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DIETRO LE QUINTE – Il saluto a Franco Lauro

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Appuntamento del giorno con la rubrica targata LBDV dal titolo “DIETRO LE QUINTE”. Una rubrica dedicata a chi, oltre al calcio giocato, ama curiosità aneddoti legati al mondo del pallone.

Ieri il mondo del giornalismo sportivo ha dato l’addio, a Franco Lauro, uomo icona del calcio e del basket targato RAI, morto improvvisamente a causa di un problema cardiaco.

Entrato a far parte della rete del servizio pubblico nel 1984, ha raccontato otto Olimpiadi estive e una invernale (Torino 2006), sei edizioni dei mondiali di calcio e altrettante degli Europei, 12 Europei di basket, 3 Mondiali di basket, i Goodwill Games del 1990 a Seattle, numerose edizioni dei Giochi del Mediterraneo e Universiadi.

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Ma, al di là di quelli che sono stati i suoi successi in campo professionale, ciò che ha contraddistinto Lauro nel corso della sua carriera è stata la sua personalità, sempre impeccabile ed inflessibile.

Un volto che gli amanti del calcio hanno imparato ad apprezzare e che è diventato un’icona in un’epoca in cui il mondo dell’informazione è totalmente cambiato. Sono cambiati i canali d’informazione, le modalità di accesso e la fruibilità degli stessi, ma certi professionisti vanno oltre ogni schema convenzionale.

Sono gli stessi colleghi a riconoscere la grandezza della persona che è stata Franco Lauro. In particolare, ha emozionato il messaggio che Carlo Paris ha affidato ai suoi profili social.

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Un giornalista che viveva solo per il suo lavoro. È questa la prima cosa che mi viene in mente nel ricordare Franco, Franchino Lauro.
Innamorato in maniera quasi maniacale del lavoro di giornalista televisivo. Scrupoloso, attento, quasi maniacale nel preparare una telecronaca, una conduzione”
.

Una passione, quella per il calcio e per il basket, che è diventata la sua professione, una delle cose più belle che possa capitare ad una persona.

È stato difficile per i telespettatori capire la tua fede calcistica, la tua passione per il Napoli. Sei stato tanto professionale anche nel saper nascondere questo”.

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Il suo tifo per la squadra azzurra è appunto emerso, dalle parole dello stesso Paris, solo al momento della sua scomparsa. Il tutto a certificare un’imparzialità professionale rara da trovare in un periodo in cui le faziosità, nell’universo del tifo del calcio, sono acuite in maniera profonda ed è più facile preferire una posizione ad un’altra che rimanere in equilibrio sul sottile confine tra esse. Eppure Franco ci è riuscito, per amore del suo lavoro.

Vorrei salutarti con la stessa delicatezza con la quale salutavi i telespettatori – conclude il triste messaggio del collega -, non dimenticando mai quelli che soffrono negli ospedali”.

Un saluto che tocca l’intero movimento giornalistico, da ieri orfano di un degno propugnatore quale era Franco Lauro. La sua dedizione e la sua pacatezza nell’approccio lavorativo non possono che rappresentare un bel ricordo per i telespettatori ed un grande esempio per il presente e futuro del mondo del giornalismo.

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Rinnovando la più sentita vicinanza alla sua famiglia ed ai suoi colleghi, non ci resta che dire: ‘Ciao Franco’. 

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