I nostri Social

Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – Di male in peggio

Pubblicato

il

Tudor Juventus
Tempo di lettura: 3 minuti

La Juventus colleziona la terza sconfitta di fila nell’arco di una settimana perdendo per 1 a 0 l’incontro con la Lazio dell’ex Maurizio Sarri.
Nulla di cui meravigliarsi, date le premesse della vigilia. Ambiente in subbuglio, dirigenza sulle spine, tifoseria a nervi scoperti, squadra in confusione e tecnico sulla graticola. Più di una voce sussurrava che la partita di Roma fosse davvero l’ultima spiaggia per Igor Tudor. E, a giudicare dagli spifferi dell’ultimissimo secondo pare che stia per arrivare la conferma ufficiale. L’allenatore croato non può fare altro che fingere indifferenza, mostrandosi per nulla interessato al futuro prossimo venturo.

Ma è chiaro che, in cuor suo, non può rimanere impassibile di fronte alla prospettiva di una chiusura cosi brusca di questa avventura alla guida dei bianconeri. Una esperienza iniziata tra mille difficoltà e proseguita tra mille travagli. Di male in peggio.

Oltre il danno la beffa

Basta fare un piccolo passo indietro, tornare con la mente alla primavera scorsa. La situazione era simile a quella odierna. Una crisi di risultati che lasciava trasparire chiaramente la mancanza di unità d’intenti all’interno dello spogliatoio, con un tecnico in aperto conflitto con i suoi giocatori.

Pubblicità

Inevitabile la rimozione dell’allenatore, altrettanto la disperata ricerca di un sostituto che avesse come missione prioritaria quella di ricompattare l’ambiente. Alla fine la scelta era ricaduta appunto sul gigante croato, indicato da più parti come l’uomo che avesse il DNA giusto per ricordare a tutti cosa volesse dire indossare la casacca bianconera. E una sofferta qualificazione alla Champion’s League all’ultima giornata di campionato, unita a una gestione tutto sommato dignitosa del gruppo, gli era valsa la conferma in panchina, sia pur agevolata dalla difficoltà di affidare la stessa a nomi più qualificati.

Ma adesso tutti questi discorsi sono stati superati dai fatti. Il suo eventuale esonero, unito all’impossibilità di mettere un terzo allenatore a libro paga della società, costringerebbe la dirigenza juventina a tornare clamorosamente sui propri passi e a richiamare proprio l’allenatore da lui sostituito sette mesi fa. Insomma, oltre il danno la beffa. Di male in peggio.

Soluzione interna

Difficile, quasi impossibile, che nel prossimo turno di campionato ci sia ancora lui in panchina. Molto probabilmente il suo posto sarà preso da Massimo Brambilla, allenatore della Juventus Next Gen. E per l’avvenire si vedrà. Le candidature a raccogliere la sua eredità non mancano, si tratta di vedere quale sia  la strada percorribile. E, soprattutto, chi sia la persona più adatta a raccogliere i cocci e tentare di rimetterli insieme, per quanto sia possibile farlo.

Pubblicità

Quel che è certo è che il prescelto non potrà godere dell’invidia di nessuno. E come sarebbe possibile fare altrimenti? Sedersi su una panchina che scotta più che nella primavera scorsa, avere a che fare con un gruppo di giocatori ormai assuefatti al caos e restii a qualsiasi guida tecnica, dover tenere a bada una dirigenza al tempo stesso scettica e impaziente. Nessuno avrebbe voluto stare al posto di Igor Tudor sette mesi fa. A maggior ragione nessuno vorrebbe essere il suo successore. Di male in peggio.

Segnali di regressione

Eppure, anche se sapeva di giocarsi le ultime chance di permanenza, anche ieri il Mister croato ci ha provato a tentare qualcosa per scuotere i suoi. Ha cambiato per l’ennesima volta modulo tattico, ha messo in campo due attaccanti di ruolo e ha mantenuto più folto il suo centrocampo con la presenza stabile di un terzo uomo in mediana. Scelte che, però, ancora una volta non hanno premiato la sua buona volontà.

Il nuovo terzetto difensivo si è dimostrato tutt’altro che impermeabile, la mediana non ha fatto da argine come gli si chiedeva e le due punte non hanno impensierito più del dovuto la difesa laziale. Se in Champion’s si era visto, nonostante la sconfitta, qualche cosa di positivo ieri si è tornati alla grigia normalità, con chiari segnali di regressione. Di male in peggio.

Pubblicità

Più che il gruppo i singoli

Ma a determinare la sorte in negativo di Tudor sono stati i singoli. Sin dal giorno del suo arrivo gli era stato chiesto di adoperarsi per recuperare alla causa alcuni giocatori, valorizzarne al massimo altri e favorire l’inserimento dei nuovi. Anche qui ha collezionato un fiasco dopo l’altro, evidentemente non tutti dovuti esclusivamente a lui. Basta fare il nome, ad esempio, di Dusan Vlahovic. Il centravanti serbo, da tempo in rotta con la società, anche ieri è sceso in campo da titolare, a riprova della fiducia del tecnico nei suoi confronti. Risultato? Tanto lavoro di sportellate con i difensori avversari e un paio di occasioni da rete mancate.

Oppure parliamo di  Jonathan David, nuovo aspirante bomber principe della squadra, ovviamente sorvolando per decenza sul suo grossolano errore che ha determinato la rete dei capitolini. Anche qui un gol mangiato e una assoluta inconcludenza sottoporta. Oppure ancora Kenan Yildiz, ieri tenuto inizialmente a riposto in panchina e poi subentrato per forza allo scopo di cercare di raddrizzare la partita. Il talento turco ha anche avuto sul piede la palla del pareggio e l’ha sciupata goffamente.

Quante responsabilità ha il tecnico uscente su queste defaillance di quelli che dovrebbero essere i suoi uomini migliori? E, in ogni caso, di quelli su cui ha puntato tutte le sue carte e che hanno tradito in pieno le sue aspettative? Di male in peggio.

Pubblicità

(Foto: Depositphotos)

in evidenza