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#LBDV – Premier League, è giusto riprendere in estate?

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Ormai la rassegnazione fa parte delle nostre vite. La pandemia di covid-19 è sicuramente uno degli eventi più tragici della storia planetaria. Come si sa, spaventa la viralità del virus più che la sua pericolosità. Migliaia di morti, tantissimi contagi e fortunatamente anche numerosi guariti. È su questa guarigione che tutte le persone, compreso il mondo del calcio, fanno affidamento. In Italia, tra i tanti calciatori di A che sono rimasti colpiti sono già guariti e dai piani si alti si ripensa a come ripartire. Ma così anche una vecchia conoscenza del nostro campionato, che ora gioca in Premier League, Pepe Reina che è guarito dal covid, raccontando la sua esperienza. Quest’oggi, infatti, parleremo proprio del campionato inglese, della possibilità di tornare in campo e di quale potrebbe essere la soluzione migliore.

DA UN PUNTO DI VISTA MEDICO

Qui nessuno è medico e non si può fare una diagnosi esatta di questa situazione. La cosa più semplice da dire è che non va sottovalutata. Per questo, la prima parte la dedicheremo ad un’analisi “medica” che va a tener conto dell’effetto del covid. Analizziamo quindi i numeri dell’Inghilterra, precisamente di tutto il Regno Unito. In totale, ci sono state 18.100 morti con 133.495 contagiati. Apparentemente sembrano numeri piuttosto bassi, considerando l’estensione di tutta l’enorme isola che comprende Inghilterra, Galles e Scozia. Va però anche detto che il numero non è stabile, né in discesa ma anzi è in continuo aumento. L’exploit lo abbiamo avuto dal 31 marzo con oltre 200 contagiati, arrivando ad una media di contagiati che supera le migliaia. A questo punto la risposta alla domanda? È giusto ripartire in estate viene praticamente da sé. La stessa OMS, in una video conferenza con la UEFA e la FIFA, ha dichiarato che le manifestazioni calcistiche andrebbero sospese fino al 2021. Gestire una situazione del genere assume un carattere utopico. Il modo più sano per riprendere sarebbe quello di chiudere totalmente ogni paese, controlli costanti e riduzione al minimo dello staff. Inoltre, bisognerebbe annullare qualsiasi competizione europea, per evitare viaggi al di fuori dei confini della propria nazione. Improbabile.

COSA BISOGNEREBBE FARE

Se ripartire dunque sembra un’opzione ormai da scartare, andiamo ad analizzare la classifica della Premier fino all’ultimo match giocato da tutte le squadre. Il Liverpool è primo ad 79 punti: un notevole distacco dal City che resta solamente a 22 punti distanza. Considerando che manco circa 10 partite, se la squadra di Guardiola o il Leicester a 49 (rimanendo alla 28esima giornata) dovessero fare 10 vittorie su 10, bisognerebbe sperare che i Reds le perdano tutte. Ma è davvero così probabile? Su chi debba vincere lo scudetto, non penso ci siano molti dubbi. Il problema sorge dal momento in cui ci sono più squadre che lottano per un accesso in Champions o in Europa League. Ma lì la questione verrebbe subito risolta, poiché queste competizioni al momento rischierebbero solo di peggiorare la situazione del virus, anche fra qualche mese. Ciò di cui bisognerebbe realmente discutere è: cosa succede per la retrocessione? Il modo migliore sarebbe quello di dare semplicemente lo scudetto al Liverpool, che ormai ha un distacco decisamente superiori alle altre concorrenti. Lasciare però invariato tutto il resto: nessuna retrocessione, nessuna lotta per un posto in Europa. Ripartire dalla Champions (o Europa League) 2020/2021 come se fosse la 2019/2020. Certo, sarebbe a discapito di chi magari in questa stagione era riuscito ad arrivare ad ottenere un posto per la fase a gironi. Ma il problema, come già detto prima, non andrebbe proprio posto perché competizioni continentali con un così alto numero di squadre metterebbero a rischio l’incolumità di chi gioca e dei propri tifosi. Il modo migliore per ripartire sarà solamente quando il tutto si sarà calmato. Il calcio non deve morire ma deve solo rassegnarsi ad un lungo letargo.

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