti fa dunque a cazzotti con la possibilità di perdere contro chiunque, anche facendo oltre venti tiri in porta.

Destino e carattere, però, sono due facce della stessa medaglia. Il primo può disegnare scenari migliori se il secondo contribuisce a creare il piglio ed il profilo di chi sa vender cara la pelle.

Pubblicità

La personalità è dunque quel che più servirà da adesso in poi. Insieme ad un modulo affidabile ed alla leadership riconosciuta e riconoscibile di uomini chiave che in tutte le zone decisive del campo dovranno definitivamente prendersi delle responsabilità.

Gattuso dice, a ragione, che voglia, determinazione e temperamento sono merci che non si comprano al mercato.

Impari però con gli altri che l’originale di se stessi è sempre meglio della brutta copia di qualcun altro e che “bisogna seminare un carattere per raccogliere un destino”.

Pubblicità

 Follow us!

FacebookFacebookYoutubeTwitter

in evidenza