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ANGOLO DEL TIFOSO NAPOLI – Napule é… salvate il soldato Allan

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Il maggior ostacolo del vivere, si sa, è l’attesa, che dipende dal domani, ma – diceva Seneca – “spreca l’oggi”.

Se potesse farsi un sondaggio tra i tifosi partenopei sulla squadra in serie A cui dare sei punti in un campionato, senza dubbio alcuno prevarrebbero il Parma o il Genoa, non altre. Specie nei casi in cui – per gli altri – guadagnare punti significa salvezza o obiettivo raggiunto, come accaduto a Gervinho e compagni un mercoledì sera di luglio dove temperatura e condizioni a tutto facevano pensare, tranne che ad una partita di calcio.

La speranza, in ogni caso, è che questo strano campionato sia l’ultimo in cui accade, perché perdere non piace a nessuno, anche quando non conta nulla.

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Parma – Napoli racconta di tre rigori certamente giusti da regolamento, che però, per il tipo di calcio cui bisognerebbe abituarsi, non andrebbero mai fischiati.

La sconfitta, in ogni caso, per gli azzurri è meritata, al pari di come fu meritata quella all’andata al San Paolo, che rappresentò la prima di Gattuso in panchina.

Per il resto… la buona notizia è che manca una partita in meno.

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Al di là di uno sterile possesso palla e di poche costruzioni degne di nota, delle ingenuità di Mario Rui e Koulibaly sui rigori, dello zero assoluto in attacco (con la parziale scusante della contemporanea assenza dei maggiori interpreti) e della scarsa voglia di gente come Fabian Ruiz e Zielinski, il match lascia negli occhi, nel cuore e nella testa di ogni tifoso o simpatizzante napoletano un imperativo: salvare il soldato Allan.

Chi può fare qualcosa, ha l’obbligo morale di farlo.

Subito, prima che sia troppo tardi.

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Marilyn Monroe ha insegnato al mondo che c’è un momento in cui bisogna decidere se essere la principessa che deve essere salvata o la guerriera che si salva da sé.

Per tanto tempo il brasiliano sembrava appartenere alla seconda categoria, risultando in lungo ed in largo il migliore in tante indimenticabili battaglie.

Da diversi mesi, però, non è più così. Ed è inutile cercare le motivazioni nell’infortunio o nella depressione da mancata cessione plurimilionaria al PSG (ammesso che fosse reale l’interesse dei parigini). Bisogna – piuttosto – concentrarsi su un fatto: Allan è, al momento, il peggiore tra i centrocampisti azzurri, il meno affidabile ed il più svogliato.

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Al di là delle scelte societarie che verranno (presumibilmente legate a fattori ed interessi esterni, più che a reali soluzioni interne), un bravo allenatore sa che questo è il momento in cui deve entrare in campo.

Sia che il centrocampista brasiliano verrà venduto, svenduto, ri-valorizzato o riportato al centro del progetto tecnico-tattico, vi è una certezza indiscutibile: Allan va salvato e recuperato e non può finire così la stagione e forse l’esperienza napoletana.

Gattuso ha avuto il coraggio di cacciarlo dall’allenamento contestandogli lo scarso impegno, adesso ha la necessità di rilanciarlo e motivarlo.

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In fondo, si sa, gli uomini hanno bisogno di obiettivi da raggiungere, mete da conquistare e desideri da appagare.

L’allenatore azzurro sa come si fa, non disdegnando i metodi ortodossi dei bravi genitori d’una volta, vale a dire spintoni e ceffoni educativi, tali da riportare tutti alla realtà.

Dei bambini si dice che non siano vasi da riempire, bensì fuochi da accendere. Vale anche per il soldato Allan.

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Gattuso gli dia un obiettivo da conquistare ed una motivazione per farlo: il brasiliano ci arriverà mordendo tutto ciò che verrà a tiro.

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