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Roma – Totti: per il ritorno tutto dipende da Friedkin

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La sua presenza resta sempre piacevolmente ingombrante. E’ vano cercare qualunque altra via alternativa: ai tifosi della Roma non puoi togliere Totti, e viceversa. Un legame impossibile da scindere, seppur soltanto poco più di un anno fa è stato sancito ciò che può definirsi un divorzio forzato.

L’esilio potrebbe trovare il suo lieto fine dopo che James Pallotta, vero pomo della discordia palesato a chiare lettere dal Pupone, ha lasciato le redini in mano al connazionale Dan Friedkin. Quest’ultimo sta accompagnando la società nel suo lungo e tortuoso cammino di transizione, durante il quale è difficile creare barriere divisorie tra dinamiche societarie e di spogliatoio.

Al momento i danni sono limitati dal lavoro certosino di Paulo Fonseca, ma il periodo difficile lo si sta vivendo all’interno delle mura di Trigoria, dove ad oggi manca ancora un direttore sportivo. E soprattutto manca la romanità, sradicata negli ultimi anni dall’era Pallotta. A quanto pare, il nuovo proprietario giallorosso sembra voler ridare la Roma ai romanisti.

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ROMA DI NUOVO AL CENTRO DEL VILLAGGIO?

L’ormai famigerata espressione dell’ex tecnico della Roma Rudi Garcia rischia di divenire nuovamente di moda. Negli ultimi anni nella Capitale si è assistiti ad un vero e proprio processo di deromanizzazione, l’aspetto forse più rimproverato alla proprietà precedente. L’addio di De Rossi, costretto a chiudere battenti nella lontana Sudamerica, quello di Florenzi, oggi protagonista al Paris Saint Germain, e anzitutto Lui (dona divina, non assolutamente casuale).

Francesco Totti resta una parentesi ancora aperta nel cuore di tutti i romanisti. Il ritiro dal campo del capitano è avvenuto forse in maniera indelicata, con Spalletti che forse si è ritrovato ad essere il capro espiatorio di una frattura che era ormai annunciata. L’allora presidente Pallotta cercò – in maniera forzata, probabilmente – di metterci una pezza, che si rivelerà col senno di poi peggio del buco.

“Lascio ma non è colpa mia. Escluso da tutto”. Le parole del capitano nel Salone d’onore del CONI di 17 mesi fa evidenziano la voglia di giallorosso ancora viva, a patto che trovi suo sfogo in un ruolo assolutamente attivo e decisionale all’interno dell’organigramma societario.

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Ruolo respinto da Pallotta e che oggi la bandiera della Roma mette come condizione primaria per sancire il tanto invocato ritorno. Non è un mistero infatti che la cordata Friedkin pensi di affidarsi, tra gli altri, anche a Totti, che oggi vanta una propria agenzia di rappresentanza calciatori.

Per adesso le parti smentiscono qualsivoglia tipo di contatto. Smentite forse di rito, che nascondono probabilmente reciproche riflessioni. Ma la volontà appare evidente: il capitano può risalire nuovamente al timone, qualora gli fossero riconosciuti oneri ed onori. Insomma, tutto dipende dal presidente Friedkin.

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