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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVE – Una storia sbagliata

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Tempo di lettura: 4 minuti

Non sono una persona rancorosa. Dimentico i torti dopo trenta secondi, dopo un minuto ricomincio anche a parlare. Il rancore è inutile, dissipa energie che potrebbero essere utilizzare in maniera molto più efficiente, e del resto la vita è una sola, ed è davvero troppo breve per perder minuti preziosi a prendersi carico delle azioni poco carine degli altri, seppur nei nostri confronti.

La pratica vale per tutto, con una sola eccezione. L’eccezione popola la panchina dell’Inter da un paio d’anni, la storia dall’inizio non devo raccontarvela, ma quell’estate io me lo ricordo un bel tipo con gli occhi azzurri mandare all’aria a qualche giorno dall’inizio del ritiro precampionato della Juve, tre anni di luna di miele dopo non so quanti altri di amore profondo, da un lato e dall’altro.

Solo che stasera, di amore non ne ho visto, da nessuno dei due lati. Antonio Conte l’ha preparata alla perfezione la sua serata milanese contro la Juve di Pirlo, orfana di Cuadrado, Alex Sandro, De Ligt e Dybala. McKennie non è al meglio e Kulusevski è diffidato, mercoledì c’è la Supercoppa, adattiamoci un attimo. Ci sono Ronaldo e Morata davanti, c’è Bentancur, con Ramsey, Rabiot e Chiesa, la retroguardia affidata a Bonucci, Chiellini, Frabotta e Danilo davanti a Szczesny.

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Vorrei raccontarvi altro, vorrei non dover dire che l’illusione di una partita che potesse mettersi su un binario giusto è durata una decina di minuti scarsi. Il tempo necessario a Rabiot che imbocca la porta, con Handanovic che salva malamente e Cristiano che insacca il pallone, ma in fuorigioco. Vorrei non dovervi raccontare del primo goal in campionato di Arturo Vidal, che indossa la maglia nerazzurra sulla pelle adornata da quei tatuaggi che raccontano una storia bella, vissuta con altri colori, un storia che forse potrebbe raccontare anche lì, ma che forse nessuno avrebbe voglia di ascoltare.

Rischia anche di andare al raddoppio Arturo, come se non ci fosse già abbastanza sofferenza questa sera. Perché la Juve non esiste, non c’è. Non è un’orchestra, non è un assolo, è un gruppo di persone che si sono ritrovate questa sera perché ammaliate dall’aria gelida di Milano e dall’occasione imperdibile di lasciare per strada un’imbattibilità nei confronti dei nerazzurri che durava da non so quanti anni.

Ma che colpa vogliamo dare a Pirlo. Quella di aver tenuto a riposo McKennie? Di aver lasciato in panchina Kulusevski diffidato, a rischio di non averlo in Supercoppa? La semplicità con cui si allena dal divano è disarmante, almeno tanto semplice quanto lo è stato per Bastoni mettere un pallone per Barella lasciato nella più totale solitudine, che decide di andar a far compagnia a Szczesny siglando la rete del due a zero.

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Rabiot mi aveva illusa, lo ammetto. Ci sono state delle partite in cui davvero avevo immaginato di poter riavere una parvenza di centrocampo, di quella che non vedo dai tempi di Pirlo e Vidal, appunto. Invece no, illudersi è tremendo in amore come nel calcio, e Rabiot è sempre incerto sul da farsi e certo sul dover perdere ogni singolo pallone che raggiunge i suoi piedi, Ramsey e Bentancur non hanno idea di dove andar a pescare palloni da mandare in avanti, e il povero Chiesa è lasciato solo al suo destino, vorrebbe tanto poter crossare, ma Ronaldo e Morata restano tremendamente a secco, quest’ultimo anche in maniera particolarmente nervosa.

Quando Andrea non ne può più, è tempo per Mckennie e Kulusevski e qualcosa cambia. L’americano è sempre il più affamato di tutti e sfiora il goal, parato da un super Handanovic. Nulla può invece l’ingresso di Bernardeschi, per la cui figurina ormai non abbiamo più didascalie.

Ci prova anche Lautaro, un paio di volte, ed è un vero miracolo se i goal di scarto sono solo due, e non almeno quattro. Perché forse è quello che avremmo meritato, noi sprofondati tra le pieghe dei nostri divani nell’imbarazzo più totale, ma anche i bianconeri sull’erbetta verde di San Siro.

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Se non fosse stata l’Inter, la reazione sarebbe stata la stessa? Probabilmente no, la reazione non è stata la stessa al cospetto della Fiorentina che ha insaccato per tre volte allo Juventus Stadium. La stessa Fiorentina che invece ha subìto oggi sei goal dal Napoli. Ci aspetta mercoledì in Supercoppa il Napoli, se le cattive notizie non fossero ancora abbastanza.

È dura, durissima perdere così, senza mordente e senza carattere davanti a un ex, anzi a due. Vorresti che la vita fosse tutta lustrini in certe occasioni, invece ti tocca metterti il pigiama di flanella e piangere un po’.

Ma il nostro mascara è waterproof, semmai vi steste chiedendo come facciamo ad essere così belli anche in lacrime. E qui si parla di te, Giorgio Chiellini. Checché ne dica questo mondo di esteti, sei la cosa più bella vista in quel campo.

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