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CORNER CAFE’ – Sotto scroscianti applausi

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Sorrisi, applausi e strette di mano: sarà accaduto questo, più o meno, a Manchester nella giornata di ieri. Khaldun al-Mubarak deve essersi sentito sollevato; altrimenti chi se lo sentiva il principe? Non tanto per una questione economica: trenta milioni di euro, per loro, sono poco più che spicci; piuttosto, l’onta che avrebbe colpito il City, per due anni fuori dalle competizioni europee, sarebbe stata inammissibile. L’immagine, al giorno d’oggi, è tutto.

Ci ha pensato il TAS di Losanna, a ribaltare la decisione della UEFA. Un coup de théâtre che nemmeno Le rondini di Kabul. Ribaltamento di scena che fa storcere il naso a molti, e pone più di qualche dubbio: ma a cosa serve, allora, il FPF? Il City ha fatto entrare nelle proprie casse introiti provenienti dagli sponsor “affiliati” alla proprietà. Cosa che, per la UEFA – ed il FPF – non si può fare. Da qui la squalifica, da qui la multa. Eppure si è tutto risolto per il meglio – per il City. Meno per gli altri club. Loro, le regole, le hanno seguite. Ma se è così “semplice” svincolarsi dalle restrizioni, perché si continua a seguirle? Il TAS avrà avuto le sue ragioni, e non mi sovviene motivo per il quale io debba contestarle – fior fior di esperti potrebbero dirne meglio. Mi viene però spontanea una citazione:“E’ così che muore la libertà: sotto scroscianti applausi”. Padmé Amidala, forse, aveva ragione.

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