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Perché il Napoli deve credere allo Scudetto?

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Lukaku Napoli
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Un pareggio può entusiasmare? Anche se arriva dopo 3 punti fatti in 4 partite? Sembra proprio di sì ed anzi, forse, il Napoli non è mai stato così consapevole della propria forza come in questi giorni che seguono il pareggio con l’Inter capolista. Ad 11 giornate dalla fine gli azzurri si ritrovano al  secondo posto, con 57 punti in 27 partite e ad un solo punto dalla vetta.

La prestazione

Il Napoli ha dominato l’Inter per tutti i 100 minuti del match andato in scena al “Maradona”. I numeri aiutano solo in parte a capire la pressione ed il gioco messi in campo dagli uomini di Conte. Un possesso palla del 62% per gli azzurri ed un xG (gol attesi) che dice Napoli 1,95 e Inter 0,32. In pratica, gol su punizione di Dimarco a parte, l’Inter non ha mai calciato in porta con Meret che ha finito la partita con zero parate a dispetto delle 4 di Martinez e dei 19 tiri effettuati dai padroni di casa.

Non solo numeri però, perché la prestazione è stata positiva sotto ogni punto di vista. Un bel Napoli che ha replicato l’ottima gara del primo tempo di Como, questa volta però mantenendo alto il livello fino alla fine ed in una partita che portava con sé un livello di pressione altissimo. Altro segnale, la reazione al gol nerazzurro con il Napoli che non ha mai dato l’impressione di mollare.

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Un calendario non proprio facile, ma febbraio è passato

La partita con l’Inter ha inaugurato il marzo del Napoli chiudendo un febbraio da incubo. Quattro partite in un mese, tre pareggi tutti maturati da situazioni di vantaggio e la sconfitta di Como. Certo, il calendario del Napoli al momento resta tutt’altro che in discesa. Si riparte domenica in casa con la Fiorentina, poi si va a Venezia con i lagunari costretti a giocare ogni partita come se fosse l’ultima spiaggia (e che vengono con due pareggi contro Lazio ed Atalanta senza aver subito gol).

Poi Milan in casa e il Bologna in trasferta. Quattro partite con livello di difficoltà alta per arrivare a metà aprile. Poi, solo allora, inizierà il famoso calendario in discesa (?) di cui si parla da tanto. Nell’ordine Empoli, Monza, Torino, Lecce, Genoa, Parma e Cagliari.

Recuperi e facce nuove, la rosa torna al completo

Buongiorno e Spinazzola sono ormai pienamente recuperati. Olivera nuovamente arruolabile metterà sempre più minuti nelle gambe. Mancheranno ancora Neres, Anguissa e Mazzocchi: tre giocatori indispensabili per il gioco di Conte. Intanto però i nuovi arrivati stanno guadagnando la fiducia di tecnico e tifosi. Billing, il danese arrivato gennaio dal Bournemouth, si è preso il Maradona dopo il gol del pareggio segnato all’Inter.

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Okafor sta mettendo minuti nelle gambe ed ogni domenica mostra progressi, migliorando nella forma fisica e nell’integrazione con il sistema di gioco. Gilmour è alternativa tattica oltre che sostituto di Lobotka e l’idea del doppio play verrà probabilmente riproposta.

Le prossime partite (Fiorentina, Milan e Bologna su tutte) chiederanno ancora a Conte uno sforzo di fantasia e ai titolari qualche minuto di fatica in più in attesa che la rosa torni al completo. Neres ed Anguissa restano pedine non sostituibil, ma l’emergenza sembra passata.

Cosa serve adesso?

Serve la vittoria che manca ormai dal 25 gennaio contro la Juve. La partita con la Fiorentina di domenica pomeriggio deve portare assolutamente i 3 punti in un turno che vedrà l’Inter ospitare il già rassegnato Monza e lo scontro diretto tra Atalanta e Juve. Vincere per tornare a correre e mettere pressione.

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Perché è che il Napoli non è più unico padrone del suo destino. Servirà che l’Inter perda punti con gli azzurri che dovranno farsi trovare pronti, a distanza di aggancio. Ma il Napoli si è costruito domenica dopo domenica la possibilità di correre per un obiettivo straordinario. Ed allora è il momento di credere alle parole di Antonio Conte: “Se vogliamo, possiamo”. 

(Foto: Depositphotos)

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