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Andrea Barzagli: verranno a chiederti del nostro amore

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Il valore delle cose, quello che apprezzi solo quando le perdi, quando sei molto vicino a perderle, o quando le senti lontane per troppo tempo.

La necessità di chiudere le porte delle nostre case alle minacce esterne ci ha obbligati tutti, nessuno escluso, a fare i conti con quanto avevamo lasciato dentro di noi e magari seppellito. Sotto una spessa coltre fatta di amici, veri o falsi che siano, di un lavoro che probabilmente non ci soddisfa più come una volta, o che non vediamo l’ora di riprendere. Di aperitivi, fatti per obbligo, o perché ci andava davvero. Semplicemente di persone: alcune ce le saremmo risparmiate, altre non vediamo l’ora di rivederle di nuovo.

Forse è stata un po’ così la quarantena di Andrea Barzagli.

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Il 19 maggio del 2019, Barza calcava per l’ultima volta l’erbetta dello Juventus Stadium da calciatore.

Prelevato dal Wolfsburg, con cui pure aveva vinto un campionato tedesco, Barzagli approda all’ombra della Mole nel 2011.

Con la Juventus vince quasi tutto: non serve nemmeno specificare che chiunque sia passato dalle parti della Continassa dal 1996 in poi abbia potuto più o meno avere la gioia di festeggiare qualcosa, tranne che la Champions League.

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Eppure Andrea ha vinto qualcosa che forse pochi sono stati in grado di ottenere tra le file della Juventus. Barzagli si è conquistato l’amore dei tifosi con il silenzio, e con quelle poche parole di un uomo che non ha paura di piangere, e di mostrarsi fragile. Le lacrime della vittoria di quell’Inter-Juventus di due anni fa, macchiata dal suo sfortunatissimo autogoal, ne sono una prova. E altrettanto lo sono quelle versate in Nazionale, dopo l’eliminazione dall’Europeo del 2016. Quelle di Barzagli lo capisci subito, non sono lacrime da film.

Non lo erano nemmeno quelle di quell’ultima partita, in cui si è preso l’abbraccio di tutto lo Stadium: non solo una colonna della BBC insieme a Bonucci e Chiellini, ma soprattutto uomo spogliatoio.

L’ultima stagione di Andrea è stata funestata da un numero imprecisato di infortuni. Saranno quelli che fanno capire ad un calciatore che magari di correre così ogni giorno, per ancora tanti giorni della propria vita non è più il caso.

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Ma del resto Andrea tanto lontano da Corso Scirea non ci sapeva stare. E sono bastati pochi mesi per fargli sentire la mancanza dell’erbetta verde, e Mister Sarri lo ha voluto al suo fianco per coadiuvare l’allenamento dei difensori. Chissà cosa si prova a cominciare ad allenare i tuoi ex compagni. Del resto sono ancora tutti lì. Lui stesso ha detto il mese scorso di essere bersaglio di qualche sfottò da parte dei suoi amici storici, che ormai lo chiamano Mister, ma non senza il sorriso sulle labbra.

Tra quei compagni, c’è Gigi Buffon. Che per uno strano scherzo del destino, aveva lasciato la Juve esattamente un anno prima di Barzagli, il 19 maggio del 2018. Quello tra Barzagli e Buffon di quel giorno è un abbraccio che difficilmente la tifoseria bianconera dimenticherà: un abbraccio lungo nove anni di vita in simbiosi. Buffon dirà, in un’intervista subito dopo l’addio di Barzagli, che Andrea è stato motivo di forza, in grado di spingerlo a continuare a giocare.

Magari questa volta sarà il contrario. Da qualche giorno Barzagli ha fatto sapere alla società, ed ai tifosi, di non voler continuare per il momento la sua seconda vita da allenatore alla Juventus. Lo ha fatto in punta di piedi, agli sgoccioli di questi finti arresti domiciliari che tutti noi stiamo scontando. E lo ha fatto senza alcun rancore, senza alcuna motivazione in particolare.

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O forse, con la motivazione più solida di tutte: quella di aver finalmente avuto dei mesi a disposizione da vivere con i propri figli e con sua moglie. Con la motivazione di volersi buttare a capofitto in quella quotidianità che forse, a quasi quarant’anni, comincia ad essere fondamentale per capire cosa sarai da grande.

Nessuno avrebbe mai il coraggio di poter mettere bocca e di dire anche una sola parola su questa scelta, o su quest’uomo.

C’è un tempo per tutto. C’è stato un tempo per il Barzagli calciatore, per Buffon al PSG, c’è sempre tempo per capire dove vogliamo che la vita ci porti. Barzagli ha avuto tempo per ascoltare se stesso e per trovare quella che per lui è la vera felicità. Ma soprattutto, ha avuto il coraggio di scegliere.

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È sempre una questione di scelte. Fabrizio De Andrè aveva le parole giuste per dirlo: “Continuerai a farti scegliere, o finalmente sceglierai?

Perchè del resto, il destino può darci una mano, ma scegliere tocca a noi.

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