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#LBDV – Gattuso, un uomo umile dal pugno duro

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La carriera da allenatore di Gennaro Gattuso non è mai stata banale. Partendo da Palermo fino ad arrivare al Napoli, passando per l’Ofi Creta, il Pisa ed il Milan, Ringhio si è sempre trovato in situazioni di estrema difficoltà. Una carriera tra urla, esoneri e stipendi mai pagati, ma contraddistinta dalla sincerità e dalla schiettezza nell’affrontare le domande dei colleghi giornalisti. Mai una dichiarazioni fuori luogo, mai una frase scontata e sempre senza peli sulla lingua.

L’ESPERIENZA NAPOLETANA: TRA PUGNO DURO ED ELASTICITÀ TATTICA

I tifosi del Napoli, in questi primi mesi di gestione, hanno potuto ammirare con curiosità ed interesse ogni suo intervento davanti ai microfoni, trovando talvolta risposte ad una stagione drammatica dai risvolti ‘horror’.

Il tecnico calabrese, tra una conferenza e l’altra, sembra quasi aver confermato le tante indiscrezioni uscite fuori dopo l’allontanamento di Carlo Ancelotti. Lo spogliatoio spaccato, lo stipendio di Lozano, le multe, i rinnovi e chi non voleva restare più a Napoli. Tante frecciatine, tante frasi sibilline, ma non troppo, che un po’ alla volta sembrano aver schiarito le idee di chi si chiedeva il perché del fallimento del progetto Ancelottiano.

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Nella conferenza stampa alla vigilia di Napoli-Torino c’è il riassunto perfetto della caduta azzurra: “Io ci sono passato prima di loro. Degli anni volevo andare via perché non mi trovavo bene, arrivavano alcuni che guadagnavano più di me e per alcuni anni aspettavo il contratto. So cosa significa ma bisogna mettere da parte queste robe. Il momento per parlare poi arriverà. La squadra è forte ma dobbiamo comportarci e pensare da squadra”.

Chiaro, preciso, diretto. Una dichiarazione che mostra tutte le debolezze delle sua squadra, ma che cerca di dare la spinta ai suoi ragazzi. Quel ‘bastone e carota’ che sta caratterizzando la gestione Gattuso all’ombra del Vesuvio. Quel pugno duro che talvolta serve, così come farebbe un buon padre di famiglia nel tirar su i propri figli.

Spiegare le sue parole, tirando in ballo calciatori e cifre, è superfluo. Ricordare a tutti che c’è, in questo momento, un bene comune superiore è scontato. Il quadro della situazione sembra essere già chiaro così: a prescindere da rinnovi, gelosie e voglia di partire, la stagione, comunque andrà, sarà ricordata per l’ammutinamento e per gli scontenti. Ma anche per il cambiamento tattico messo in atto dal buon Rino. Il passaggio dal 4-4-2 al 4-3-3 ad esempio, un’elasticità mentale e tattica da far ben figurare il Napoli contro squadre del calibro di Lazio, Inter, Juventus e Barcellona. Un allenatore moderno con l’umiltà di chi ne ha affrontate di ogni. Un uomo che vive il proprio incarico giorno dopo giorno, partita dopo partita e che non si pone né limiti né obiettivi se non quello di dare e fare il massimo. Finire l’anno calcistico nel migliore dei modi, infatti, è prerogativa, rifondare è d’obbligo. Altre strade sarebbero solo un palliativo di un ciclo che sembra essere ormai giunto al termine e che, come tale, deve lasciare posto a qualcosa di nuovo. Sprazzi di buon vento di novità li ha già portati Gattuso, in attesa dell’uragano di rivoluzione che dovrà avere luogo a giugno e del quale proprio l’ex calciatore del Milan può essere il promotore.

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NAPOLI E GATTUSO ANCORA INSIEME?

“Ho un contratto fino al 2021 con una via d’uscita mia del 30 aprile, ma il problema non è il contratto, io penso solo a lavorare, poi col presidente mi sento 3-4 volte al giorno e ci siederemo per parlarne”. Il futuro del Napoli, De Laurentiis ce l’ha davanti agli occhi e, probabilmente, se ne sta convincendo anche lui. Questo club, nel corso degli anni, ha dimostrato che l’allenatore, il giocatore, deve diventare top in casa propria. Deve avere la voglia di arrivare, la voglia di combattere e di conquistare il mondo. E quale profilo migliore di un allenatore che deve ancora ‘farsi’? Di uno che ha la fame di un leone? Certo, voglia e fame da sole possono far poco se alla base non ci sono le capacità; ma Gattuso sembra averle dimostrate a più riprese. Il tecnico di Corigliano Calabro ha ridato un’anima ed un gioco a questa squadra e si è conquistato il diritto di essere riconfermato ripartendo da un progetto che (ri)parta da lui, che cresca con lui. Un futuro fatto di pugno duro, bastone e carota, pane e pallone. Un futuro da RinghioStarr.

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